Serafini, Fortunato, Rome, April 11, 1643
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Molto Reverendo in Cristo Padre
Pax Christi
Ristringendo in poco il molto, che m’occorre d’humilissimamente rappresentare à Vostra Paternità circa la mia vocatione all’India, con ogni verità dico essere ella durata lo spazio di dodici anni continui, che sto indegnamente nella Religione, è non solo non essersi mai intepidita, ma sempre piu infervorata in occasione massime di ritiramento ò per gl’esercizij spirituali, ò per la rinovazione de voti, è molte altre volte con insoliti stimoli accesa. A questo s’aggiunge l’haver io pensato molto bene à tutte le difficoltà, che potessero ritirarmi ma non hanno servito se non per confermarmi maggiormente nel proposito anzi nel voto fatto ultimamente con approvazione di Vostra Paternità di procurare colla maggior instanza che potrò la missione all’India, ove habbia da spargere tra mille fatiche in servizio dell’Anime l’Evangelio e l’sangue del che intensamente assicurato mi sento con particolar consolazione e certa speranza d’havere a ottenere la grazia da Vostra Paternità nella presente occasione della venuta del Padre Procuratore
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d’Etiopia, a cui mi sono offerto, e con esso conosco esser volontà di Dio, che vada senz’altra dilazione, sotto pretesto della quale non mi lascierò mai indurre a desistere dall’instanza, che mi sento in obligo di fare per corrispondere alla divina vocazione, vedendo chiaramente, che col differire correria pericolo manifesto di mancare à Dio, non senza gran rimprovero nel di del giudizio; oltre che sono tanto innanzi nell’età, è nelli studij, che ogni dimora mi par non possa essermi se no molto nociva. In somma il mio principal motivo che val per mille, si è l’adempiere la volontà di Dio, della quale come io non ho mai dubitato in tanto tempo, mi persuado parimenti che Vostra Paternità non sia per haverne alcun dubbio; è percio ad essa posponendo ogni altra cosa, che potesse essere in contrario, m’habbia à concedere la tanto bramata, e tanto spesso domandata licenza, è che adesso di nuovo domando coll’ultimo sforzo dell’affetto, ed instanza maggiore di tutte le passate, affinche pienamente assicurato del voler di Dio possa con ogni confidanza nel suo aiuto mettermi ad una impresa si ardua, è si improporzionata alla debolezza & inhabilità mia, quale è di cooperare alla salute di tante Anime ricomprate col pretioso sangue del nostro Signore Gesù Cristo. Non aggiungo piu, perche stimo che
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tanto basti per muovere Vostra Paternità à cooperare alla grazia singolarissima, che Dio mi fa, col mandarmi, dove lui mi chiama, promettendo io colla grazia sua di non tornar mai indietro, ma caminar sempre innanzi fino alla morte, e morte di Croce, al che per fine prego Vostra Paternità ad aiutarmi coi suoi Santi Sacrifici, & orationi a quali di tutto cuore mi raccomando.
Di Vostra Paternità
Humilissimo Servo e Indegnissimo Figlio
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Fortunato Serafini
Dal Collegio Germanico 11 Luglio 1643