Finechiaro, Mario, Caltanissetta, February 7, 1642
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Molto Reverendo in Christo Padre Nostro
Pax Christi
M’importa grandemente per ottenere la mia bramata Missione del Giappone, ô Cina il chiarire di nuovo più distintamente Vostra Paternità come la mia Vocatione all’Indie sia sempre stata per il Giappone, ô Cina, e non per l’altre parti; perche non posso credere che sendo ella informata di questa verità, mi vogli abbandonare nelle Malanconìe, ne’ quali mi trovo. Io, Padre [Nostro], scongiuro la di lei carità (non hò parole più efficaci per esprimerle il mio cuore) à volere aiutare un suo figlio in Christo, che si crepa di Melanconìa, non però con altro, che con informarsi del fatto, et io, se mi troverà buggiardo, la priego à castigarmi severissimamente. Esco matto in pensare che il Signore m’habbia mortificato in farmi offerire le filippine, per le quali m’hò dichiarato non havere vocatione, perche essendomi ciò avvertito da Molti, per togliere l’equivocatione hò dimandato explicitè il Giappone, ô Cina, e così hò costumato scrivere al Padre Assistente di Portogallo, et al Padre Alvaro Semedo, Procurator della Cina; ne mai hò voluto scrivere al Padre Procuratore delle filippine; così ne fanno fedde assaissimi della Provincia precipue il mio Maestro de’ Novitij, et i Maestri di filosofìa, come nell’inclusa Vostra Paternità potrà vedere; l’istesso si vede nell’inclusa formula del [voto], che offerivi nell’anno Secolare, quando
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havendo io domandato da Vostra Paternità di farne voto, ne sopra questo punto havuta resposta, domandassi al mio Padre Provinciale che mi desse licenza per quanto si potesse distendere la sua possanza, il che egli facendo per mia Consolatione, feci la formola presente, quale più volte nel giorno soglio rinovare. Il dolore troppo mi tormenta; non sò come esprimerle il mio ardore; specialmente essendomi aggiunto da Vostra Paternità che si maravigliava che per le filippine mi facesse difficoltà La Sorella, e non per il Giappone. Io non hò [apportato] per difficoltà delle filippine Mia Sorella; ma per mostrare a Vostra Paternità che io sono più che mai infiammato nella mia Vocatione del Giappone, ô Cina, solo hò detto che havendo havuto difficultà per mia Sorella, pure per andare alla mia bramata Missione stavo troncando ogni cosa, e così de facto stavo per disporre et anzi [par che] il Signore in ciò havesse concorso abbondantemente, perche all’hora venne Vocatione à Mia Sorella di Monacarsi, e così io facilmente mi sbrigavo di tutto; e già tutto per partire, se bene [anscosi le] la Chiamata da Vostra Paternità fosse per le filippine, ô Giappone e Cina, pensando io, e molti ancora che si fosse confusa una Missione per l’altra, e di questa forma scrissi licentiandomi dal mio Maestro dell’Accademia, ma havendomi scritto di nuovo il Padre Provinciale che la Chiamata era per le Filippine, [mi rectavi], e mi trattenni la lettera, che mandar dovevo al detto Padre, quale per mia Consolatione Vostra Paternità vederà.
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Padre Nostro habbia Compassione di me, che mi mori di pena; mi struggo al pensare che il demonio per castigo de’ miei peccati habbia d[a] trionfare [in] uno errore Materiale, vedendo che se Vostra Paternità muterà mi leverà da tante afflittioni.
Io voglio parlare chiaramente per discolpa di Mia Coscienza, Padre Nostro, io sono chiamato da Dio ardentemente, ne lascio [lo scrupolo] à Vostra Paternità; s’informi bene del fatto; e se troverà che sono innocente, perche permetterà che mi laceri di Melanconìa?, non parlo con esaggeratione, perche già alcune [notte] m’assalta il cuore un dolore [accesissimo] e mi prognosticano qualche grave infermità. Io sempre vivrò infelice, questo è [verissimo]; che ciò [adivène] da povertà di spirito, che se io fossi bene unito col Crocefisso dovrei esultare vedendomi mortificato da Dio, e da miei Superiori in cosa tanto à me à cuore, e senza meà colpa.
Troppo hò fastidito Vostra Paternità; perdoni il mio ardore, e si ricordi che io con quello, al quale ella hà fatto una tanto gran carità, quanta si è il chiamarmi alle filippine; il cuore mi si rompe, non hò parole di mostrarle la mia pena; la Beatissima Vergine, da quale conosco questa Vocatione havrà compassione di me; questo [s]i prego Vostra Paternità à rimandarmi le lettere incluse; Et che me le raccomando nelli Santi Sacrificij.
Di Vostra Paternità
Servo, e figlio in Christo indegnissimo
Mario Finechiaro.
Da Caltanissetta 7 di febraro 1642