Antoglietta, Lelio, Naples, January 8, 1616

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8

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Molto Reverendo Padre Nostro

Pax Christi.

Sappia la Paternità Vostra che non ha poco tempo, ch’al mio petto abbruggia il talento della Seconda Vocatione, ilquale Iddio há dato a me immeritevolissimo di tal talento. Io in vero considerato hò, che il tenerlo nascosto senza palesarlo a Vostra Paternità mostra chiarissimo segno, che non incomincio a pigliar la strada di ponerlo in esecutione, et perche non voglio cascare nel peccato dell’ingratitudine verso al Donatore di tale talento: Dico chiaramente a Vostra Paternità che circa ad un’anno (per non ricordarmi tempo certo) et forsi piu; nelle mie freddi orationi, esami, et communioni, et similmente era il giorno, mi sento spinto, et chiamato, a sparger’ la Vita che a Giesu hò donata (per mezzo de Voti di devotione) nelle parti d’Infedeli, tra Cinesi, Indiani, Giapponesi, et si dell’altri che si trovano al mondo. Le Raggioni cheacciò richiedere m’hanno mosso sono non poche; ma per non esser troppo lungo ne dirò alcune. La prima sia quella cheho sopra detto di sentirmi spinto, et chiamato etcetera et percio voglio corrispondere. La 2.a sia questa. per veder chiaramente che sono di natura colerichissima et conosco chiaramente (per l’esperienza che nel mondo ho provato), chemal per me se l’impiego al male. ma similmente conosco, che s’io sono per impiegarla al bene (con la Dio gratia) spero di far qualche cosa in servitio di Dio. Ma perché Vostra Paternità dirmi potrebbe; d’haverla gia impiegata al bene con l’entrare in religione, et percio non esser raggione conveniente, per confirmatione di cioche pretendo accapare. percio li rispondo dicendoli ch’io sono d’una certa natura, che quando fosse per haver qualche grave disgusto nella religione; (con questo pero che l’apprendesse) facil cosa esser potria stando in queste parti di far qualche inconveniente; per il quale potria pericolare dal stato santo della religione. ma all’incontro se mi sara concesso qualche con questa lettera pretendo, perche oltra l’occassione facile che non haveria in quelle parti; come in queste; etceteraa ma sò benissimo, che tal’apprensione nella mia mente non potria haver loco; parte per essere di natura in simili cose stabile; parte anco perchéle continue occupationi che s’hanno in salute de prossimi, le quali cose tutti farianomi scampare da simil’apprensione et pericolo. La terza è Padre mio. perchè (per parlar chiaramente) sono superbissimo di

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natura, et percio facilissima cosa è che tutte le fatighe che per Dio nella religione [era] i studij spender dovria; non per Dio, ma per l’honore impiegate fussero (et percio soggiungendo, di tutto cuore a Vostra Paternità dico, che molto piu a caro d’andar in tali paesi mi sarebbe, per Fratello Coadiutore che per scolaro, se pure c’è piu facile et presta commodità d’andarci) et per togliere simil’occasione di peccato, et per far tali fatige a Maggior Gloria di Dio cerco d’andar in simili parti; per non esserci ne commodità n’occassione di poter cascare in simili diabolici lacci d’Ambitione et Honore. La quarta raggione è perche Vostra Paternità ha da considerare, che io non ho offeso Iddio a quel modo, che alcun coetaneo mio (secondo l’età) offeso; ma sappia Padre mio (cosa da piangersi da me meschino con lagrime di sangue) che l’ho offeso piu di qualsivoglia huomo, che al mondo a me pari d’età ha potuto, et saputo offendere; et è cosa incredibile ciò volere spiegare con carta, o penna. Et per mia maggior confusione Iddio non contento d’havermi la prima volta chiamato in religione et similmente la seconda; et io come Metallo, o pur Diamante duro a corrispondere; ma pur la terza, et oltra a tutte queste chiamate, l’avvisi, et ammonitioni che Dio per bocca de i miei mastri, confessori, et Padri di congregationi proferiva; et cosa in vero meravigliosa a dirsi, anco per bocca dell’istessa Madre, ch’avea al secolo. et hora con sì (da me immeritevole) vocatione similmente chiamato. Sicche Padre mio per corrispondere a qualche particella delli tanti beneficij da Dio áme fatti. questo sopradetto domando, chieggo, et prego. La Quinta raggione è: perché mi possa staccare d’ogni cosa che per sorte desiderar potria; et massime per non haver piu occassione i parenti che nel secolo havevo di meco trattare: troncando tutto ciò l’andata in sì (da me tanto desiderati Paesi: accioché con facilità possa ottenere, et mantenere cioche a Dio ho promesso.

La sesta raggione è. Il poter havere facile occassione di patir per amor di quello, che per amor, et bene dell’anima mia tanto patì: essendo tali paesi a proposito per sodisfare al mio desiderio. La settima raggione è. per haver inteso nelle lettere annue, che per l’occassione delli pochi operarii; si perdono tant’anime; che per loro salute Giesu volse essere in croce confitto. L’Ottava raggione è per poter dire a Giesu all’ultimo fiato mio con verità di non esser mancato per me, di spargere il sangue per amor suo: et questo come dir lo potrò? s’in questi paesi dame (con tutto l’affetto del Cuore) richiesti; non vado? finisco Padre mio, con dirli che fin’hora niente ho detto, diquello

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che il mio cuore sfogar vorria. ritorno a replicare le sopradette suppliche con dimmandare ciò per l’amor paterno, che alla Compagnia sua amatissima figlia porta. con chiedere questa andata; per il filiale affetto, et amore che alla madre di Giesu (insieme Iddio) MARIA Vergine madre nostra, la Paternità Vostra hà radicato nel suo ardente, et infocato cuore verso di lei. Con pregare finalmente per l’obligo, che Vostra Paternità hà verso Sua Divina Maestà per il desiderio grande, (che come fuoco il cuor della Paternità Vostra abbruggia) che d’amarlo, servilo, et honorarlo. Siccome (senza punto ingannarmi) etal sicuro so, che la Paternità Vostra altro, non pensa, ne parla, n’opera: et tutto cio mi muovono a dire le giustissime et convenientissime raggioni che per non offendere l’humiltà della Vostra Paternità tralascio di dire: Conchiudendo finisco con dimmandarli perdono della mia lunghezza: ma credami certo la Paternità Vostra che ancora al mio cuore nulla soddisfattione ha dato di dire: quelche dir vorria; ma se dir vorria, explicar ne con parole o scritto il potrebbe perché altro non direbbe, che explicar non lo posso? voglio dire, et non posso? desidero et voglio esprimerlo, et non posso? Et come figlio indegnissimo per fine li cerco la sua santa benedittione; con farmi la Paternità Vostra sepur cossi vorrà, et l’è accommodo, di dirmi nella risposta le cose, che haverà d’impedimento (nella persona mia pero) all’andata da me tanto desiderata; accioché io (con santa Obedientia, et indifferenza) possa rispondere, et opporle con la Dio gratia:

Di Vostra Paternità

Servo indegnissimo et Figlio Obedientissimo et Affettionatissimo

Lelio Antoglietta Novitio della Compagnia di Giesu.

da Napoli adi 8 di Gennaro 1616

(a) etcetera nell’interrigo

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Napoli 8 di Gennaro 1616 // Fratello Lelio Antoglietta // Indie

Al Molto Reverendo Padre in Christo Osservandissimo il Padre // Mutio Vitelleschi Preposito Generale // Della Compagnia di Giesu // Roma

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“Antoglietta, Lelio, Naples, January 8, 1616,” ARSI, FG 735, 291, Digital Indipetae Database, accessed November 21, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/2739. Transcribed by SI and EF.