de Rosa, Giuseppe, Naples, March 26, 1649
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Molto Reverendo in Christo Padre Nostro
Pax Christi
Scrissi due mesi sono à Sua Paternità significandogli la gratia speciale che havevo ricevuto fuora de miei meriti da’ Iddio per mezzo, et intercessione del mio Protettore, et Capitano San Francesco Saverio, d’esser chiamato per operario dell’anime nell’Indie, et in particolare nel Giappone. replico hora di nuovo con questa, significando à Sua Paternitàl’inspirationi, et le chiamate più gagliarde che io sento nel cuore, d’affaticarmi in quei regni, ove vede[rò] i prodigij operati dal mio Santo Padre. Stimo obligo di conscienza di correspondere à gratie sì grandi, che si degna di concedermi il cielo; et d’eseguirle con ogni mio travaglio, ancorche m’obligassero ad’havere à sfiatare ad ogni passo la vita. ò quanto mi veggo indegno d’una gratia sí grande, et mi è caggione di piangere di continuo, et confondermi fra’ me stesso, vedendomi con tanti miei demeriti d’haver fatto acquisto nulladimeno d’un tesoro sía grande, del quale havendo io già incominciato à godere, ò quanto mi paiono sciapiti al palato gl’altri cibi ò di vane pretenzioni, ò di falsi honori, d’onde credevo di cacciarne qualche midollo di sostanza; mà comeche erano vuoti affatto, d’altro non mi potevano cibare, che di quelche havevano, cioè di frondi, et di cortecce. fra’ gl’altri motivi adunque che mi spronano d’andare all’India, per tralasciare gl’altri che sono communi, uno solo espongo, et nella coscienza di Sua Paternità [lo ripono]; et è che vedendomi molto debitore à Sua Divina Maestà per molti anni, che hò speso inutilmente alla Compagnia; stimo di certo per obligo grave di compensare à miei debiti, di far quest’attione, d’abbandonar’affatto la mia vita, per offerirla in parte di quelche devo per li miei peccati et mancamenti. onde butta[to] à piedi di Sua Paternità gli domando con ogni instanza che mi conceda questa gratia d’essere nel numero di coloro, che hà destinato trà primi di manda[re] all’India. colà m’aspetta il mio Signore, et si compiace di darsi tutto à conoscere alla mia anima; già dà molto tempo che hò mandato avanti il cuore, resta solo che io col corpo lo giunghi. Con che confidato molto all’orationi di Sua Paternità la prego à raccommandare à Sua Divina Maestà questo mio negotio à suoi santi sacrificij, et gli domando per ultimo la sua santa benedittione.
Di [N]ostra Paternità
Servo humilissimo nel Signore
Gioseppe de Rosa
Felicissimo Indiano
Napoli 26 di Marzo 1649
(a) sí nell’interrigo
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Napoli 26 Marzo 1649 // Gioseppe Rosa // Indie
Al Molto Reverendo in Christo Padre Nostro il Padre Vincenzo // Carafa Preposito Generale della Compagnia di // Giesù // Roma