Tegrimi, Francesco, Rome, February 5, 1652
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Molto Reverendo Padre Nostro
Sono gia parecchi anni che Iddio mi inspirò desiderio della missione dell’Indie; e ne feci instanza al Padre Mutio Vitelleschi; Ma non corrispondendo dipoi ad una gratia si grande ne havevo alienato affatto il pensiero stavo à Perugia nel mio 3.°anno di scuola, e sopraggiunto da una febre gagliarda che ne suoi principi si mostrava maligna; rientrai al quanto in me, e riconoscendo l’obligo che havevo di dover dar stretto conto à Dio di questa chiamata all’Indie disprezzata da me, Mi raccomandai à San Xaverio pregando i Padri che stavan meco ad applicarmi una Sua reliquia, e con ciò mi sentij desiderio di rinovare i propositi, et in particolare di domandare di nuovo la licenza al mio ritorno in Roma; Partirno i Padri, et in un hora che stiedero al coro dicendo l’officio della Settimana Santa, et io alquanto dormij, mi ritrovorno nel lor ritorno senza febre, e senza ne pur Vestigio di male; Mi riconobbi perciò obligato al Santo; e perseverando per qualche mese, con qualche mutatione di vita, mi si raffreddò di nuovo il Desiderio; si che giunto à Roma lasciai di domandare la gratia al Padre Vicario generale che all’hora era; Quando la vigilia di SanXaverio
mentre stavo col mantello in dosso aspettando alla porta il compagno per andare à sentire li primi vespri; Mi sopraggiunge una febre che mi ferma in casa; e cagionandomi di poi una postema nella gola; et una resipola in faccia dopo di quella, due volte mi ritrovai in termine di morte; si che riconosciuto non solo da me ma da altri ancora evidentissimo il castigo del Santo, dalle circostanze massime del tempo; fu causa à me di non piccola confusione, in vedermi tanto beneficato da esso; non ostante che più volte li havessi mancato; e mi diede animo risoluto di voler dar sodisfatione al Santo, gia che con tante dimostrationi si dichiarava di volerla; Formai supplica al Padre Piccolomini e mi promesse di consolarmi; quando si fosse aperto qualche strada per là
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quale per allhora non vi era; la replico di nuovo à Vostra Paternita, assecurandola che in ciò nonmi muovo da capriccio subitaneo, ma dalla Necessità in che mi [vedo] di obbedire à San Xaverio; So che questo motivo come spinge me à pregarla della gratia con grandissima instanza; sarà ancora di Maggior efficacia appresso Vostra Paternita per concedermela, di quello che sarebbero le mie preghiere; però confidatomi solo in quello farò fine con assecurarla che se mai arriverò à poter dar qualche cosa del mio à Dio, non mi scorderò mai di Vostra Paternita che mi haverà in questo beneficato.
Di Vostra Paternità Molto Reverenda
Servo e Suddito humilissimo nel Signore
Francesco Tegrimi della Compagnia di Giesù
Roma li 5 Febbraro 1652