Distefano, Vincenzo (1812-1840), Palermo, April 25, 1840

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25

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334

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Molto Reverendo in Cristo Padre nostro

Pax Christi

Scrissi già io per la prima volta a Vostra Paternità una mia lettera, nella quale le significava l’ardente mio desiderio per le missioni estere. Torno orà con questa a manifestarle lo stesso desiderio, che sempre più mi si accende in petto alla lettura degli annali della Propaganda, scorgendo in essi il grandissimo pericolo, in che trovansi della loro eterna salute, innumerabili misere genti, le quali si giacciono nell’ombra della morte per mancanza di chi le scuota colla luce dell’Evangelo. Egli è vero, che quì non mancherebbe la messe da poter travagliare, ma essa non è sì vasta quanto è quella d’infiniti popoli idolatri; nè poi un’operario di più o di meno sarebbe d’una estrema necessità non mancandovi d’altri buoni e non pochi operarj, che coltivino la vigna del Signore: laddove colà, come Vostra Paternità ha ben rilevato dalle lettere de’ missionarî della nostra Compagnia, il bisogno di operarj è urgentissimo per la vastissima messe che v’ha, e però un missionario di più sarebbe in quelle terre infedeli la salute di tante anime; molto più, che, come si ha dà succennati annali della Propaganda e dalle lettere de’ nostri Padri missionarî, sono la maggior parte docilissimi e dispostissimi ad abbracciare la fede di Gesù Cristo. Ed è questa scarsezza di operarj, la quale ha fatto si, che e i Vescovi di que’ regni, e gli stessi cattolici sparsi quà e là, e i missionari d’ogni terra domandino a caldi voti l’ajuto d’altri operarj, come ultimamente ne hanno pregato Vostra Paternità i nostri missionarî del Madurè, padri Bertrand e Martin. Ah! Reverendo Padre, quante volte io penso al gran numero di coloro, che per difetto di ajuti spirituali si dannano, altrettante mi si affacciano le lacrime agli occhi, e nel dolore dell’animo mio dico tra me: sono costoro miei Fratelli per origine, per natura, per prezzo sborsato con tanto costo dal nostro Redentore; si trovano eglino senza saper come fuor dell’ovile di Gesù Cristo e però sull’orlo dell’eterna dannazione, ma chi gli riconduce traviati alla greggia salutare del Divino Pastore, mentre gli operarj sono pochissimi, nè bastano in molte parti a coltivare la sola piccola cristianità. Intanto moltissimi sono i nemici della Croce di Gesù Cristo e figli, com’essi sono del demonio, i cui rei disegni eseguiscono, non lasciano mezzo alcuno intentato per ispiantare ovunque il regno di Gesù Cristo. Tra questi che danno non fanno i soli Pseudo Apostoli Protestanti, moltissimi di numero? Giacchè adunque Vostra Paternità colle Encicliche dirette a tutte le Province invitando e confortando tutti i nostri alle missioni abbisogna di operarj: Ecce ego, torno a ripeterle, mitte me, ovunque le aggradi, e sperisi la maggior gloria di Dio e la salute delle anime. E benchè io sia, il confesso, un vilissimo strumento, non sa Ella che „infirma mundi elegit Deus ut confundat fortia? Altramente a qual fine Vostra Paternità scrive ed infiamma più i miei desideri, se devo sempre desiderare senza mai venire a capo de’ miei voti? Nè creda punto Vostra Paternità che io abbia concepito il desiderio delle missioni per un repentino entusiasmo o fervor di spirito, poicchè prima che io mi deliberassi a domandarle ne avea la brama, e non iscrissi e scrivo a Vostra Paternità che dietro aver premesse mature riflessioni e orazioni avanti al Signore il quale me nea ha ispirato il sentimento. Io finora mi sono affaticato e fatico, per quanto mel permettono il tempo ed i superiori, a ben delle anime nelle carceri, nelle piazze e in una piccola chiesa di Santo Stefano catechizzando il rozzo popolo. Spero, che il Signore

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aprami un più largo campo a faticare pe’ miei Fratelli. Oh! me beato se mi fosse dato di poter presto partire per quelle terre infelici a spandervi la sementa della divina parola, e con ciò a battere le orme de’ nostri Padri, e a sacrificare, se pure abbisogni, la stessa mia vita ad esempio loro, e molto più dello stesso Gesù Cristo, il quale „dedit semetipsum in redemptionem pro omnibus. Io spero, che Vostra Paternità non vorrà lasciarmi deluso ne’ miei desiderî; ne la supplico caldissimamente, e non la muova tanto la mia voce, quanto quella d’infinite anime che gridano ajuto, ajuto, e molto più del preziosissimo sangue di Gesù Cristo che sempre lamentasi con quelle parole „quę utilitas in sanguine meo. Me le raccomando adunque ne’ suoi santi sacrifici, e con tutta la filiale riverenza sicurissimo d’essere esaudito mi dico

Di Vostra Paternità molto Reverenda

Padre Giovanni Roothaan

della Compagnia di Gesù

Preposito Generale

Infimo Figlio in Cristo

Vincenzo Distefano

Societatis Iesu

Palermo 25 Aprile 1840

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Palermo 25 Aprile 1840 – Padre fratello di Stefano // petit missiones

Al molto Reverendo in Cristo Padre nostro // Il padre Giovanni Roothaan // della Compagnia di Gesù Preposito Generale

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“Distefano, Vincenzo (1812-1840), Palermo, April 25, 1840,” ARSI, AIT 1, 334, Digital Indipetae Database, accessed September 19, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/2365. Transcribed by EF.