de Paulis, Salvatore (1823-1886), Malta, July 10, 1848
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Rispettabile Signore
Non posso più astenermi di tenerle più a lungo celato, senza starne con scrupolo, ciò che il Signore vuole da me, come Ella stessa vedrà, e spero, che dopo di averle manifestato in breve la cosa, il Signore la faccia effettuare; mentre io credo essere stato questo il motivo, senza escludere il principale, che è la poca virtù che ho, di non aversi fin ora potuto eseguire, mentre ci sono state offerte bellissime, e nella conclusione fallaci, giusto perchè non ancora l’avea svelato a Lei, ch’è il vero interprete della volontà di Dio: eccomi subito al proposito.
Dal principio del mio noviziato ebbi sempre la vocazione delle missioni, ed in particolare in luoghi dove maggiormente si poteva patire, per iscondare in qualche parte il debito che ho col mio Dio; ma sempre mi si affacciava questa difficoltà, cioè, che non avendo arte non poteva effettuarsi questo desiderio, e quasi io in cambio di alimentare questa ispirazione, secondo che mi consigliavano i miei Padri Spirituali, l’andava spegnendo: ora però nella dispersione questo desiderio sempreppiù è cresciuto, e quel che più, vi sono state delle richieste per me intorno alle missioni, senza che io gli manifestassi il mio antico affetto, e senza che essi sapessero il motivo percui io mi tratteneva di manifestarlo; e tra le altre queste due ultime voglio brevemente contarle per esserle schietto, e per farle vedere s’è volontà di Dio, o pur nò.
Passando per Malta il Signor Ardia per andare alle missioni di America, dimandò di me, e facendogli io conoscere quanto era impossibile, benchè ne avessi tutto il desiderio, non avendo alcun arte, e non essendovi mezzi; allora Egli mi rispose, che se erano questi gli ostacoli che lo impedivano, lui ne avrebbe parlato ai Superiori, perchè per il primo non era necessario che io sapessi un arte, mentre bastava ciò che sapeva per catechizzare eccetera e per
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~Malta 10 Luglio 1848. Fratello Salvatore de Paulis –
petit missiones.~
il secondo egli stesso pensava ai mezzi: e parlatone ai detti Superiori, ne ottenne il consenso; ma quando fummo all’esecuzione il Signore dispose altrimenti, inviando in cambio mio il Signor [Papallo], facendomi dire in altra occasione sarete consolato. L’altra poi è stata, che venendo i Cinesi mi hanno ancor essi richiesto, e mostrandone ancor io il desiderio grande che ne aveva il Signor Massa si è astenuto il portarmi ora seco, per solo motivo di Ella glie l’avea inibito, che per ora fratelli non ne portasse, ed anche perchè i Superiori ora non poteano lasciarmi andare: ma Egli molto mi ha incoraggiato, e mi ha detto, che io sarei molto utile per la Cina, e che perciò ne facessi consapevole a Lei, acciò non manchi, ed anche mi disse, giacchè in questa spedizione non puoi venirvi, anche perchè lo stato delle cose di questa casa, non possono cosi presto abbandonarsi, mentre l’altro ostacolo si sarebbe potuto superare; almeno con l’altra spedizione, che sarà tra breve dei Genovesi, non mancate, mentre io vi aspetto.
Ma io pria che termine è necessario, ch’Ella sappia anche quali sono state le difficoltà che i Superiori di quà abbiano impedito per ora il mandarmi; precisamente queste: la principale replico, sarà stata della mia poca virtù, ed in questo ne son più che persuaso; ed anche perchè mi trovo ancora per compagno del Signor Fava, e benchè per ora non gli presti tutti quei servigii che si dovrebbono, per le altre e continue occupazioni che ho; pure il lasciarlo cosi, non solo a me riuscirebbe di grandissimo dispiacere, m’ancora ad altri; non parlo di Lui perchè è pieno di virtù: e l’altro è che io facendo il procuratore, spenditore eccetera eccetera non so se trovino un altro in questa casa da potermi supplire.
Ecco dunque quanto in breve volea significarle; ma spero, che io dopo aver dato quest’ultimo passo, possa il Signore pienamente consolarmi, purchè sia sua volontà, con una favorevole risposta, giusto per disporre le cose, e non aspettare il momento della partenza, se il Signore vuole, per assestare, ed istruire in altro in cambio mio.
Tanto spero dalla Carità e Paternità di Lei, e con tutta obbedienza e rispetto mi dico Suo Obbedientissimo Figlio
Fratello Salvatore de Paulis
Malta 10. Luglio 1848