Digioanni, Francesco , February 3, 1842
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Molto Reverendo in Cristo padre
Pax Christi
Anziché l'usanza che ve n'ha, un intimo sentimento di gratitudine è quello che mi muove a rendere colla presente le più sincere grazie alla Paternità Vostra per essersi ella degnata di unirmi più strettamente alla Compagnia col mezzo della solenne Professione. E tanto lo faccio più di cuore, quanto che io riconosco pur troppo in me stesso meriti per ben altro che per mia grazia così segnalata. Siccome poi la miglior gratitudine, e quella che la Paternità Vostra più desidera, sta certamente in questo, che io me ne renda almeno per l'avvenire, se non al tutto degno, il che non potrò mai, almeno il men indegno che mi sia possibile; questo cercherò di fare col divino ajuto, e spero anche di riuscirvi mercè le orazioni e i sacrifizi de' miei fratelli e specialmente della Paternità Vostra, a cui perciò singolarmente mi raccomando siccome il bisognoso de' suoi figliuoli.
Con questa occasione permetta che ancora intorno ad un altro punto le apra sinceramente il mio cuore. Io ho sentiti sempre insino ad ora, e da alquanti anni a questa parte ancora più vivi i desideri delle missioni straniere, e questi non per altro fine che per faticare in pro delle anime dove pur la scarsezza degli operaj mi pareva di potere sperare maggiore abbondanza di frutti. Non ho però osato mai di farmi innanzi per domandare una tal grazia, e ciò precisamente perchè quantunque mi paresse di non essere del tutto sfornito di alcune delle qualità o necessarie o utili a tal ministero, come sarebbe animo poco pauroso dei pericoli corporali, forze sufficienti a tollerare disagi e fatiche, facilità di adattarmi ad ogni genere di vita, e per quanto mi sembra, ancora ad apprendere alcuna delle lingue straniere, specialmente lo Spagnuolo e l'inglese, oltre al francese che già quasi posseggo; tuttavia pur troppo riconosceva in me un gran difetto di virtù, e quindi temeva di proferirmi da me stesso per un cimento che ne richiede molta. Dello stesso sentimento sono tuttavia, e perciò neppure al presente ardisco per lo stesso motivo di fare espressamente una tale domanda. Per altro questo protesto con tutta sincerità alla Paternità Vostra che dove Ella di per se spontaneamente si movesse a porre perciò gli occhi sopra di me, ne sarei consolato di sommo, e l'avrei per una delle maggiori grazie che io potessi ricevere al mondo. Di questo poi per ogni modo la supplico, di non risparmiarmi per qualunque siasi laborioso od umile ministero, confidando io che dove sia la Santa Ubbidienza che ricerchi da me alcuna cosa, ancorche molesta o difficoltosa, Iddio mi darà grazia abbondante per eseguirla con quello spirito che debb'essere proprio de' figliuoli della Compagnia. --
E con ciò raccomandandomi di nuovo ai Suoi Santissimi Sacrifici e baciandole evidentemente le mani mi protesto
Della Paternità Vostra Reverendissima
Infimo in Cristo Servo e figliuolo
Francesco Digioanni Societatis Iesu
Piacenza 3. Febbraio 1842.
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Piacenza 3. Febbraio1842. // Padre De Gioanni // Ringrazia della professione // Si offre alle Missioni // Al Molto Reverendo in Cristo Padre // Il Padre Giovanni Roothaan Preposito Generale // della Compagnia di Gesù // Roma