Meloni, Giovanni (1817-1864), Nice, December 7, 1841

Grade S.J.

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7

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430

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Molto Reverendo in Cristo Padre Generale.

Pax Christi

Permetta la Paternità Vostra che ancor io me le presenti a chieder grazie, ed offrirmi alle Sante Missioni. Da che per misericordia, e liberalità del Signore vesto il santo abito della Compagnia, ogni anno al tempo de' Santissimi Esercizii mi sono sentito sorgere in cuore il desiderio d'andare ancor io a lavorare tra gli'Infedeli nella vigna del Signore, e questo desiderio, che durava anche dopo gli Esercizii, tanto era in me più vivo, quanto era maggiore la mia diligenza nell'osservanza delle regole, e nell'adempimento de' miei particolari doveri, come due volte lo manifestai a' Superiori. Però al considerare la povertà mia Spirituale, e le mie miserie, mettendole a riscontro con le sublimi virtù di tanti Padri, e Fratelli, che attesero alle Missioni, e non essendo io ancora Sacerdote, pareva a me il chiedere questa grazia una sì alta presunzione da non doverne far molto. Vero è che non so quale spirito mi ripeteva allora internamente quelle parole: tutto posso io in quello, che mi conforta: e con ciò io mi sentiva mosso ad offerirmi al Signore, e studiava di dispormi coll'osservanza regolare a quello, che Dio avrebbe fatto di me. Questo anno principalmente nel far la scuola ho sempre avuto gran sete di salvar anime, e nel tempo degli Esercizii molto si accrebbe, e siccome, per misericordia di Maria Santissima, da quel tempo mi pare, d'aver qualche sollecitudine, e impegno d'osservar le regole, e far con esattezza le cose Spirituali, così ancora più che per l'addietro aspiro alle Missioni, e in conto di somma grazia le domando a Dio benedetto, ed alla madre Santissima. Non ho molto però, che lettesi alcune lettere scritte dall'Albania da quei nostri Missionarii io intimamente mi credetti mosso a scriver questa lettera alla Paternità Vostra. Voleva farlo appunto per la festa della Concezione, ne supplicai la Beata Vergine e il Padre Spirituale, che mi diceva d'aspettare, ieri finalmente mi consenti di scrivere, ed opportunamente mi si offre la bella occasione d'un mio scolaro che recasi costà per pochi mesi co' suoi genitori, ed anderà a proseguire gli studii al Collegio Romano.

In quelle lettere venute da Albania io vedeva, che un Maestro non sarebbe stato ozioso, né inutile in quei paesi, e in buon punto, al sentirle leggere, mi raccordai, che quando il Reverendo Padre Provinciale, fatti gli studii della Filosofia mi destinò ad insegnare, i Professori, ed i Fratelli Scolastici tenevano per certo, che non avrei potuto reggere alla fatica, ma pure, secondo le mie speranze, concesse a me il Signore tanta forza che potei ancor io secondo la mia piccolezza attendere alle incombenze di Maestro con buona sanità, e tuttora la conservo. Pertanto mi parve allora che fossero tolti i due forti ostacoli della sanità, e del non esser Sacerdote, né l'altro più serio della mancanza d'ogni virtù mi ha potuto togliere l'ordine di offerirmi a Vostra Paternità e tanto più animosamente ho creduto di poterlo fare, quanto che Vostra Paternità nella lettera che ha scritto sulle Missioni esorta a farlo, tutti quelli, che sentono in se questi desideri. Poichè scrivo a Vostra Paternità, che sebbene con mio demerito pur mi è Padre, devo confessarle ingenuamente, che se avvenisse di ottenere io la grazia che Le domando, con ragione sclamerebbe ognuno: Infirma mundi elegit Deus: ma pur me Le metto nelle mani, chiedendo sì, ma chiedendo solamente quello, che è per me il migliore, cioè la disposizione di Vostra Paternità in qualunque modo, tempo, e luogo. Le dirò altresì, che mi pare d'aver piuttosto facilità nello imparare le lingue. Posso usare i libri Spagnuoli, e francesi senza aiuto di vocabolarii, e per parlare in quelle lingue non mi manca che l'esercizio, ed ho fermato meco medesimo di applicarmi seriamente alo studio della lingua greca, che secondo quelle lettere pare necessaria in Albania.

Tanto ho creduto di doverle manifestare mettendomi a piedi della Paternità Vostra. Ora le prego dal cielo in occorrenza di queste prossime solennità le più elette benedizioni come figliuolo ad un Padre, e baciandole la mano mi prendo la libertà di chiederle la Santa benedizione nell'atto, che ho l'onore, e la consolazione di protestarmi rispettosamente

Di Vostra Paternità Molto Reverenda

Infimo, ed Umilissimo Servo in Cristo

Giovanni Meloni della Compagnia di Gesù.

Nizza di mare li 7 Dicembre 1841

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Nizza 7 Decembre 1841. - Fratello Meloni // petit missiones Albaniae praesertim // Al Molto Reverendo in Cristo Padre // Il Padre Giovanni Roothaan // Preposito Generale della Compagnia di Gesù // al Gesù // Roma

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Citation

“Meloni, Giovanni (1817-1864), Nice, December 7, 1841,” ARSI, AIT 1, 430, Digital Indipetae Database, accessed September 19, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/1730. Transcribed by ER and MR.