Stella, Marco , Messina, December 8, 1625
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Molto Reverendo in Cristo Padre
Pax Christi
Se bene scrissi à Vostra Paternità i giorni a dietro col Padre Giacomo Domenichi Procuratore di questa Provincia, e pare, che quella lettera fusse stata per esser sufficiente per ricordare à Vostra Paternità il mio focoso desiderio, che il Nostro Signore Giesù Christo per sua bontà mi communica della felicissima Missione dell’Indie; nondimeno è tanto il fuoco, che ogni giorno più va crescendo nel mio core, che con tutto che non puoco dubitassi di non infastidirla con le mie importune lettere, con tutto ciò mi ha spinto etiamdio non volendo à scrivergli di nuovo, e di nuovo con affettuose lagrime per le piaghe del Buon Giesù à supplicarla, che, se gli è cara, come la sua ardentissima carità di Padre mi promette, la salute dell’anima mia, voglimi in un negotio tanto con essa congiunto consolare. O Padre mio dolcissimo mi sento una voce interiore, che mi dice, che adesso è tempo. O felice l’anima mia, se io l’haverò in una tal’occasione per amor del Benedetto Giesu à perdere, ò per meglio dire à guadagnare. O che sete, che il mio Signore mi communica di spargere il sangue, e la mia vita per quell’Anime, per le quali il medesimo Dio non isparmiò la sua. Non altro priego nelle mie fredde orationi ogni giorno al Signore, non altro desidero. Et imparticolare hoggi, che è il giorno dell’Immacolata Concettione della Santissima Vergine mia particolar Signora, e guida massime in questo negotio, non posso dire, quanto mi si sia aumentato il disiderio, che parmi non poter più durare in Vita senza il suo compimento. E se Vostra Paternità dubita della mia habilità, fà da prudente Pastore. et io ancora confessomi per molto inhabile, et indegnissimo. Mà ò Padre dell’anima mia non più abbassi gl’occhi la priego per amore della Beata Vergine, nella mia viltà, et inhabiltà, ma più presto sollevigli a’ mirare chi è quello, che chiama, quale non solo mi può dare ogn’habiltà, mà per sua gran bontà, come ne ho certissima speranza, me la darà. Miri in Giesù, che à sé per tal Via mi tira, e non mi disanimi con lunga espettatione. E se fù mai tempo, nel quale io gli ho domandato questa gratia con fervore, questo si e, nel quale con l’Occasione della Venuta del Padre Procuratore dell’Indie, molti saranno chiamati in quei felici Regni, tra’ quali prego quanto posso affettuosamente Vostra Paternità mi vogli annoverare come il minimo di tutti, e quando non per altro, almeno per servirgli nel viaggio da Garzone, come con la maggior sincerità del mio core in penitenza delli miei gravi peccati, e per amor del mio Buon Giesù me li dedico. Con che fo fine di core raccomandandomi alli Santi Sacrificij et orationi di Vostra Paternità.
Servo indegnissimo nel Signore
Marco Stella
Messina 8. di Decembre 1625.