Camassa, Diego, Naples, April 21, 1617
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Molto Reverendo in Christo Padre Nostro
Pax Christi
Sono ala fine non più figliolo; sono intiere le forze, e d’ottima sanità. credo, che questo è il tempo da me tanto aspettato d’andare, dove Dio mi chiama; alla salute di tante anime che si perdeno, à raccogliere quel pretioso sangue di Christo, che và per terra; à predicare col sangue, ò felice Diego se ciò sarà! et io l’aspetto Padre mio, sò bene che essendo stato sempre assicurato in questa mia vocatione per tante giustissime vie da miei superiori, e Padri spirituali: io sono nato per l’Indie: né alcuno me le potrà togliere: son mie, et io non hò da dare stretto conto avanti al tribunale del grand’Iddio. così s’è compiaciuto quella misericordia e potenza infinita infimum mundi eligere à ministero sì grande. lo lascio fare. So bene, che essendo Vostra Paternità continovamente quel che il Signore hà [...] mi potrà mancare. Pure per non mancare io à me stesso, anzi à Dio, sò quel che à me tocca. e per[...] metto nelle mani e piedi di Vostra Paternità con totale indifferenza in tutto, che ella vorrà disporne. Poi gli ricordo quel che altre volte l’hò proposto: Che io son nato, et entrato in questa felicissima e fortissima Compagnia di Giesù per soggiogare à Dio non una città, ò un Regno: ma centomila mondi se [nonnon] fossero tanti. Sento Padre nel cuore cresciuto ogni giorno via più l’incendio, et m’infiamma à questa nobil conquista. Lascine dunque hormai Vostra Paternità seguitare il mio Capitano all’Indie, ch’è già tempo. egli m’have aperto una vastità immensa; et ò che belli frutti, che n’aspetta. non mi spaventano le molte difficoltà, che sò d’haver à sopportare; perché hò chi mi dia cuore e forze. Stà sicuro, Padre mio, che ivi ò la gloriosa morte per Christo (ò utinam), ò qualche cosa sarà. basta fare bena conoscere Dio, che have eletto me pover’huomo, ne glorietur in conspectu eius omnis caro. misericordiosissimamente solo affermo à Vostra Paternità, che stà in sua mano, ch’io diventi un’Apostolo, per Dio nonmanca; et io già mele sono offerto, et offerisco, debolissimo instromento, non ho dubio alcunob: ma in mano di quel figlo qui vocat ea, quae non sunt, tanquam ea quae sunt, […] quel che vuole. Finisco. Padre mio. è già tempo, non è necessario (io hò da studiare), finir quivi li studij per tanti capi quanti sà Vostra Paternità. Et se pure volesse ch’io prima finisca la filosofia, quel che vorrei che non fosse: almeno, ò Padre mio, [famme] sicuro. aprimi il cuore, ò Padre dolcissimo, et unico, che mi sei in luogo di Giesù Christo. Ardo, Padre mio, ardo e lo scrivo con le lagrime agl’occhi. Ecco il mio cuore nelle mani, e piedi di Vostra Paternità con ogni indifferenza: ne me ne partirò mai, se non à pieno à pieno consolato. Fammi stà gratia, Padre mio; perché, ancorché ne sia indegno, li son figlio. e non la cerco per me, mà per Giesù Christo crocifisso e per la Santa Chiesa di Dio. Fatemela per amore della Beatissima Vergine, per il Nostro Santo Padre Ignatio, e per tutta la corte del Cielo. Seguo Vostra Paternità nelli Santi Sacrificij et orationi cotidanamente. e gli priego dal Signore ogni bene, e voglia di consolarme.
Di Vostra Paternità servo, e figlio indegnissimo nel Signore
Diego Camassa
da Napoli 21 Aprile 1617.
(a) ben nell’interrigo
(b) alcuno nell’interrigo
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Napoli 21 d’Aprile 1617 // fratello Diego Camassa // Indie con grand’affetto
Al Molto Reverendo in Christo Padre Nostro, il Padre Mutio // Vitelleschi Generale della // Compagnia di Giesù // Roma