Finechiaro, Mario, Palermo, May 27, 1640
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Molto Reverendo Padre Nostro in Christo.
Pax Christi
Scrivo di nuovo à Vostra Paternità intorno alla mia Vocatione del Giappone, priegandola col più sviscerato affetto del cuore ad haver compassione d’un suo figlio in Christo in cosa tanto pia: e sappia che non mai più sarò scordevole d’un tanto beneficio per me Unico, e singolare. E benche ne sia forse cagione il non esservi commodità non essendo venuto il Procuratore della China, pure non posso quietarmi, sapendo che Vostra Paternità, questo non ostante, può consolarmi; come hà fatto adesso con qualcheduno; per il che non posso non affligermi di Santa invidia: di gratia mi vogli consolare, perche ne resto pur troppo rammaricato; sentendomi interiormente riprendere come da puoco, et immeritevole: almeno mi prometta che frà i primi, che saranno chiamati, vi sarò anche io; poiche non conosco altro rimedio per alquanto quietarmi che questo. Padre questa scrivendo mi vengono le lagrime di tenerezza, ne sò come esprimerle il mio Cuore, e questa cosa si è per me sollecitudine, et ansia assai dolorosa. Finisco per non più fastidirla, solo ricordandole che sono assai, assai sconsolato, et afflitto nel mio cuore, ad altro non pensando [c]he a questo, priegando la Beatissima Vergine che si compiaccia priegone finalmente Vostra Paternità a miei giusti prieghi; et offerendomele prontissimo me le raccomando nelli Santissimi Sacrificij, et Orationi.
Di Vostra Paternità.
Servo, e figlio in Christo indegnissimo.
Mario Finechiaro
da Palermo 27 di Maggio 1640.