Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro.

Pax Christi

Dall’ultima di Vostra Paternità intesi l’occasione che s’aspettava d’havere ad inviare Operarij alla Cina, adesso ricordo a Vostra Paternità, per l’amore di quel Signore che adoriamo bambino nel Presepe, l’essecutione della mia Vocatione à quella Vigna, vedendo che quel Signore che s’è degnato chiamarmi non vuole tardanza, e quel tempo, che mi concede di vita giusto è che lo spenda in quello perche me lo conced[e], cioè in tali fatighe, tanto che, come altre volte hò detto, m’offerisco à servire nelli più bassi servitij quelli Padri che in questa Missione saranno prima inviati, purche mi si conceda con loro l’andata; e se stò sproveduto d’ogn’altra cosa humana, sò che non mi manca questo corpo per affatigarlo in tali servitij, ne il sangue per spargerlo per chì l’hà sparso prima per me. Per questo effetto medesimo, cioè per l’acquisto dello Spirito, e delle lettere, che Vostra Paternità in tutte le risposte delle mie lettere m’incarica vengo con questa à pregare da Vostra Paternità una cosa, che è l’unica, che per adesso io desidero in questa vita, doppo l’andata al Giappone per servitio del Nostro Signore, cioè che havendo io sperimentato, si come tutti gl’altri miei Compagni il grande bene venuto dal Cielo all’anima mia per essere stato nel santo Retiramento, lo chiamarò come l’ho provato, Santuario, ò Paradiso in terra, et adesso che siamo nel secondo anno della Filosofia temendo un pericolo d’esser tolti da questo Santo luogo prima di finire tutto il corso, ò vero nel fine di quest’anno litterario, ricorro, come hò detto, da Vostra Paternità Nostro Padre, eche tutto stà per la gloria di Dio, e nostro bene spirituale, si vogli compiacere farci questa gratia, che non siamo privati di quel bene, che Dio ci hà fatto toccare in sorte, ne fare svanire con una tale immatura uscita quello, che l’stesso Signore per suo servitio, e col mezzo di questo santo Retiramento è andato aggiustando in noi, e mi vogli concedere questa consolatione d’assicurarmene. Vorrei Padre Nostro poterli in questo foglio mandarli il mio cuore per farli vedere tutto il mio sentimento sopra di questo, ma spero che supplirà in ciò il desiderio di Vostra Paternità del bene della Compagnia e dell’anime nostre, che l’ono e ‘l’altro stanno grandemente interessati in questo particolare; il primo per la forma che in questo Santo Ritiramento si piglia d’un vero operario della Compagnia, et aggiuto particolare ancora nelli studij e l’2°. per lo stabilimento di quello Sua Divina Maestà s’è degnata ponerci nel cuore sino del Novitiato, et ò mi fusse concesso menare tutta la mia vita in stato di Quadriennio, e non mancare all’essercitij della Compagnia per godere questo dolcissimo staccamento e separatione da ogn’altro; che è stata la principale causa del nostro bene, e nella quale ci è graditissima ogni strettezza. Da questi capi io prendo confidenza di pregare questo da Vostra Paternità e d’ottenerlo, benche per li miei mancamenti et incorrispondenze alle Divine gratie che in questo luogo Santo ci piovono sopra, ne sono indegno. Et aggiungo che mi tenerei grandemente aggravata la coscienza se non ponessi tutto il mio potere in impetrarlo, atteso il pericolo che temo all’anima mia dal contrario; e per giudicare che si ponerebbe grande impedimento à quel che il Signore vuole da me se seccedesse quel che temo.

Prego di nuovo Vostra Paternità à farmi questa gratia, e farmene certo, con che buttato à Suoi piedi cerco la Santa benedittione con raccomandarmi alli Santi Sacrifici et Orationi di Vostra Paternità

Di Vostra Paternità

Indegnissimo servo e figlio in Christo

Antonio Roppoli

Napoli 28 Decembre 1650.