Castelli, Salvatore (1798-1847), Palermo, January 21, 1834
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Molto Reverendo Padre Nostro in Cristo
Pax Christi
La lettera di Vostra Paternità sulle Missioni straniere è stata per me come una scintilla eletta, che ha servito ad avvivare entro il mio spirito quel fuoco di santi desiderj eccitati fin dal Noviziato alla lettura delle nostre storie, e delle vite de’ nostri celebri Missionarj, nutrito in seguito nel corso de’ miei studj, e d’altra occupazioni religiose, e ultimamente al 1831 nella ricorrenza di mia solenne professione sviluppatasi fino al punto di muovermi a farne le dovute inchieste alla Paternità Vostra. Sì, molto Reveverendo Padre nostro, avea io nell’occorrenza antidetta formato una lettera di ringraziamento a Vostra Paternità per promosso contro ogni merito al grado di professo nella Compagnia; e profittando di quella circostanza la pregava caldamente, ond’essere messo a parte a far numero a quella spedizione, cui venne assortito il Padre Riccadonna. Era questo il doppio oggetto di quella lettera, che restatami allora non so come inoperosa, il decorso del tempo rese poi totalmente inutile, per rossore che m’ebbi di non averne fatto tosto la rimessa, e di aver a quella forma mancato al più sacro de’doveri, che mi correva prestissimo verso la Paternità Vostra molto reverenda. Ma comunque fosse andata allora la facenda, non voglio ora farmi cader dalle mani un’occasione tanto propizia. Egli è vero che la mia niuna virtù, e la mia salute malsana, oltre alla cortezza d’ingegno, di cognizione, di Lingue mi fan conoscere esser temeraria la mia pretesa, e che il domandar le Missioni straniere, senza che m’abbia il corredo necessario ad una tanta opra, è lo stesso che tentare Dio: di ciò mi persuado. Ma ove a Dio piaccia volersi servire d’inutili strumenti ad operar cose grandi, sarà forse a lui impossibile l’ottenerlo a questo modo? Or la Missione dovrà venire da Dio: egli la darà per lo canale de’ suoi rappresentanti, quali per me sono i miei Superiori: questi conoscono appieno e per se medesimi, e per la mia confessione la mia insufficienza a tanta impresa; ove occorra adunque ch’io venga destinato, la mia Missione verrà da Dio, il quale ottimamente saprà formar dalle pietre Figlioli d’Ambramo, e rinnovar quegli stupendi prodigj di sua destra onnipotente nelle persone che adopera all’Apostolico ministero a prò delle anime dal prezioso suo sangue ricomprate. Così essendo, eccomi, molto Reverendo Padre nostro, nelle sue mani: disponga di me asseconda de’ lumi, che opportunamente Le comunicherà il Signore, e, dov’occorra ch’io non abbia ad aver la sorte d’essere tra gli eletti, resterò egualmente contento che se destinato vi fossi, e m’impegnerò a rendermene meno immeritevole che mi sarà possibile col divino ajuto.
La prego intanto a non dimenticarsi di me ne’ suoi santi sacrifizj, mentre con filiale rispetto mi dico
Di Vostra Paternità molto Reverenda
Infino in Christo servo
Salvatore Castelli
Palermo 27 Gennaro
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Palermo 21. Jannaio 1834 // Padre Castelli // Petit Missiones
Al Molto Reverendo in Cristo // Il Padre Nostro Giovanni Roothaan // Preposito Generale della Compagnia di Gesù // Roma