Du Marteau, Giovanni Battista (1810-1867), Naples, December 21, 1833

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Pax Christi

Molto Reverendo Padre

Inesprimibile si è stata la gioa onde compreso alle fauste nuove intorno le Missioni al Monte LIbano, in render a Dio beneficio e dignatesi benedire, secondare e professare le fatiche de’ Nostri in quelle rimote infedeli regioni, non ò potuto contradirmi d’avantaggio far noto a Vostra Paternità gli accesi desideri del mio cuore resi ormai insoffribili dall’averli lunga pezza occultati, e dall’ansia di appalesarli. E se Vostra Paternità, come ivi esprimesi, desidera se ne approfittino quelli, che a tanto Iddio Nostro Signore sarà per chiamare; parmi certo qual obbligo da ciò […] che io Le apra quelle ispirazioni, tali parutemi, che fu grazioso Nostro Signore in me vivissimo far sentire.

Esse, fuor l’ingannarmi, non sono abortivo parto di all’istante suscitate fantasie, onde ancor chi pusillanime all’udir di battaglie l’infiamma, ed agogna trovarsi tra le mischie e ‘l sangue; ma bensì il frutto di meditazioni, orazioni e lagrime, che in me accesero, per sola sivina misericordia, ardente brama di consecrarmi tutto alla salute de’ prossimi tra gl’Infedeli. Tutto ciò fin dai primi albori del mio Noviziato, di cui il secondo anno declinava a compiersi insieme al terzo vigesimo di mia età.

Considerare un amabile infinito qual’è l’appassionato Gesù non essere da tutti amato, e più non conosciuto, e l’oltraggiosissimo d’ogni altro, scambiarlo col suo giurato nemico, e in sua vece adorarlo: veder la poca o niuna stima farsi del suo preziosissimo sangue, e mentre in altri tempi popolossi di armi e soldati l’Europa per liberare i Santi Luoghi di Palestina, or non offerirsi, o appena, chi generoso del viver suo il consacri alla conversion di quei miseri, che sebbene posseggon di Cristo le pietose memorie ne ignorano e sprezzan la fede: tornarsi a mente quel dolersi, e bene, di San Francesco Saverio, che prima l’interesse e la cupidigia, a fronte di tremendi pericoli, e […], apriron il varco tra’ tempestosi Oceani, di quel che l’Evangelo tentasse posteriormente, se non meno ardito come l’empio Moro nel propagare sua infame […]: siffatti or stessi sensibili stimoli al mio cuore vi suscitavano, e suscitavano ardenti brame di rivendicare la Fede oltraggiata nella sua importanza, che preziosità, affetto all’egoismo attenente à propri comodi e vantaggi, senza brigargli della salvezza de’ simili, della gloria del suo Dio, e del […] con cui Egli rimerita i prodighi di se medesimo per Essolui.

Quindi o naturale sensibilità o tutt’altro, che […] lungi dal persuadermi, certo mi discorrevan lagrime dagli occhi, talora calde e copiose; non l’una ma le cinque e più volte, quante lo attentamente affisarmi in così compassionevoli rimembranze. Di che apertomi col Superiore ne tolsi in risposta lo zelar di me stesso doversi sempre anteporre a tali ispirazioni pur […] meritarle esaudirle.

Non acquietossi tanto l’animo mio, e redivive tuttora sono, e furono siffatti pensamenti e considerazioni. Se non che a vivificarle di continuo prestansi le lettere de’ Nostri più illustri che santi Missionari, e a quando a quando le novelle del monte Libano, ove son diretti i miei pensieri. L’ultima de queste diè finalmente il crollo alla mia irrisolutezza sul dimandare a Vostra Paternitàpiù che in altro tempo, al presente, se non di riscontro come la brama, almeno lusinghiere licenze o promessa da non perderne i desideri la speranza. Nel che forte contrasto ò dovuto sostenere, e sostengo col mio amor proprio, che inclinato tutto alla superbia, il lustro delle scienze apponendomi tentò e tenta svagarmi da’ meie proponimenti e sventarli. Ma quel di Sant’Agostino “[…] indocti et […] regnuum Dei, et nos cum nostris literis […] in profundum” si è stato il martello servitomi a ribatterlo. Anzi sono risoluto, ove Vostra Paternità mel conceda, a’ soli studi di Teologia applicarmi per ascendere al Sacerdozio, facendo di tutt’altro sacrifizio al mio Gesù, chi solo e Crocifisso importa sapere: e ciò ancora perché nel secolo, alla men peggio, […] di scienze fino alla Legale taluna o tal altra cognizione.

Riman solo che Vostra Paternità, cui con sincerità mi aprii, salvo sempre il deludermi, determini il meglio le parrà nel Signore sull’esposto, onde confermarmi o disingannarmi, per farvi o desistere, fomentarmi o acquietarmi; a dogni modo ripetere quel di Nostro Signore Gesù dopo […]: “Servi inutiles sumus quod debuimus facere fecimus”.

Prego infine Vostra Paternità perdonarmi l’ardimento, non che il cattivo stile in esprimermi, resomi connaturale disgraziatamente qual retaggio della confusa letteratura del secolo; e chiedendole la Santa Benedizione, in attendimento di che Le piaccia degnarmi rispettosamente mi rassegno

Di Vostra Paternità

L’infimo ubbidientissimo servo in Cristo

Fratello Giovanni du Marteau

Napoli 21, Dicembre 1833.

Dal Noviziato della Compagnia di Gesù       

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Napoli 21. Decembre 1833// Fratello Marteau

Al Molto Reverendo Padre in Cristo // Giovanni Battista Rhoothaan Preposito Generale della // Compagnia di Gesù. // Roma

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“Du Marteau, Giovanni Battista (1810-1867), Naples, December 21, 1833,” ARSI, AIT 1, 120, Digital Indipetae Database, accessed September 19, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/2487. Transcribed by MR.