Coppola, Giovanni (1801-1860), Palermo, August 29, 1833
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Molto Reverendo in Christo Padre nostro
Pax Christi
Sento nell’animo un vivo desiderio di spendere la mia vita nella conversione degl’infedeli. Esso per quello che a me ne pare, mi è stato messo nel cuore da Dio nostro signore. Io tra per acquetare i rimorsi che ne ho alla coscienza tenendolo chiuso, tra per non essere ingrato a sua Divina Maesta che me lo ha ispirato, l’apro a Vostra Paternità a cui solo si appartiene conoscer l’indole di cotali ispirazioni, e […] il quando il come e per chi è volontà di Dio che si mandino ad effetto. Per entrar dunque in materia, questo mio desiderio riconosce il suo principio sin da quattordici anni sono nel tempo del mio noviziato, e fu si caldo nel suo primo nascere, che io era per impegnarmici con voto, se chi pigliava conto delle cose dell’anima mia non arrestava i primi sfoghi. Da quel punto in poi non cessò mai di mostrarsi vivo nel cuore facendomene a quando a quando or più or meno forti sentire le acute punture. Più volte io l’apersi a’ padri dell’anima mia, ed altrettante mi fu approvato, e n’ebbi di grandi conforti a mantenerlo. In questi ultimi anni poi quando Vostra Paternità aperse la missione del Libano ed ingresso di soggetti quella di Grecia, io fui sul punto di scriverne a Vostra Paternità, senonché sconfortatone perchè nè ancora sacerdote nè senza il necessario corredo degli studi poco o nulla utile sarei stato alla salute de’ prossimi; trasposi ad altro tempo la mia domanda. Esso è ora venuto: già son sacerdote da più d’un anno, e da due mesi ho fornito il corso de’ miei studi; aspetto solo che i miei desideri sieno approvati ed esauditi da Dio per la viva voce di Vostra Paternità che tiene il suo luogo. Io dunque mi rimetto tutto tutto nel suo arbitrio, faccia di me ciò che meglio le aggrada: mi mandi dovechessia e in quella condizione e ministero, che vuole, o mi lasci in quel luogo e stato dove sono al presente; accetterò come dalla mano di Dio ciocchè di me sarà ordinato. Io manifestando il mio desiderio ho fatto quanto a me si aspettava e verso Dio per non esser sordo alle sue chiamate, e verso me stesso per non restare con scrupoli alla coscienza; tocca a Vostra Paternità l’altra parte di concedere o negare: ma nell’uno e nell’altro caso io sarò del pari contento. Sono
Di Vostra Paternità Reverendissima Reverendo Padre nostro
Padre Giovanni Roothaan della Compagnia di Gesù Generale
Infimo in Cristo Servo
Giovanni Coppola
Di Palermo a’ 29 Agosto 1833.
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Palermo 29. Agosto 1833. // Padre Coppola Giovanni
Al Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro // Il Padre Giovanni Roothaan Generale della Compagnia Di Gesù // Generale // Roma