Franco, Gianfrancesco (1784-1849), Palermo, October 21, 1841
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Pax Christi
Molto Reverendo Padre
Il presentatore di questa mia lettera è il Padre Morillo, il quale avviso, che fara bene l’ufficio suo. Questi é un soggetto, a sentimento dei Nostri, più d’ogni altro atto ad agire, da portarsi negli affari con buona soddisfazione della Provincia, perch’è di spirito religioso, sincero, prudente, e nemico della parzialità, e dell’umano rispetto. Ma lo scopo principale della presente si è significar a Sua Paternità Molto Reverenda, che la mia propensione di far ritorno al vasto campo delle Missioni è continovamente meco, e non si è mica diminuita; anzi le lettere, le quali mi s’inviano di quando in quando d’[Atene], e dalle Isolea, vie più me le eccitano, e me l’accrescono. l’assicuro, ch’esse sì mi commovono, e sì m’interessano, che mi astringono a desiderare, che mi sia dato di esservi di nuovo mandato, e mi fanno aspettare bene da Lei un bel ordine di ritornarvi ad effetto, a costo di patire qualunque incomodo e persecuzione, per rinnovare in que’ popoli, che si affrettano il mio ritorno col desiderio, lo spirito del Cristianesimo, il quale va estinguendosi a passi presti. Ella avrà sentito senza dubbio, che io quì non istò ozioso: tutta volta davvero si verifica ciocche ultimamente mi ha scritto un Sacerdote di Tine, ch’è il più degno e il più zelante; cioè sono di opinione, che ha guadagnato più meriti e corone in questi deserti tra gli Scismatici, e Maumettani, e tra tanti cattivi Cattolici in un solo anno, che in tutti gli anni che farà nella Cristianità. Ah! Possibile, che il nostro Caro Padre si dimenticherà di Tine, di Syra, e di tutto il Levante? Non credo sua Reverenza, che Tine si dimenticò del suo apostolo Padre Franco. Chi ha un poco di fede conosce e predica il bene, che ha avuto tutto il Levante da’ suoi sudori e fatiche. Tutti nelle circostanze e Secolari ed Ecclesiastici dicono il suo bene. Difatti la faccenda pare che va così; imperciochè io essendo avezzo al predicare alla Greca di uno stile apostolico, in questi paesi più non sono capace di predicare nè alla Italiana di uno stile devoto, ne tampoco alla Siciliana di uno stile rozzo. Di poi se sorte ispirata non si sente per conto dell’Arcipelago, e piuttosto è ispirata a mandarmi in altra Missione, io anco lo desidero grandemente; e sarebbe ben soddisfatta la mia propensione di continuare a travagliare, come sono assuefatto, nelle parti degl’infedeli, se mi destinasse nella Missione del Padre Basile, dove gli Operarj, come ci ha scritto il Padre Bartoli, sono desiderabilissimi, e ansiosamente da loro si aspetta l’aiuto di qualche altro Missionario. Veramente temo, che non le sia di fastidio: ma sempre avendo in memoria le sue espressioni cioè e chi sa che non venga giorno, in cui le sia dato di mandarla ad effetto mi sono animato di protestarle, che il mio Spirito è ben disposto, e spero averne il compimento.
Intanto le bacio le mani e sono col solito rispetto in unione de’ Suoi Santi Sacrifici
Infimo in Cristo Servo
Gianfrancesco Franco Societatis Iesu
Palermo li 21. ottobre del 1841.
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Palermo 21 ottobre 1841. – Padre Franco // Petit missionem Maris Aegei, vel aliam // quamlibet, [...] Albaniae missionem