Accolti, Michele Luigi (1807-1878), Rome, July 2, 1841
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~Provincia Romana – Roma, 2 Luglio 1841.
Fratello Scolastico michele Accolti.~
Ad Maiorem Dei Gloriam
Molto Reverendo in Cristo Padre =
Assai mi duole di trovarla indisposta di salute.
Voglio sperare che tale indisposizione sia di poco momento, e che Vostra Paternità presto si ristabilisca.
Jo m’era qui recato per parlare alla Paternità Vostra di cosa, che, a volerla eseguire, non ammette dimora; ma per non arrecarle molestia nello stato in’ che si trova mi ardisco lasciarle la presente__
Fin dagli Otto dicembre io le presentai la mia dimanda per le missioni straniere. Vostra Paternità l’accolse di buon animo, ed assicurommi che l’avrebbe avuta presente per farne a suo tempo il debito uso; che intanto mi rendessi prattico della lingua inglese come quella che a dì d’oggi può dirsi l’unico passaporto per le genti straniere. Jo fin d’allora non ho mai perduto di vista e l’ispirazione da Dio datami, ed i savi suggerimenti che Vostra Paternità mi die’ allora. Che anzi sono sempre andato coltivandoli nel mio cuore, e fomentando que’ desideri che sempre maggiori Iddio benedetto mi fa sperimentare. Or sol mi resta, giacchè il Signore me ne dà il movimento, che sottometta alla veggente considerazione di Vostra Paternità alcun mio pensiero sul proposito, ed insieme un partito, che ove da Vostra Paternità fosse approvato, non mi sembra malagevole a potersi eseguire __ Io già mi trovo aver sormontato di più mesi gli anni trentatre di mia età, e altri tre anni ancor mi restano, a mandar tutto bene, perché compisca i miei studi di teologia. Dallo studio della lingua inglese assai poco frutto ritraggo atteso le tante e sì svanite incumbenze straordinarie che tuttodì sopravvengono a chi studia teologia nel Collegio Romano. D’altra parte io sento gran desiderio di tosto andare ad ajutare i miei confra=
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telli che già sonsi addentrati ne’ più intimi recessi delle tribù selvagge, e sospirosi ci additano la gran messe che v’è da raccogliere già bionda e matura pel gran Padrone del campo evangelico.
Padre mio, che gran fatto sarebbe se alla Carovana già prossima a partire per colà io mi unissi ultimo di tutti per far loro da servo, da famiglio da che so io? Per tal modo anderei a finire i miei studi di teologia tanto quanto basta ad un missionario, a San Luigi cogli altri nostri di colà, mi renderei agevolmente col continuo esercizio prattico della lingua del paese, m’informerei appieno de’ costumi di quelle barbare genti, in somma farei un buon noviziato per le missioni de’ selvaggi e, presa la messa, anderei tosto a viver con esso loro, per incaminarli nella via della salute. Padre Nostro, quante anime sospirano e aspettano la luce del Vangelo! Felice me, se nel dì del rendiconto potrò presentare al mio Dio qualche merito di stenti e di travagli per la salute di quelle anime. Le assicuro Padre Mio, che agli occhi miei tutto quello che v’ha in questo mondo, fuor di questo è nulla __ Per non dilungarmi di troppo, le richiamo alla mente la mia lettera degli Otto Dicembre: quegli stessi sensi che in essa esposi a Vostra Paternità quegli stessi stessissimi io nutro al presente_
Domani alle ore undici [astronomiche] io mi recherò di nuovo a sentire se Vostra Paternità avrà qualche risposta a darmi. Qualunque essa siasi son già disposto ad accoglierla come scesa dal Cielo per mezzo di Vostra Paternità, a cui baciando genuflesso la la destra, le mi dico costantemente
Infimo Servo in Cristo
Michele Luigi Accolti della Compagnia di Gesù
Li 2. Luglio 1841
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Roma 2 Luglio 1841. __ Fratello Accolti // petit missiones Indorum Selvaticorum
Al Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro // Il Padre Giovanni Roothaan Preposito Generale // della Compagnia di Gesù // [Sue Paterne Mani]