Deluca, Emmanuele, Salemi, April 8, 1841
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Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro
Mi sono incoraggito fidato dell’amore di Vostra Paternità per cui ho inviato la presenti non la deve attribuire i mancanza di averla in commodato.
Onde desideroso della gloria di Dio manifesto a Vostra Paternità il mio segreto cuore che avendo il Padre Basile mandato una lettera in Sicilia mi ha colpito come una lancia nel mio cuore, che il Signore Dio mi ha spirato di aver questa santa vocazione di essere uno dei suggetti della missioni della Albania, è gli ho fatto molti orazioni il Signore non tralascia di spirarmi con ardenti fervore, e non voglio celare questo santo impulso di Dio a Vostra Paternità per non averni nessuno scrupolo, ma tutto lascio della disposizione di Vostra Paternità come luogo tenenti di Dio, e quello, che determina, e dispone é volere di Dio.
Or la mia premura, che sempre mi ha [notr]ito nel cuor mio di agevolare il mio prossimo in qualunque circostanza, e quindi trovandomi in questo colleggio di Salemi, per mutazioni di aria, per ordini de’ medici, che la mia patria Palermo è contraria alla mia salute; per caggioni di avermi molto affatigato nell’impiego d’infermiero nel Colleggio Massimo, che mi sono soggettato ad una asma convulsiva delli visceri, che l’aria di Palermo mi ha prodotto questo incommodo ho manifestato a [vostra] Paternità come Padri, ma adesso per Dio grazia, è Maria Santissima la
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posso [fare] più tosto, e quindi in questi anni, che sono in Salemi coi dovuti licenzi dei miei Superiori, mi ho impiegato nel tempo libero di sovvenire i poveri infermi nelli loro malattie, che di fisico, é di chirurgo somministrando i medicamenti ai medesimi di quello, che vi è di loro bisogno, e prima gli dono la medic[ata] spirituali di confesarsi indi gli dono la medic[ata], é la mia intenzioné, che guardando i poveri infermi l’immagine di Gesù Cristo, e medicando le piaghe dei medesimi come medicassi le piaghe di nostro Signore Gesù Cristo Iddio benedetto, per sua misericordia le benedice colle suoi santissimi mani; Or ricevendo i poveri in farmi la loro guarigione lodano Dio di aver fatto la grazia, é li guarigione sono stati innumerabili, e vengono dei [Pari] convicini, e quindi il [piacere] del Popolo, e Maggistrati di questo Paese.
Confesso a Vostra Paternità la mia insuficienza, che ho un poco di teoria di quanto mi basta per la grazia di Dio, é la gran prattica per il gran numero degli ammalati in circa tre mila, e quindi ho sospeso un poco un poco di medicare, perché i medici di questo Paese la loro professione le rendeva inutili per le loro famiglie, e non per questo tralascio di esercitare la Carità ordinata da nostro Signore Gesù Cristo al mio prossimo, ma con prudenza per fare esercitare la loro professioni.
Or il cuor mio desideroso della premura, e vantaggio del mio simili.
Il Signore Dio dispose di fare aprire l’ispirizioni delle missioni
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della Albania, e prego a Vostra Paternità spinto dal Signore di essere ammesso nel numero di essa ispirizioni di missionarj per temporali, é aver campo di poter in quei Paesi servire quei Poveri in fermi ed abbandonati, se vi è la gloria di Dio é il bene dell’anima mia, é vantaggio dal prossimo né desidero la desiderata grazia.
È per risaltare la gloria di Dio gli acchiudo a vostra Paternità una piccola nota di guarigione che Dio si è servito di questo piccolo strumento inutili.
La mia età un poco avanzatella, che ho anni 57. e non per questo mi mancano le forzi di poter sodisfare ai travagli che mi possono avvenire finché il Signore mi dona forzj colla sua divina grazia, per servizio della sua gloria, e terminare i miei giorni in quei Paesi per il medesimo fine.
Perdona Vostra Paternità di non più tediarla, e pregandola a vostra Paternità di avermi presenti ne’ Santissimi Sagrifizj bacio le sacri mani con quello rispetto che devo.
Della Paternità Vostra
Reverendo Padre Giovanni Roothan
della Compagnia di Gesù
Preposito Generale
Roma
Umilissimo in Cristo Servo,
e figlio
fratello Emmanuele Deluca
Societatis Iesu
Salemi li 8. Aprile 1841
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Piccola nota di guarigione, che
Dio adoperato per sua Misericordia
1.a Giuseppe Palermo nel braccio ebbe una ca[latura] di sangue, e quindi una infiammazione grandiosa minaciando cancrena formando 5.° ulceri traforati, che mandava una quantità di umore corrotto in circa Libri 17 ½ guarito.
2.° Antonino Lombardo fù asalito dei Latri ebbe nella testa una larga ferita, é convulsione in tutto il corpo, per le battiture, che sofrì guarito.
3.° Angelo Vita ebbe nel pulso per disgrazia una larga ferita, che gli girava tutto il polso la ferita minacciava cancrena guarito.
4.° Alberto Ansermo nella pat[ena] del ginocchio una contusione di due anni in stato pericoloso sì porto nel pubblico spitali di Palermo, ed avendolo osservato, Professori di chirurgia determinarono di fargli amputazione, egli non vo permettere indi lasciò lo spitali, e sì portò in Salemi nel Collegio per Dio grazia fu guarito.
5.° Antonino Mirabili ridotto in stato estremo di sua vita, é licenziato de’ medici la sua malattia era Polmonia [febbri letta] sputo marcioso [tinto] qualche volta di sangue, e gambe onffie infiammatorie ridotto quasi tisico guarito.
6.° Cosimo [Calla] di una disgrazia di una rottura di osso nella fronti della gamba fù curato dal Chirurgo per due mesi in circa nulla lo potte giovare che non poterno mettere il piedi, ed il medico la bandonò e quindi si porto in Collegio sopra una somara fu guarito.
7.° Antonino Bongiorno una infiammazione nella milza ridotto all’estremo di vita guarito.
8.° [Men.ione .. padd.] una ulcera nella gamba ina vecchiata pericolosa guarito.
9.° Maestro Gaspari Marrone una puntura, che pericolava la vita guarito.
- Giacomo Balsamo una suppurazione nel dito pericolosa guarito.
- Paolo Cutrona una disgrazia, che nella pianta della mano una larga ferita e due dita liberati pendenti, e la mano onffia, e nera, che avendo scarica=
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to il […] trovandosi doppiamente caricato, e scaricandolo le prodossi questa gran disgrazia guarito.
- Maestro Andria Pandolfo una contusione nella pat[ena] del ginocchio per disgrazia, e una [lentu]ra di muscoli, e di nervi di un lato palaritico, e abbandonato dei medici sì porto in Collegio guarito.
- Angela Manicchio una malattia de tre mesi confinata nel letto munita dei Santissimi Sagramenti, è abbandonata da 5. medici per morta, il suo marito sì portò in Collegio e in cominciarla medicare di lontano, e venendo due volti il giorno suo marito dandomi rapporto dello stato della malattia [estata] guarita.
- Pietro Pironi una infiammazione nel fegato munito dei Santissimi Sagramenti vicino alla morti guarito.
- Maestro Andrea Mirabili una suppurazione profunda sotto la scilla che si stava generando cancrena con gran pericolo della morte guarito.
- Domenico Disimone nell’occhio ebbe un morso di armali velenoso, che si formò nella palpebe una cancrena, e la forza dal veleno la palpebra la prolungò for il sistema naturali, che era in pericolo di perdere l’occhio per grazia di Dio, e Maria Santissima di Loreto guarito.
- Vincenzo Crimi nelli fauci una infiammazione con una suppurazione guarito.
- Ignazio Crimi nella gamba era cancrena guarito.
- Antonino Margona nel braccio una ca[latura] di sangue ridotto al estremo un gran offiaggiume che minacciava cancrena li dita attratti nel pulso si aveva generato il vermi dragoncello i medici la bandonarono, e quindi si portò in Salemi ed un chirurgo la voleva fare amputazione del braccio Indi sì porto in Collegio guarito.
Per non più tediarla a vostra Paternità che sarebbe lungo, e quindi possa avere relazione del Padre Guagliata che nel tempo che curava esso Padre si trovava in Salemi Precettore di Rettorica.
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Salemi 8 Aprile 1841. – [Padre] Emmanuele Deluca // 1. Petit missiones Albaniae. // 2. Nota delle guarigioni che ha operate
Al Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro // Il Padre Giovanni Roothaan // della Compagnia di Gesù // Preposito Generale // Roma