Gallo, Camillo (1806-1886), Palermo, January 18, 1841
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Molto reverendo in Cristo Padre nostro
Pax Christi
Anni addietro scrissi replicatamente a Vostra Paternità appalesandole il mio gran desiderio di essere, così meschino come era e sono, occupato a lavorare, di qualunque grado e condizione, nella molta Messe dell’incolta cristianità, o dell’infedele barbarie: e suppongo che sin di allora, come Vostra Paternità stessa si degnò farmi sentire, il mio nome fu segnato nella lista de’ Postulanti cotali missioni. Il desiderio, ha rinforzato coll’andare del tempo; sebbene non abbia più istanzato presso Vostra Paternità parte per religiosa rassegnazione, parte per conoscenza e penetrazione della mia miseria, parte per malsania corporale, con cui nostro Signore Iddio si degnò visitarmi gli ultimi anni del mio corso scolastico: mi pare però il tempo ora di ripigliare e con più efficacia le istanze, e pregare di tutto cuore la carità del di Lei animo paterno e zelante al sommo della Gloria maggiore di Dio e della salute delle anime, a graziarmi di un sì gran dono.
Sono stato mal sano di corpo, ma reggo bene ad una vita attiva; ho pochissimi e forse nessun talento, ma so la dottrina cristiana, e confido in Dio potere catechizzare la povera gente e parteciparle i santi sagramenti; sono imperfettissimo e peccatore, ed ho volontà riuscire, col sacrifizio di tutto me stesso ed anche della mia inutile ed infruttuosa vita, i torti fatti a Sua Divina Maestà
Sono inutile in Provincia; il mio impiego, del quale per altro io sono per molti capi immeritevole, può essere supplito da tanti altri. Iddio pare continuamente mi chiami a dirozzare tronchi di bosco, a farla da fante perduto nell’aperto campo delle guerre del Signore: che fo in Noviziato io scellerato? io imperfetto, che massime di perfezioni posso mai inspirare ai teneri petti delle novelle piante nostre? Ah caro padre dell’anima mia, nel quale riconosco l’autorità e lo zelo del santopadre nostro Ignazio, mi levi di angustie, mi sereni, mi consoli, mi faccia la carità grandissima di mandarmi da fante perduto tra barbari cristiani, tra selvaggi infedeli a fare un poco di bene: quì sono inutile anzi pernicioso. Non domando a Vostra Paternità lo campo preciso, nè occupazione determinata: sono prontissimo andare in qualunque parte del mondo a farla anche da fratello coadjutore, perchè a tutto so adattarmi se la mia complessione regge bene allo strapazzo fisico materiale, non però al mentale e speculativo, donde mi dicono infermiccio.
Ho consultata la domanda e con Dio nella santa orazione col padre Spirituale e con questi miei padri Preposito e Provinciale i quali se non vogliono appoggiare la mia domanda, sì sono protestati non volerla in nessuna guisa contrariare. Quindi la grazia che dimando dipende tutta quant’è dalla Paternita Vostra sola, al di cui zelo io pieno di filiale rassegnazione intieramente la rimetto. Ricordi però nel decidere che io ne’ 35 anni di mia età, de’ quali [19] ne ho vissuto nella Compagnia o nel grado sacerdotale, e 5 nell’ufficio di Compagno del padre nostro di Novizii, ho contratti grandi debiti con Sua Divina Maestà e colle anime, e che non posso quì scontare, ma vi bisogna il martirio. Amen, così spero, così sia.
A Suoi Santi Sacrifici molto mi raccomando
Di Vostra Paternita
Obbedientissimo figlio in Gesù Cristo
Camillo Maria Gallo Societatis Iesu
Palermo li 18. gennaio 1841.
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Palermo 18 Gennaro 1841. – Padre Gallo // Petit missiones.
Al Molto Reverendo in Cristo Padre nostro // Il reverendo padre Giovanni Roothaan della Compagnia di Gesù // Preposito Generale // Soli // Roma.