Siciliano, Francesco, Rome, September 8, 1840

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8

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354

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~Provincia Romana – Roma, 8 Settembre 1840.

Fratello Scolastico Francesco Siciliano.~

Molto Riverendo in Cristo Padre

Io Francesco Siciliano scolastico della Compagnia di Gesù umilmente espongo a Vostra Paternità quanto siegue. Fin dal bel principio del mio Noviziato concepii per divina misericordia ardenti desideri alle straniere missioni: ma tenendo esser quelli primi fervori da Novizzo, non stimai dichiararli, se non vi avessi premesso più mature riflessioni. Con questi desideri sempre fissi in cuore passai tutto il tempo del Noviziato, quello dello studentato di Filosofia, e finalmente quello del magistero.

Negli esercizj spirituali del mese di Ottobre 1839 ebbi impulsi più forti al cuore, che s’accrebbero allora quando furono destinati per l’America i due novelli missionarj già mossi a quella volta. In tale circostanza aprii il cuore al ReverendoPadre [Leziroli] mio padre spirituale, il quale mi consigliò di non communicarli a Vostra Paternità, se non ne’ dì festivi di Pentecoste, e che frattanto mi raccomandassi più fervorosamente al Signore, e riflettessi nelle cotidiane meditazioni su i patimenti e travagli da sofferirsi, e su tutto ciò che possa spettare alle fatiche e pericoli, che recano seco siffatte missioni. Ho praticato, sebbene fredda=

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mente, quanto mi venne consigliato. E a quello che a’ patimenti s’appartiene, mi sentiva confortato da quel riflesso: Omnia possum in eo qui me confortat: ed ancora da un altro, che avendo io moltissimi e gravissimi debiti da soddisfare alla divina giustizia, più assai ch’ogni altro, sarebbe questa una circostanza opportuna da scemarne alcuna parte, quando che Iddio benedetto si degnasse concedermi grazia così straordinaria. Nella novena di Pentecoste, che rivolsi a questo fine, ho conservato sempre i medesimi desideri. Per la qual cosa il Reverendo Padre Spirituale mi permise d’avanzare a Vostra Paternità la presente supplica. Posto ciò prego ed umilmente scongiuro Vostra Paternità ad accogliere colla solita sua benignità questa mia dimanda, e a volermi destinare per qualunque missione straniera, che Vostra Paternità stimerà più acconcia alle mie forze, sebbene il mio desiderio sia di volare ove vi fosse più da patire, e provare in più buona [dosa] la croce di Gesù Cristo. Ah, Molto Riverendo Padre, non finirei mai colle ginocchia piegate al suolo, e colle lagrime agli occhi di scongiurarla per amor del Signor nostro Gesù Cristo, e della

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Beatissima Vergine Maria a voler contentare quanto prima questi miei ardenti desideri; stimandomi ancora pienamente soddisfatto, se m’inviasse per un vil servo de’ nostri fratelli Missionarj. Del resto mi sottopongo ben volentieri a quanto Iddio disporrà di me per lo mezzo di Vostra Paternità. Voglia Iddio concedere a me questa grazia, e alla Paternità Vostra ogni felicita, mentre umilissimamente e con tutto il rispetto le bacio la mano.

Roma 8 Settembre 1840 -


 

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Roma 8 Settembre 1840. – fratello Siciliano // petit missiones.

Al Molto Reverendo in Cristo Padre // Il Padre Giovanni Roothaan Preposito Generale // della Compagnia di Gesù

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Citation

“Siciliano, Francesco, Rome, September 8, 1840,” ARSI, AIT 1, 354, Digital Indipetae Database, accessed February 6, 2025, https://indipetae.bc.edu/items/show/2382. Transcribed by EF.