Melis, Andrea Boi (1813-1868), Turin, August 7, 1840
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Pax Christi
Reverendissimo in Cristo Padre
Quando il Signore per la sua infinita bontà e misericordia si degnò di chiamarmi alla Compagnia di Gesù, uno fra gli altri motivi, che mi mossero a desiderare, e a chiedere la Compagnia, fu la speranza di essere un giorno mandato in alcuna delle più remote parti della terra a portarvi il lume del Santo Vangelo, e la conoscenza di Dio e di Gesù Cristo, e a spargervi per la gloria di Gesù Cristo, e per la salute delle anime, se non il mio sangue, di che sono troppo indegno, almeno i miei sudori. Entrato poscia nella Compagnia, questo stesso desiderio andò crescendo nel noviziato, nello studentato di Rettorica, nel tempo che ho insegnato, e anche adesso nello studentato di Filosofia.
Ogniqualvolta poi, o che ho veduti partire alcuni dei nostri per le Missioni, o che ho sentito leggere le loro lettere di colà, nuovi stimoli, e più accesi desiderj ho sentito di andare anch’io colà a far conoscere Gesù Cristo, e a faticare per la salute delle anime redente col prezioso suo sangue. Questo stesso desiderio mi par essere più vivo ancora, da che cominciai, sarà presso ad un anno, a chiedere a Dio ogni giorno nella santa Messa per amore e pei meriti di Gesù Cristo, e dal suo preziosissimo sangue, la grazia di spargere un giorno il mio sangue, o almeno i miei sudori in qualche rimota parte del mondo per la gloria di Gesù Cristo, e salute delle anime. Per la qualcosa, pensando io, che questa fosse vera chiamata del Cielo, e desiderando di ubbidire alla divina inspirazione, dopo di aver raccomandato l’affare al Santo Padre Ignazio nella sua novena, e alla Madre di Dio nella presente novena della sua assunzione al Cielo, e consultato su di ciò il parere del Padre Spirituale, ho risoluto oggi, giorno del rinascimento della Compagnia, dopo la Santa Comunione, di scrivere alla Paternità Vostra Reverendissima questa lettera per farla consapevole di questa inspirazione, e di questo desiderio, pregandola nello stesso tempo ad esaudire i miei voti, se così giudicherà nel Signore. Vero è però, che guardando io alla mia insufficienza sì intorno alle virtù, che ai doni naturali che si ricercano a tale ministero, sento di me tal vergogna e confusione, che quasi mi consigliano ad esporre ogni pensiero di Missioni; ma appresso confidando nella divina bontà e misericordia spero, che, se il Signore mi chiami, mi darà anche la grazia sufficiente. Talvolta ancora mi è venuto timore, che non fosse questa inspirazione divina, ma trama del comune nemico, il quale brami di vedermi esposto a grandi pericoli a mio danno; ma a tale suggestione ho sempre risposto, che io avrei esposto ai Superiori il mio desiderio, che ad essi avrei lasciato la prima disposizione di me stesso, e che avrei presa come disposizione divina qualunque disposizione dei Superiori. Io dunque, Reverendissimo Padre, mi sottometto a qualunque sua disposizione. Mi offro volentierissimamente a far per tutta la vita l’uffizio di semplice catechista nelle Missioni insegnando i primi elementi della dottrina Cristiana; e se la Vostra Paternità Reverendissima, attesa la mia insufficienza, mi reputasse incapace eziandio di un tale ufficio, sono prontissimo a lasciare il grado di scolastico, e abbracciare quello di semplice coadjutore temporale, se altrimenti non posso essere esaudito, e andare così coi nostri Padri a faticare in quelle lontane parti, e ad aiutar loro, e servirli in qualunque impiego vilissimo; e di ciò mi reputerei felicissimo, e contentissimo quanto mai. Del
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resto mi metto, e mi abbandono totalmente nelle sue mani a disporre di me quello, che nel Signore giudicherà.
Per grazia di Dio, non mi atterriscono i travagli, i disagi, e gli stenti a cui vanno incontro i Missionari; e di ciò mi da Dio nostro Signore grandi desiderii. – Di salute corporale sono stato fin quì sempre bene. La mia complessione è piuttosto robusta, e regge alle fatiche; e di ciò ne debbo grazie anche al mio Padre terreno, il quale sospeso sul dovermi sì o no mettere agli studj, mi esercitò da giovinetto fino ai tredici anni nel lavorare la terra, ed in altri uffizj della campagna.
Laonde vede la Paternità Vostra Reverendissima, che almeno in tale scienza, che io imparai per pratica, potrei essere in qualche modo utile in qualche straniera Missione. Iddio voglia che anche in questa parte possa io essere utile un giorno alla gloria di Gesù Cristo e alla salute dei prossimi!, della qual cosa molti dei Missionari della Compagnia ci lasciarono luminosissimi esempj.
Intanto, Reverendissimo Padre, mi raccomando caldamente alle sue orazioni, e mi dichiaro della Paternità Vostra Reverendissima
Infimo Servo ed ossequiosissimo figlio
Andrea Melis (Boi) Societatis Iesu
Torino 7. Agosto 1840
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Torino 7. Agosto 1840. – Fratello Mel[…] // petit missiones.
Al Molto Reverendo Padre in Cristo // Il Padre Giovanni Roothaan // Preposito Generale della Compagnia di Gesù // Roma