Vigilante, Gabriele (1808-1874), Sorrento, 1840
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Pax Christi
Molto Reverendo in Cristo Padre Generale
Aveva fermato meco stesso da gran tempo, che dato l’ultimo esame di Teologia avrei con maggiore efficacia che altre volte umiliato alla Paternità Vostra le mie preghiere, acciocchè si compiacesse di destinarmi alle missioni d’Oriente e segnatamente alla Cina. Ma giunto questo tempo, che fu l’Agosto dello scorso anno, mi sentii così intiepidito (non mai però eziandio leggermente indisposto a volare ovunque un semplice cenno d’obbedienza mi chiamasse) nell’affetto singolare a cotali missioni, che giudicai per lo meglio attendere il tempo de’ Santi Esercizj, e farne materia da sottoporre alle regole dell’elezione. N’ebbi opportunissima la congiuntura facendo il mese intero in questa santa casa di Noviziato. Ma le mie iniquità diviserunt inter me et Deum meum. Un’altra grazia forse non inferiore a questa ricevei dalla mano liberalissima di Sua Divina Maestà, la quale non lascerò di significare alla Paternità Vostra con altra mia. Mi applicai con qualche impegno sulla proposta materia; e intanto mi sentiva agitato da due antichi affetti, ciò sono disgusto in lasciare i ministeri (specialmente se cattedre scientifiche) d’Europa, e timore di non ubbidire alla voce di Dio, che mi chiamava alle missioni. Il secondo era più veemente e vinceva il primo, e la parte superiore vinceva quel disgusto, il quale non arrivava a celarsi talmente che nol riconoscessi per motivo umano.
Dall’altra parte l’avere sempre sperimentato in me ad ogni notizia di missioni come una ferita che mi uccidesse in cuore ogni affetto contrario ad esse, m’incoraggiava a ripetere con istanza la mia domanda.
Pertanto il risultato fu che non trovai maggior peso di ragioni per l’una che per l’altra parte: bensì sentii una grande tranquillità ed indifferenza a correre ove la Santa Obbedienza mi volesse. Questo passaggio dallo stato di maggior desiderio per l’una parte a quello di indifferenza per entrambe parmi esser nato dall’infievolita sensazione d’un affetto di vanità, per cui fuggire desiderai altra volta più fortemente le Indie, e che dagli esercizi spirituali insino ad ora non mi ha dato gran molestia.
Spero che la Paternità Vostra non prenda noja di questo piccolo rendiconto che m’è paruto doverle fare, acciocchè conosca qual sia la mia perseveranza nelle richieste già fatte per la Cina, e come io sia disposto perchè faccia di me in avvenire quello che le parrà nel Signore. Le ultime notizie dell’aprirsi la Cina a’ figliuoli della Compagnia mi hanno risvegliato più fortemente gli antichi desiderî: ma l’essermisi negata dal Signor Nostro una più chiara ispirazione mi mette timore di domandar quello stesso, che pur desidero di ottenere, e che, se l’Ubbidienza spontaneamente mi ci chiami, tengo esser vera vocazione divina. Finalmente ricordo alla Paternità Vostra quello che altre volte sinceramente le sposi, che in me il desiderio delle Indie, e specialmente della Cina non è mai nato da gusto sensibile, ma o da timore di non ubbidire alla voce di Dio se nol significassi, o da zelo di far qualche cosa per la Maggior Gloria di Sua Divina Maestà.
Iddio Benedetto secondi per sempre le santissime intenzioni della Paternità Vostra, ed esaudisca liberamente le sue preghiere, alle quali di cuore mi raccomando. Le bacio umilmente la mano, ed attendendo la sua santa benedizione mi raffermo
Di Paternità Vostra
Infimo in Cristo Figliuolo e Servo
Gabriele Vigilante della Compagnia di Gesù
Sorrento 28. del 1840.
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Sorrento 24 del 1840. – Padre Vigilante // petit missiones Orientis, Sinensem praecipue
Al Molto Reverendo in Cristo Padre // Il Padre Giovanni Roothaan // Preposito Generale della Compagnia di Gesù // Roma