Basile, Vincenzo (1818-1882), Palermo, September 29, 1838
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Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro
Pax Christi
Sapendo che la Paternità Vostra benignamente ascolta le dimande de’ figli della Compagnia, mi fo animo a scrivere la seconda volta, rinnovandole caldamente la stessa preghiera che prima; di volermi cioè annoverare tra quelli che hanno la sorte di essere mandati alle Missioni estere. La risposta alla mia ultima mandata della Paternità Vostra e comunicatami dal Padre Vinci allora Provinciale, mi produsse nel cuore tale contentezza, che mi sembrava già di aver ricevuto il comando di partire per le regioni le più lontane del mondo a propagare le glorie del Signore e a salvar’anime. Tali sono le ardentissime brame, che il Signore si compiace per sua misericordia di eccitare nel mio cuore per la salute delle anime. E vorrò io disperare che non mi si conceda alla fine questa grazia? Ah! no, mio Reverendo Padre; che io la spero e con tanta maggior fiducia, quanto meno sono in istato di meritarla. Procuro nondimeno di rendermene degno: ma che dissi degno? come potrò io mai arrivare a quell’alta perfezione richiesta in un Missionario! Versato nella lettura delle lettere edificanti degli antichi nostri Padri Missionari del Maduré, della Cina, della Grecia eccetera ben mi accorgo di quali virtù sublimissime non andavano essi forniti, e quanto non sia io molto differente al loro confronto. Non però mi perdo di animo; anzi, quanto maggiore è l’impresa, tanto più diffidando di me stesso, spero coll’aiuto del Signore di poter giungere in istato di sostenerla. Lo debbo poi dire alla maggior gloria del Signore, che al presente mi sento nell’animo un’ardentissimo desiderio di seguire gli esempî degli antichi ed attuali nostri padri missionari, di esser loro compagno ne’ pericoli, ne’ patimenti, ne’ sacrifici sin’anco piu dolorosi alla vita stessa. A questo mi sprona il considerare l’inestimabile valore di tante anime, che se ne stanno nelle tenebre della infedeltà, e che diverrebbero figlie di Gesù Cristo se avessero chi loro arrecasse la luce del Vangelo. Con ciò non intendo io mostrare la necessità della mia missione. Ve ne hanno degli altri più degni di me; ma pure chi sa se Iddio si vorrà ancora servire di me fragile ed inetto strumento per accrescere la sua gloria? La messe è grande; pochi sono gli operai; e perche dunque non accrescere il numero di questi per raccogliere de’ maggiori e piu ubertosi frutti di quella? Ma mi dirà la Paternità Vostra, che in questa Provincia siam pochi di numero; ed io le rispondo col Padre Bertrand missionario attuale del Madurè, che quanto ne vorrà togliere per le missioni, altrettanti, e anche più ne invierà la Providenza per lavorare in questo suolo. Ma a che adduco io il sentimento di un nostro Missionario, quando la Paternità Vostra medesima in una lettera che spedì a’ nostri di Sicilia si servì di questo stesso argomento per indurre i Superiori a privarsi di que’ soggetti, che dal Signore sono chiamati alle missioni estere? Confidando pertanto prima nel Signore e poi nella Paternità Vostra che tanto protegge le missioni, io spero che verranno appagati questi miei santi desiderî.
A’ Suoi Santi Sacrifici molto mi raccomando e con rispetto baciandole la destra mi raffermo
Della Paternità Vostra
Il Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro
Il Padre Giovanni Roothaan Preposito
Generale della Compagnia di Gesù
|Roma|
Infimo in Cristo Servo
Vincenzo Basile Societatis Iesu
Palermo 29. Settembre 1838
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Palermo 29 Settembre 1838. – Padre Vincenzo Basile // Iterum petit missiones
Al Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro // Il Padre Giovanni Roothaan Preposito Generale // della Compagnia di Gesù // Roma