Antici, Tommaso (1813-1843), Orvieto, March 27, 1838
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Molto Reverendo Padre Nostro
Pax Christi
Gli altri Novizj di cotesto Noviziato, in cui io sono stato concepito alla Compagnia in un giorno tale, qual per me è stato quel dell’Annunciazione della Madonna, hanno il vantaggio di venir ammessi dalla Vostra Paternità a baciarle la mano e riceverne documenti paterni; per me, così disponendo la Santa Ubbidienza che mi vuol qui, nulla di tutto ciò. Ma non per altro credo mi sia vietato, che almen con poche righe soddisfaccia a quelle parti che altrimenti avrei adempite a voce. In primo dunque ringrazio Vostra Paternità pel benefizio d’essere stato incorporato nella Compagnia per mezzo de’ SantiVoti; e tanto più lo debbo far con gratitudine, quanto che fu Vostra Paternità che mi accettò (se si compiaccia richiamar alla memoria la sera) de’ 22 Marzo del 1836 in cui io me Le presentai) assente da Roma il Padre Provinciale, perchè in visita: e più ancora, perchè Vostra Paternità mi si mostrò sì facile, quantunque ben Le fosse nota a pruova la mia instabilità per l’inanzi, e ‘l poco da ripromettersene per l’avvenire. Poi vorrei pregarla, se non è questo pretender troppo in mezzo a tanti e grandi affari che Vostra Paternità ha per le mani, che per mezzo d’alcun de’ miei domestici, quali io tengo per certo verran a ringraziarla in questi giorni, voglia Ella mandarmi in iscritto qualchun di que’ paterni suggerimenti, che mi avrebbe dato a voce, se costì avess’io fatti i voti. Finalmente, giacchè il giorno della nascita di un figlio é giorno da domandar grazie al padre, io con tutta schiettezza da neonato bambino, Le domanderò che voglia accettar di nuovo l’offerta, che, da me fatta prima a Dio, inoltrai giá l’anno scorso a Vostra Paternità di tutto me
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per le missioni estere. Io del tutto mi rassegnai nelle mani dell’Ubbidienza, pure a pienamente scoprirle il mio interno, Le manifestai qualche piega per le Indie Orientali, quali forse, quando io sarò men incapace di tal ministerio, saran meglio sistemate e inoltrate per tal parte che non sono ancora. Veggo bene che la domanda si potrebbe tacciar d’immatura, ma io non mi lusingo di una subita esecuzione, e so del pari che tali ne[gotii] come debbon lungamente maneggiarsi con Dio, così anco presso gli Uomini hansi a trattar da molto tempo inanzi e con grandi istanze: e per quanto sia lontano quel momento in cui si possa adempire il mio desiderio, pur non sara forse mai troppo l’averne fin d’ora avanzata l’istanza. Parmi che il Signore me n’abbia in questi giorni ingagliarditi gli stimuli ed aguzzate le brame; e ciò è stato che mi ha determinate per ultimo ad incomodare Vostra Paternità con questa, approfittando della circostanza de’ Voti; ché altrimenti avrei sagrificata la mia bramosia
Perdoni colla paterna sua benevolenza questo mio balbettare, avendo riguardo alla buona intenzione donde muove. Io, come deve ogni figliuolo, ciascun giorno per Vostra Paternità prego Iddio; per me voglia Ella farlo nel punto che (come io le domando) in legger questa, mi compartirà la sua paterna benedizione in pegno del riconoscermi veramente pel
Novissimo Suo in Cristo Figlio
Tommaso Antici della Compagnia di Gesù
Orvieto 27 Marzo 1838