Manfredini, Giuseppe Maria (1807-1872), Ferrara, October 7, 1837
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Pax Christi
Paternità molto Reverenda
Vengo con questa mia a ricordare a Vostra Paternità la quasi promessa fattami cinque anni sono delle Sacre Missioni Straniere, ed insieme vengo di nuovo a chiederle sì sospirata destinazione.
La provincia certamente non perde nulla, perdendo questo soggetto: e ne è un chiaro testimonio l’esame ad gradum, che ai 19. del caduto settembre feci in Bologna, il quale, secondo a me ne pare è andato molto meschinamente: e perciò son sicuro che nè il Reverendo Padre Provinciale, nè altri mai metteranno impedimento veruno al favorevol rescritto di Vostra Paternità per me. Da Lei sola dunque dipende il tutto. E qualche anima che potrei salvare non la moveranno a concedermi così sospirata grazia? Dico sospirata, poichè nell’età giovinetta di sol 9. anni, quando da Maria Santissima ebbi una guariggion istantanea da una mortale infermità, in un colla vocazione alla Compagnia ebbi questo desiderio delle Missioni, e ad onta della mia mala corrispondenza alle grazie di Dio e nella mia vita Secolare, e nella vita religiosa, pur nondimeno sempre dura sì, che il nominarmi Missione è un mettermi l’anima in paradiso.
Io so bene, che secundum hominem parlando molto più volentieri starei in un Collegio sufficientemente provveduto, o con una cattedra, come ora a cui sono pel prossimo anno Scolastico destinato, o con qualunque altro ministero, massime con un naturale che facilmente, per un non so che di dolcezza che ho, m’accomodo con tutti, e potrei anche fare colla grazia di Dio qualche poco di bene per la facilità che ho di dir quattro parole; ma che vuole, o Paternità, per parlare con tutta candidezza, son questi pensieri su cui m’accomodo più che alla missione, quando il mio spirito comincia a intepidirsi: ma quando mi desto o care missioni…. o sospirato congedo… o desiato i, incende, inflamma omnia… - Io però voglio in tutto fare per quanto mai posso la santa volontà di Dio, e perciò è che questa esploro in Vostra Paternità, [cui] o pel sì, o pel no attendo come da infallibile oracolo.
Che se Vostra Paternità mi chiedesse a quale delle Missioni straniere io propenda: dico, che a Buenos aires, essendo quella che mi ha ferito più al vivo d’ogni altra: sì perché vi scorgo l’antico nostro piede, sì perchè non debb’essere luogo scorso di fatiche e di stenti, e sì ancora per la facilità della lingua, che è un gran punto per me scarso piuttosto di memoria. Vostra Paternità dirà forse, che gli Osanna ricevuti dai Nostri ivi andati mi hanno mosso per quella Missione anzichè per altra; a cui io dico, sì che gli osanna mi hanno ferito, essendo cosa ordinaria aver prima i viva e poi il crucifige. Che però se ad altri è toccato l’esaltamento, forse a me toccherà la persecuzione. Ed oh me fortunato, se Iddio benedetto tanto ben mi volesse da farmi più stretto compagno che mai della Croce del suo divin Figlio.
Ecco quanto, o Paternità Molto Reverenda, io le volea esporre, ecco di quanto io la prego. Faccia però Ella di me quanto le aggrada, che le sarò sempre quale baciandole la mano ho il piacere di dirmi
Obbedientissimo Servo e figlio in Gesù Cristo
Giuseppe Maria Manfredini Societatis Iesu
Dal Collegio di Ferrara 7. Ottobre 1837.
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