Pax Christi

Molto Reverendo in Cristo Padre.

Mi sento molto efficacemente mosso a manifestare alla Vostra Paternità molto Reverenda, il desiderio del mio cuore per ottenere la grazia di essere in qualunque modo inviato in una delle missioni straniere

Sono circa tre o quattro mesi dacché si lessero nel Refettorio del Collegio di Salerno, ove io fino a tutto il mese di gennaro sono stato nell'offizio di Procuratore, certi avvisi, coi quali si esplorava la volontà di quei sudditi di vostra Paternità, che avessero avuto in animo di recarsi nelle missioni Cinesi. Ebbi forti stimoli di profferirmi, ma i timori di una illusione, accresciuti dalla cognizione de' miei difetti, e della mia insufficienza, furono più forti per ritenermi. Non haverò mai tralasciato né di pensarvi, né di conferirne coi Padri Spirituali, né di offerirmi ogni dì reiterate volte al Signore, e ne ho conseguito tale accrescimento di desiderio, che ora non posso ritenermi, che mi ispira il sentimento per la brama o di dare il mio sangue, e di morire fra gli stenti e le privazioni, concorrerà per soddisfarlo.

Dico in breve alla Paternità Vostra come sono [...] cinque anni dacché sono stato ricevuto nella Compagnia, così tardi chiamato, chè sono ora nell'anno 39. della mia età, la carità di questo nostro Reverendo Padre Provinciale, a cui, nel brevissimo giro del suo nascente governo, non vi è suddito, che non sua debitore di parecchi beneficî, mi ha collocato negli studî della Teologia, debbo dirlo, con mia ripugnanza, parendomi d'esser poco atto a riuscirvi e perché sento molto al vivo quanto sia indegno d'una vita molto quieta e tranquilla, e che è solo di gravezza alla Compagnia, massimamente in questo Collegio, che è in grandi strettezze. Pure ho fatto della necessità virtù dopo d'aver resistito troppo più che non si convenisse ad un sentimento di umiltà.

Mi è parso necessario d'accennare alla Paternità Vostra sol quanto del mio interno sentire. Ma io non mi conosco. Mi conoscono i miei Superiori i Padri Debesare, Borgianelli, e Reverendo Provinciale, sotto i cui governi sono finora vissuto. Essi se la Paternità Vostra il crede potranno riferirle quello, che io non saprei, poiché possa colle debite convenienze della sua prudenza accogliere il mio desiderio.

Forse è un ostacolo alla mia novella vocazione il non avere in ancora conseguito il grado Sacerdotale, al quale costantemente mi mena la Carità de' Superiori, non ostante gli sforzi da me fatti per rimanermi nel grado di semplice fratello. Mi sgomenta ancora il pensiero della mia insufficienza e della poca virtù. Ma pure non diffido: quel Signore, che mi fece annoverare non fra suoi seguaci, ma fra suoi soci, quando in me vi era ogni ragione per esserne rigettato, farà lo stesso in questa mia nuova vocazione; e come mi ha dato tutto per mantenermi nella prima, così mi darà grazia per pervenire alla seconda, per la quale io sono pronto anche da questo momento a prendere il carico di semplice serviente de' primi Padri, che avranno la fortuna d'esser dovunque e comunque spediti.

Prego Vostra Paternità ad accogliere nella misericordia del Signore Gesù questa mia supplica, ed io come per un nuovo istinto, dacché sono nella Compagnia, ho pregato per la sua vera felicità, così con più fervore continuerò nella stessa usanza per l'avvenire.

Mi raccomando alle Orazioni e Santi Sacrifizî della Paternità Vostra nel proferirmi con profonda venerazione

Indegnissimo Figlio e Servo in Gesù Cristo

Gennaro Maria D'Amora della Compagnia di Gesù

Napoli dal Collegio Massimo

Il di 23. Aprile 1843

Napoli 30. aprile 1843 - Fratello D'Amora scolastico // Manifesta i suoi desideri, e si offre pronto ad // ogni patimento nelle Missioni straniere, e special // mente della Cina; anche in grado di serviente // ai Padri che vi anderanno. // Al Molto Reverendo in Christo Padre Nostro // Il Molto Reverendo Padre Giovanni Roothaan // Della Compagnia di Gesù, Preposito Generale // Roma