Betti, Giuseppe (1811-1886), Rome, March 24, 1843
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Molto Reverendo Padre
~Provincia Romana. Roma, 24 marzo 1843.
Fratello Scolastico giuseppe Betti.~
Nel decorso mese di Gennaro mi venne il pensiero di esporre alla Paternità Vostra il desiderio che ho di esser destinato alle missioni straniere. Fin dal principio del mio ingresso nella Compagnia mi sentiva inclinato a questa specie di apostolato, e come suole accadere ne' primi fervori mi andava dilettando nell'idea di morir martire per la fede, e lo domandava nelle mie preghiere: grazie a Dio però ho continuato anche in appresso a chieder questa grazia particolare, sebbene non col medesimo fervore.
Non procurai di fomentar sempre questo desiderio delle missioni, e perciò si assopiva, ma ridestavasi quando ascoltava le lettere de' Padri missionari, o quando occorreva parlarne. Anche allora però era determinato di non farne richiesta, ma di aspettare che la voce di Dio per mezzo de' Superiori mi comandasse di andare, perchè stimava essere una presunzione, che io grondante ancora delle sozzure di tanti vizi chiedessi cosa che esige tanta santità. Ma riflettendo poscia che ancor nel dubbio che questo desiderio non venga da Dio, non nuoce l'esporlo, e che d'altronde, se fosse da Dio dovrei rendergliene conto trascurandolo, determinai di consigliarmi col Padre Spirituale, il quale m'ingiunse di pregare, perche Iddio si degnasse di mostrarmi più chiaramente la sua volontà. Lo feci da gennaro fino ad oggi, e sentendomi confermato maggiormente nel proposito ardisco finalmente di supplicare la Paternità Vostra,che qualora lo creda in Domino, voglia destinarmi alle missioni fra i selvaggi. A queste mi sento particolarmente spirato, perchè stimo che saranno sorgente più feconda di patimenti corporali, quali Iddio si è sempre degnato di farmi desiderare, come penitenza più conveniente ai peccati che ho commesso. Confesso di non poter presentare titolo alcuno, che possa rendermi meritevole di tanta grazia, crederei anzi di troppo presumere, se non confidassi nella divina bontà, e misericordia, la quale se vorrà servirsi per la sua gloria di questo vile istrumento, son certo che al primo miracolo della mia conversione, ne aggiungerà un secondo, col rendermi atto a così arduo apostolato.
Tralascio di esporre altra particolarità sù questo proposito, che però sono pronto a manifestare se piacerà alla Paternità Vostradi farmi interrogare.
Ai Suoi Santissimi Sacrifici caldamente mi raccomando, e con profondo rispetto mi rassegno.
Della Paternità Vostra Molto Reverenda
Umilissimo Servo, e figlio obbedientissimo in Christo
Giuseppe Betti Scolastico della Compagnia di Gesù
Dal Collegio Romano li 24 Marzo 1843.
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Collegio Romano 24. Marzo 1843 - Fratello Betti Scolastico // Chiede con istanza le Missioni straniere, specialmente quelle de' selvaggi.