Spasiano, Filippo (1808-1872), Naples, April 26, 1853
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Molto Reverendo Padre Vicario
Pax Christi
Sarei lungo con Vostra Reverenza se volessi narrarle la storia mia intorno alle Missioni, di cui pienamente è informato Nostro Padre Generale. Andai in Cina per divina Misericordia, ma tosto le circostanze mi cambiarono quella Missione coll'altra delle Indie, ove risedei maggior tempo, facendovi quel bene che mi poteva col francese che già conosceva, non che coll'Inglese che cercai d'apprendere. Al più bello delle speranze che rinascesse la estinta Missione del Bengal, eccoti altra bufera che obbliga me ed il Padre Boulogne lasciare Chandernagore, poichè i Signori delle Missioni Straniere da Pondichery vi destinavano altro Curato; quindi mi fu forza cedere alle istanze di ritornare in Europa, che il mio Padre Provinciale non cessava replicarmi.
Tali espressi comandi e bene incalzante mi obbligarono obbedire per tema di non avere propizio Dio, laddove benignamente interpretando la volontà di Nostra Paternità, mi fossi arrischiato di abbracciare altra Missione. Che tale obbedienza sia stata per me un positivo e penoso Sacrifizio lo argomenti Ella stessa, riflettendo che alla pena di un bene perduto mi si aggiungesse quella di non poterne accettare verun altro, ad onta che ne avessi caldo il desiderio, ed in faccia alle caldissime premure di ritenermi, di chi zelava pel bisogno di quelle abbandonate Missioni, sempreppiù malandate per gli ostinati scismatici e Settarî di colà. In tal guisa ebbi a penare coll'aver desistito di ritornare in Cina dopo varie chiamate e congiunture; così dall'aver rinunziato agli inviti di rimanere nel Bengal; dall'essermi scusato col Molto Reverendo Padre Canoz di passare a Thrichinopoli del Madurè, ove istantemente mi attendeva; così per non avere profittato dei pressanti inviti di Monsignor Hartman in Bombay, ed in ultimo costà in Roma per aver dovuto rimettere alla volontà di Nostra Paternità l'espresso desiderio di Monsignor Barnabò di affidarmi una delle stesse Missioni, o qualche altra diversa.
Non cessando in seguito il mio ardore per le Missioni, nel profondo della umiliazione e della pena che provava, ho pur scritto a Nostra Paternità verso la fine del 1850; ma avutone un positivo rifiuto, fui tranquillo per più di un'anno a non importunarlo. Dopo che, sia per impulso del Signore, sia per quiete del mio Spirito, non sono che pochi mesi che replicate allo stesso Padre Nostro le mie preghiere, onde calcolasse davanti a Dio l'affare mio, ebbi per riscontro che la Provincia aveva bisogno di soggetti, e che per ora non si poteva.
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La mia speranza affievolita acquistò nuova lena, e molto più da una lettera del Padre Canoz, colla quale di costà mi esortava a custodire il dono che Dio mi faceva, e che forse non sarebbe tardato, che avendo la Compagnia la missione di Bombay, vi sarei destinato, e così sarei pago in qualche guisa nei voti miei.
Ora adunque che conosco esser vicina l'apertura di questa missione, considerata la cosa davanti a Dio, mi offro a Lui ed alla Reverenza Sua pronto a faticare in quella, ed in qualunque altra vigna, come mi verrà concesso dal Signore, ed ove riuscissi maggiore la gloria sua ed il bene mio e dei prossimi. Fo questa offerta colla medesima annegazione di volontà, ché, per esperienza ben trista, appresi, che il mio ritorno dalle Missioni sia stato forse un castigo, con cui Dio abbia voluto punire in e la troppa facilità, od una fiducia soverchia o poca matura considerazione nell'intraprenderle.
Si frapporrà al certo una non lieve circostanza, la quale potrebbe impedire la conchiusione favorevole di quest'affare, intendo la opposizione del Padre Provinciale, affacciando il bisogno dei soggetti. A Vostra Reverenza non mancano risorse per farmi rimpiazzare da altri di diversa Provincia, o di affievolire con ragioni tali argomenti, soliti ad affacciarsi. Certo la direzione di un Collegio nascente, e dopo che tutto è fermo per la nuova fabbrica, la quale a completarsi porterà via ben otto anni circa, non richiede persone di tale entità, che non sia facile trovare, sempre che il voglia il Padre Provinciale.
Preveggo che laddove Iddio benedetto per sua bontà ispirasse a Vostra Reverenza concedermi tal grazia, avrei a sostenere un mondo di opposizione dai nostri e dagli esterni e parenti, peggior di quella che ebbi al 48. addurrebbero tra l'altro che ne soffrirei in salute come mi avvenne in Cina, tacendosi che in seguito la riacquistai buona come si è al presente. In conseguenza pregherei in caso Vostra Reverenza trattare la cosa in modo sì segreto, che non ne sapessero che i soli Superiori coll'obbligo di non comunicarlo a chicchessia. Mi libererebbe così da un mondo di seccature; che poi sappiano la cosa, e la interpretino in quel senso che più loro piaccia, non me ne importerà affatto.
Cesso per non più tediarla. Ho compito ad un grande obbligo che m'imponeva la coscienza, e ne son contento veramente. Ora non mi resta che rimettermi del tutto
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nelle mani di Dio e sotto il Patrocinio di Maria Santissima del Buon Consiglio, che cade appunto oggi la solennità. Il Signore e la Vergine ispirino a Lei, ciò che sia per essere sul mio conto di maggior gloria di Dio, non che pel bene mio e pel bene dei prossimi.
Mi raccomando assai alle sue sante Orazioni e Suoi Santi Sacrifici
Di Vostra Reverenza
Infimo in Cristo Servo
Filippo Spasiano della Compagnia di Gesù
Napoli 26. Aprile 1853.
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1853 Provincia Neapolitana
Napoli 26. aprile 1853. [...] Spasiano. // Petit Missiones
[ROMA]
[...]
Al Molto Reverendo in Cristo Padre // Il Padre Giacomo Pierling Della Compagnia di Gesù // Assistente di Germania Vicario Generale // Roma