~Provincia Veneta - 8 Decembre 1851

Fratello Scolastico Giovanni Battista Sangalli.

Petit missiones~

Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro

Pax Christi

Il foglio che ora a Vostra Paternità si presenta è d'un figliuol suo, che se povero e scarso di ogni bene nell'amarla però qual Padre crede certo poter gareggiare con chichessia. Si, Molto Reverendo Padre ed amatissimo, io Le confesso col cuor sulle labra, che nello stendere queste prime righe colle quali per la prima volta a parlar mi rivolgo a Vostra Paternità mi sentii tutto di tenerezza compreso nell'animo, mi sentii figlio; e come tale a Lei vengo dicendo pien di fiducia e tutto insieme sperando.

Io era ancor fanciullo e penetrato da salutevol terrore per l'incertezza della eterna salute stava sempre agognando alla felice sorte de' martiri per assicurarmi alla meglio il Paradiso. Quindi cercava se pure a' nostri dì v'avesse tiranni e persecutori di Cristo, e udito immolarsi ogni anno dagli infedeli qualche vittima cristiana, arsi anch'io nel mio piccolo cuore d'andare anch'io tra barbari a predicarvi Gesù per porre la vita in testimonio della mia Fede e volar dritto al cielo. Tali desiderii mi s'accrebbero poi colla lettura degli annali della Propagazione della Fede, nè mai affatto mi si estinser nel petto neppure allora che al toccar della adolescenza tra

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giovani convittori miei compagni mi diedi con essi a godere la bella età in matte allegrie ed in divertimenti talor non buoni, che Iddio forse amorevolmente permise per chiudermi la via a me troppo facile d'insuperbire. Uscito dal convitto entrai nel seminario di Bergamo, dove, rinsavito alquanto, al partir che facea pel Noviziato di Verona l'ora Padre Silvestro Grassi, ch'io amava singolarmente, sentii un forte impulso di seguitarlo. Chi fossero i Gesuiti, e qual Istitituto la Compagnia io nol sapeva; ma pure provai nel cuore alcuni slanci verso di essa, m'accorsi d'amarla. Allora fu ch'io presi lingua e cercai de' Gesuiti, sì che venuto al chiaro di ogni cosa e saputo tanti della Compagnia partir ogni giorno per l'Indie, per l'Australia per l'America ecceterami rallegrai del trasporto che per lei sentiva, e dubitai non forse al Signore piacesse ch'io v'entrassi a servirlo in essa. Intrapresi gli esercizî spirituali; e tra lacrime e singhiozzi di cui io non sapeva io stesso la cagione non trovava altro conforto e pace che in dire, sì verrò, e il pianto crescea, ma sol per gioia e contentezza. Così dopo lungo trattare col mio Direttore Spirituale, dietro sua decisione, pel Novembre del 1845 fui al Noviziato in Verona. Intanto, benché a Vostra Paternità nol manifestassi, il mio desiderio facevasi più e più vivo quanto più vicino soddisfacimento apprendeva. La dispersion nostra mi fé creder piu agevole il mio disegno, ma per difetto di passaporto non potei neppure recarmi ad Issenheim e a Tolosa dove piu volte ebbi l'ordine di andare per continuarvi gli studî; e appena mi fu concesso il passo nel Veronese a San Rocco in cui accoglievansi tre o quattro de' nostri. Quivi nel Febbraio del 1850 fui preso da una forte tosse che disprezzata ed aizzata anzi

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che presa in cura mi lasciò un'abituale infiammazione alla trachea. Le lunghe cure adoperate in seguito non m'aveano che affievolito e prostrato di forze; e già il Padre Antonio Benetello dicevami che non sarei piu guarito, e il Padre Pietro Maria Viscardini che, senza una special grazia dal cielo, io dovea presto soccombere, quando dovetti partire per Modena e studiarvi Filosofia. Proseguendo così senza miglioramento giunsi alle Feste della Santa Nascita del Salvatore e di consenso del Padre Spirituale feci voto di consacrarmi tutto alle missioni degli Infedeli. Ora è già più d'un mese, che mentre prima il solo leggere, con qualche forza, di un quarto d'ora mi toglieva poter proseguire, ora, dico, faccio cogli altri la lezione alla comunità in Refettorio, e il giorno di San Francesco Saverio mio principale avvocato lessi ìo con voce ben forte, tanto che tutti ne maravigliarono. È perciò che, a mantenere la fatta promissione, io mi getto ai piedi di Vostra Paternità e, con quanto maggior calore far posso, prego mi sia concessa questa sospiratissima grazia, per cui dallo Sposo della Vergine Immacolata io riconosco particolarmente donatami la salute. Anzi tante e tali circostanze si adunarono in questo successo, che io tengo per fermo avere Iddio disposte tali vicende per farmi ancor questo favore di mettermi sulla via che alla maggiore di tutte le grazie mi guidi, vo' dire a spender pel Nome suo la vita.

Molto Reverendo Padre mio, me Le protesto sinceramente pronto ad ogni cosa per obbedirla; ma ora debbo pregarla a sciogliermi le penne al volo, che piu lieto e festoso innalzerò quanto piu lontano ed orrido sarà il termine ch'Ella mi fisserà. Spero che entro non molto giungami il fausto annunzio a disbramarmi tal fame che da nulla altro fia mai saziata. Che se scarsezza di dovute virtù rattenga Vostra Paternità dal consolarmi, oh faccia Ella medesima, se altro non s'opponga, che a tal manco il cielo supplisca, mentre anch'io mi vi studierò fidente nella paterna benedizione che umilissimamente imploro da Vostra Paternità

Umilissimo e Obbedientissimo in Cristo figlio

Giovanni Battista Sangalli Societatis Iesu

Modena. Il dì della Immacolata Concezione di Maria

Modena 8 decembre 1851. Fratello Sangalli scolastico // Petit Missiones

[Risposto decembre] 10.

Al Molto Reverendo Padre // Il Padre Giovanni Roothaan // Preposito Generale della Compagnia di Gesù // Roma