Mazzi, Vincenzo (1825-1889), Rome, 1847

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813

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~Provincia Romana- Roma. 1847~

Pax Christi

Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro.

Se grande fù l'amarezza, e il dispiacere, che mi cagionò l'uscita dal Noviziato, molta consolazione e assai più grande allegrezza ne ho sperimentata nel rientrarvi. Ora pur troppo intendo al chiaro lume dell'orazione, che il Signore, l'amabile Gesù, che tutto dispone, e indirizza a nostro Spirituale vantaggio mi amava assai, e i suoi disegni sopra di me nell'allontanarmi dalla Compagnia, erano disegni d'un Padre amorevole che porgeva occasione al suo prediletto di manifestargli la sua fedeltà, e costanza nel tempo della prova, e del pericolo, onde ricompensarlo poi abbondantemente. Fù lunga è vero la prova, fù grande il pericolo, ma Iddio, che a fare esperimento di me, e ad affrontare i nemici che pur troppo cercavano di lusingarmi; fù egli, che mi rassodò sempre più la mia vocazione affinchè non venisse a mancare; fu egli che mi ridonò la salute, e mi ricondusse tutto in un punto al suo ovile. Ma ora, che mi veggo nel porto di salute conosco di giorno in giorno sempre più l'obligazione mia di darmi, cioè, tutto a Dio come ne ho ardentissimo desiderio. E per far cosa gratissima al Signore, vorrei dedicarmi interamente alle sante missioni dovunque piacerà a Vostra Paternità di mandarmi. Ecco, Molto Reverendo Padre, dove mira questa mia lettera, ecco lo scopo, ed il fine principalissimo de' miei accesissimi desiderj, e ciò non per altro, che per gratitudine, e riconoscenza che debbo al mio Signore per tanti favori fattimi. Non creda, Vostra Paternità, che ciò lo abbia fatto inconsideratamente, non già; ma pria di metter mano alla penna, e indirizzarle queste poche linee, mi sono posto più e più volte innanzi a quello stesso Iddio, che mi trasfuse nel cuore desiderj sì accesi, e sì grandi, onde mi ispirasse il modo, con cui potessi effettuarli. Si degni, O Padre mio amantissimo, quando Iddio vorrà d'appagare queste mie brame, e questi ardori, che continuamente mi sento avvampare nel petto. Non mi dilungo d'avvantaggio, persuaso, che Vostra Paternità, sarà per consolare un figlio, che ardentemente anela di faticare, e di consumare tutta sua vita nella vigna di Dio, onde assicurarsi di quella celeste corona che viene promessa a coloro, che portano la sua fede in parti infedeli, e barbare: e qui baciandole riverentemente la sacra mano colla maggiore stima, e rispetto mi dico

Suo ubbidientissimo Figlio.

Fratello Vincenzo Mazzi Societatis Iesu Studente di Rettorica.

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Roma dal Noviziato - Fratello Vincenzo Mazzi - Scolastico Rettorica - // Dimanda le Missioni in qualsivoglia Luogo -
Al Molto Reverendo in Cristo // Padre nostro Preposito Generale // Il Fratello Vincenzo Mazzi Societatis Iesu // Studente di Rettorica -

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Citation

“Mazzi, Vincenzo (1825-1889), Rome, 1847,” ARSI, AIT 1, 813, Digital Indipetae Database, accessed February 7, 2025, https://indipetae.bc.edu/items/show/1968. Transcribed by EF.