Azzoppardi, Paolo (1819-1879), Malta, August 16, 1846
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Signore Stimatissimo,
I felici successi della spedizione apostolica nell'Africa Centrale mi fanno grandemente sperare in Dio, che sia mai giunta l'ora da me tanto bramata. Ella deve bene sapere dopo le reiterate preghiere fatte da me in Roma al nostro padrone, questi mi aveva finalmente conceduta la grazia desiate. Egli mi aveva destinato per l'Oregon; e se non vi andai, fu solamente perché essendosi dopo qualche giorno inteso ritrovarsi in Torino un altro sarto animato delle medesime brame, si giudicò più spediente mandare lui, e per tale maniera risparmiare quella parte della spesa del viaggio. Così appunto mi disse in allora il medesimo nostro padrone, e mi aggiunse che avessi un po' di pazienza, chè egli era contento di me perché io mi adattava con tutti, e ch'egli era determinato di mandarmi alla prima occasione che si sarebbe presentata. Ed in conformazione di ciò valga il non aver voluto il padrone nell'anno 1845. mandarmi in Malta, quantunque ne fosse stato richiesto; e ciò non fece per altro, che per potermi da Roma più speditamente mandare dove io tanto desiderava. Avenne poi la spedizione nell'Affrica Centrale, ed io come non aveva mai lasciato di sperare e di ricordare al mio padrone la promessa fattami, così volli ancora raccomandarmi forte a Colui, il quale doveva diriggere la spedizione, affinchè al primo bisogno d'uno pari mio si ricordasse di me. Da lui e da Monsignor Vescovo ebbi in risposta che l'avrebbero fatto, e m'aggiunsero che stessi però tranquillo, e non domandassi più al padrone d'andar altrove, perché essi mi volevano con loro quanto prima si potrebbe. Per la quel cosa, io lasciai di profferirmi al Signor Basile, contuttocchè questi si fosse a me lasciato intendere che se io volessi, mi avrìa impetrato dal padrone d'andar con lui. Dopo tutto questo, Ella ben vede quanto grande ragione io abbia di sperare che non mi sarà negata sì fatta grazia ora che dall'Affrica Centrale si chiede uno della condizion mia. Aggiunga ch'essendo io maltese, potrò meglio d'ogni altro, se non avrò ~~altro~~ qualc'altro impedimento, servire alla detta Missione. Della buona salute che io godo e della natural mia inclinazione alla fatica non la farò parola. Le dirò piuttosto quello che probabilmente non le è tuttavia giunto a notizia, ed è che mentre i miei pari venuti da Roma si stanno uniti, io solo sono rimasto fuori con mio dispiacere non piccolo. Laonde dov' Ella mi accordi la grazia, non pure renderà pago un mio voto antico del pari che ardente, ma e torrà ancora una cotal certa spezie di scandalo, che taluni si pigliano in vedendomi disunito dagli altri, comecchè ciò non provenga da me. Si ricordi della lettera del Sarto [Salalors], e le torneranno a mente i [passi] da me [dati] per andar alle missioni straniere, ed insieme insieme le promesse fattemi del padrone. Io ho la fidanza, o Signore, che se il padrone si trovasse ora costì, mi esaudirebbe senz'altro; ma ho fidanza ancora ch'Ella farà lo stesso. Sì, mi consoli, mi lasci compiere il sacrifizio già in voto offerto a Dio. Dio che mi muove a chiedere, mi dice al cuore che sarò esaudito. Mi mandi quanto prima la cara risposta, chè io la stampero di tenerissimi baci, e di Lei e del mio buon padrone serberò eterna memoria davanti a Dio. Sono con piena suggezione
Della Signoria Vostra Stimatissima
Infimissimo ed Obbedientissimo Servo Paolo Azzoppardi.
Monsieur l'Abbè I. Mariet
Mission de France - Marseille
Malta 16.8.46.
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Malta 16 ottobre 48. - Fratello Azzoppardi // petit missiones, // R. ad [...] [Cambi]
Monsier // Monsieur l'Abbè I. Mariet // Mission de France // Marseille