Bruni, Andrea (1816-1902), Rome, January 2, 1845
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Molto Reverendo in Cristo Padre.
Quantunque tema di sembrare forse troppo importuno con questa mia lettera, pure confidato nella carità di Vostra Paternità non ho voluto tralasciarla, e perchè da altri ancora vi sono stato consigliato, e perchè l'ultima volta che parlai con Lei mi trovai sì confuso che non so cosa mi dicessi, e perchè dopo questa mi sembra di potere con più tranquillità gittare ogni mio pensiere nella divina Providenza, aspettando dalle mani di Vostra Paternità quanto essa avrà di me determinato. Quell'ultima volta adunque le feci un piccolo motto del mio desiderio per la missione del Madurè: e questa grazia io la dimando al presente con tutta rassegnazione insieme ed instanza. Al Madurè io mi sentia negli anni scorsi anzichè inclinato piuttosto avverso; ma leggendo le lettere di colà, e vedendo quanto vi sia a patire per Gesù Cristo, anziché crescermi cotal disgusto, mi si cangiò in un desiderio grandissimo, sperando di poter ancor'io per tal modo scontare i miei peccati, ed unirmi da vero con Gesù. E m'indussi a credere venirmi ciò da Dio, vedendo che siffatto desiderio mi faceva operare alquanto meglio che innanzi: Una lettera di Vostra Paternità scritta su quella missione mi accrebbe sempre più questa brama, ed ogni volta che la rileggo, ed il fò sovente, mi aggiugne nuovo fuoco. Con gran piacere io accettai questa voce che mi chiamava al Madurè, ricordandomi che i miei primi desideri delle missioni, sin da 15 anni fa, essendo io ancora secolare, mi portavano all'oriente dietro gli esempi di San Francesco Saverio. Aggiugnerei, ma ciò val poco, che sapendo passibilmente il francese e l'inglese, sin che mi abilitassi per gli Indi potrei non essere del tutto inutile nel collegio - Finirò con esporle un altro mio pensiere: se o per esservi già operai abbastanza, o per qualunque altra cagione vedesse Vostra Paternità il Madurè non essere per me, rivolgerei le mie preghiere per quella missione che in patimenti e privazioni è tutta simile al Madurè, cioè la Cina; ed ove vedesse esservi a ciò una qualche probabilità la pregherei a darmi licenza di valermi ~~di delle successivi~~ della favorevole occasione che ho nel P. Dwyer per apprendere i principi di quella, terribile lingua ---- Ora mi sembra di essere più contento. Conosco, e dalla ultima volta che parlai con Vostra Paternità sento intimamente la mia indegnità per tanta grazia; pure io null'altro bramo al mondo, e mi offro con l'ajuto di Dio a' qualunque prova per ottenerla. Del resto io sono prontissimo a passare tutta mia vita in una Scuola del più piccolo collegio della provincia, ove così piaccia a Dio. Baciandole le mani sono di Vostra Paternità
Infimo in Cristo Servo
Andreu Bruni Societatis Iesu
Collegio Romano 2. 1846.
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Collegio Romano 2. gennaio 1846. Fratello Bruni scolastico.// 1. Rappresenta i lumi avuti dal Signore per la // Missione al Madurè. Una lettera di Sua Paternità su // quella Missione gliene ha accresciuta la brama. // 2. Se la tal missione non si credesse atta per lui si offre // e chiede la Cina per amor di patimenti eccetera. // 3. Sua rassegnazione anche ad una scolastica della Provincia. //
Al Molto Reverendo Padre Generale