Aglietta, Nicola, Chieri, September 29, 1845

Grade S.J.

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29

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673

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Pax Christi

Molto reverendo in Cristo Padre nostro Generale

Mi gode l'animo d'aver occasione sí bella di far giungere alla Paternità Vostra molto Reverenda una mia lettera, e cosí procacciarmi la consolazione di parlare, non ostante la gran lontananza al desideratissimo mio Padre generale. Le presento una lettera di quelle tante che alla giornata Ella forse riceve da molti de' suoi figliuoli. Ho dubbio se sia questa per tornare più gradita a Lei per l'effetto che non è a me cara per l'aspettazione: ma ben mi figuro che una stretta di tenerezza al cuore la Paternità Vostra molto Reverenda si sentirà, scorgendo, al leggerla, come lo Spirito Santo mentre dall'una parte ci sta con nuove persecuzioni e timori battendo al fianco, e sollevati e sciolti ci tien dalla terra, dall'altra nuovi desideri e nuovo ardor ci aggiunge, de' quali infiammati volare a guerreggiar le imprese di Dio adunque o l'ispirazione o l'ubbidienza ci chiami. Dicea l'ispirazione, perocchè sebben questa non molto possa tra noi quando non è secondata dalla volontà de' Superiori: gli è vero però che questo sogliono spesse fiate darle la precedenza, e più allora quando si tratta di missioni straniere.

Avrà scoperto la Paternità Vostra molto Reverenda che cosa ho in animo di dire: e sí, francamente mi offero, e domando d'esser mandato tra gli eretici a missione: e l'ho sí nel cuore un tal desiderio, che auguro bene alla Paternità Vostra molto Reverenda molta pazienza, onde leggere tutti gli scritti che per ciò la verran tempestando, dove per parte mia con ogni studio procurerò di farmene degno. Perciocchè: né presumo di me cosa alcuna, ne' sono poi sí abbagliato dallo splendor di questa via, che non si vada ogni dí trovando e maggiori pericoli, e maggiori stenti. E venendo alle prove: se metto giù lo scandaglio a misurar l'altezza di mia virtù, oimé vergogna! io nascondo la mia fronte nel suo seno, e non posso men che confessar che ho nulla, protestandomi d'altronde che ho pur buona volontà, ma che mi mancano degli anni molti ancora, per arrivare ad essere qualche cosa. Perciocchè non poco di valore e d'animo si richiede a tal cimento: veggo i disagi del corpo, i pericoli dell'anima; la crudeltà, il furore de' nemici: l'odio, la malizia, le soperchierie de' ministri e dei primati, lo screditamento e la diserzione dei popolani, l'ostinazione di tutti. Ora ci si conviene ben aver grande costanza, e mansuetudine ed umiltà e fortezza a non istancarsene.. ella io spero che se Dio là mi vorrà ove par che mi chiami, egli a dovizia mi fornirà d'arme e d'ajuti. Se non che; qual dubbio possi io avere della sua voce? Un ardor di zelo che m'avea compreso il cuore per la salute altrui; mi fé arruolare a questa santa Compagnia. Vissi i primi mesi del Noviziato, pur caldo dello stesso
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fuoco, non però mai inchinato a parte veruna. Quando a certe voci di guerra che udii movere all'idolatria, alla barbarie, voci di pellegrinazioni, di martirii questi a questa, quegli a quell'altra estremità del mondo prese a rimescolarmisi gli affetti [ne] cuore per guisa che tra lo scrutinar colla mente e il raccomandarmi caldamente a Dio, nei uscí dapprima un vivo sentimento del miserabilissimo stato in che sono gli eretici fra il rimanente de' non Cattolici, pel lume che possono, e ricordano di avere, indi a mano a mano un vieppiù sensibile desiderio di giovar loro. Mandommi frattanto Iddio un'infermità, per la quale consigliato di ricorrere al patrocinio del glorioso santo mio Giuseppe con qualche promessa, io mi votai di domandar semplicemente queste missioni: in poco d'ora mi sentii notabilmente sollevato, e indi a parecchi dí sono poco men che or sono. Eccomi dunque innanzi alla Paternità Vostra molto Reverenda supplicandola di secondare sí felice cominciamento. Ardemi il cuore, ma chiuso a tutto il rimanente, attendo solo un cenno del suo Superiore per aprirsi e divampare. Or venga questo cenno, ed ei si aprirà: indugi, ed il cuor mio attenderà con costanza; e quando per mio demerito si rimanesse affatto, lieto pura almeno sarei del santo desiderio. Vogliami infine a questo o a quel polo, a me ogni luogo è caro, perché ovunque troverò Dio. Deh faccia egli che sí buoni principii che non degenerino mai, anzi crescano e si assodino a perfezione! A tal fine approfittandomi della confidenza che mi dà e il suo esser di padre e 'l mio di figliuolo, supplico grandemente la sua Paternità Vostra molto Reverenda, a cui interamente mi abbandono, anzi mi voglia raccomandar molto a Dio, per ottenerne non solo l'eseguimento della sua Santissima Volontà, ma con esso la forza e la grazia necessaria per onde cominciar bene, e proseguir con costanza e terminar santamente qualunque ella siasi la carriera a cui mi ha predestinato.

Mi umilio alla Paternità Vostra molto Reverenda, le domando la sua santa benedizione, ed assicurandola che la terrò di continuo raccomandata a Dio nelle mie povere orazioni acciò la ricolmi d'ogni prosperità, con tutta stima e profondo rispetto mi protesto

Della Paternità Vostra molto Reverenda

l'ultimo figlio Aglietta

Dal Noviziato di Chieri - 29 settembre 1845

(a) pur nell'interrigo

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Chieri 29. Settembre 1845 - Fratello Aglietta scolastico // 1. Manifesta le ispirazioni che sente per le // missioni tra gli ereteci, e il Voto fattone // in ossequio a San Giuseppe in tempo di malattia, // dalla quale sentissi un poco d'ora sollevato eccetera

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Citation

“Aglietta, Nicola, Chieri, September 29, 1845,” ARSI, AIT 1, 673, Digital Indipetae Database, accessed September 19, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/1836. Transcribed by MB and EF.