Ruiz, Ludovico (1814-1879), Rome, April 9, 1845

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9

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Models/Saints/Missionaries

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Yes

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645

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~Provincia Romana - Roma, 9 Aprile 1845

Fratello Scolastico Lodovico Ruiz

petit missiones~

Molto Reverendo in Cristo Padre Generale

Oso tornare innanzi a Vostra Paternità con una nuova lettera fidato nella bontà sua che mi sopporterà pazientemente, e persuaso ch'ella non giudicherà che io voglia a viva forza d'istanza strappare una concessione alla dimanda che nuovamente la propongo. Lo dissi gia ed ora lo ripeto, io non voglio se non quello che vuole Dio. Quello che Dio vorrà, lo saprò dalla Paternità Vostra.

Nel tempo del noviziato, e in quello che studiava filosofia, e ancora quando insegnava, pensai talvolta seriamente se doveva chiedere a Vostra Paternità le missioni agl'infedeli, ma siccome oltre il desiderio di far qualche cosa per Iddio, non avea verun segno che mi mostrasse con qualche chiarezza il divin volere non mi risolvetti a farne parola. Invidiava coloro che erano chiamati cosi da Dio, ma non passai più innanzi. Anche allora quando giunse il padre Rydar e vidi che molti si offrivano per andare ad aiutare le fatiche de' nostri nell'America provai questa invidia, e solo pregai il Signore che se voleva da me che anch'io gli offrissi in sacrifizio e patria e parenti e speranza di rivederli mi manifestasse la sua volontà, ed avrei seguita la sua voce. Cominciai la novena a san Francesco Saverio detta della grazia; gli chiedeva tre cose ma inoltre, e soprattutto quella qualunque si fosse ch'egli conosceva essere più vantaggiosa per la salute mia e de' prossimi. Non pensava però all'America. Dopo qualche giorno sentii desiderio di chiedere l'America. L'esaminai con diligenza, usai le regole di Sant'Ignazio per l'elezione, mi consigliai, e giudicai che fosse da Dio. Dunque risolvetti presenterò la dimanda. Non lo nego provai qualche combattimento si per la cosa che dimandava, si ancora per lo stesso dimandare. Ciò non ostante Dio è che mi fa un favore e debbo ubbidando accettarlo. Stimai meglio far sapere a Vostra Paternità il mio desiderio per mezzo del padre segretario di quello che io stesso o a voce o per iscritto glie lo manifestassi. Cosi feci e ne ebbi ottime speranze. Ne ringraziai il Signore. Ma poco stette che le mie speranze si cangiarono in afflizione. Mi rivolsi a Dio, lo pregai che se fosse per bene dell'anima mia e de' prossimi togliesse Egli gli ostacoli, ch'io volentieri gli offeriva il mio sacrifizio. Iddio dal primo giorno che io feci sapere alla Paternità Vostra il mio desiderio, ha allargato la mano nel concedermi il suo favore e in particolare mi ha regalato di una grazia che da più di dodici anni io gli chiedeva non dirò istantamente ma debbo dire impazientemente. Questa liberalità di Dio l'ho ricevuta come un segno col quale mi volesse mostrare ch'Egli era veramente che mi moveva a chiedere l'America. Cosi animato rinnovai ed ora per un'altra volta rinnovo a Vostra Paternità la mia dimanda. Le ho esposto come avviene che io mi muova a chiedere l'America, quantunque la cosa che chiedo costi qualche pena alla mia natura. Ora riguardo al motivo perché forse Vostra Paternità mi nega questa grazia dirò brevemente, e con qualche libertà poichè parlo a chi io considero più come padre che come superiore. Difetti, lo so, ne ho molti, cercherò emendarli, ma per quanto lo desideri non ne sarò mai privo sia in Italia sia in America. La Paternità Vostra però vede difetti in me, che se non li vedesse mi concederebbe ciò ch'io dimando? Ma li dica ad uno ad uno in particolare, ed io diligentemente me li noterò, a mattina e sera tutti i giorni farò rigoroso esame sull'emendazione di essi, e se Vostra Paternità lo consentisse, dall'America ancora le ne renderei fedelissimo conto. Non so che aggiugnere a questa e alle cose che altra volta le ho dette. Se questa dimanda ritornerà con un nuovo rifiuto mi asterrò dal rinnovarla si perchè temerei di ottenere a viva forza d'istanza ciò che desidero mi venga per sola volontà del superiore, si ancora perchè se Dio è che mi mette in cuore questo desiderio, dappoichè io credo d'aver fatto tutto quello che doveva dal canto mio, lascio a lui faccia io resto. Vostra Paternità mi creda

L'ultimo de suoi figli in Cristo

Ludovico Ruiz della Compagnia di Gesù

Dal Collegio romano 9. Aprile 45.

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Collegio Romano 9. Aprile 1845 ---- Fratello Ruiz scolastico: // Rinnova la istanza per la missione // in America.

Al Molto Reverendo in Cristo Padre // Il Padre Giovanni Roothaan // Preposito generale della Compagnia di Gesù.

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Citation

“Ruiz, Ludovico (1814-1879), Rome, April 9, 1845,” ARSI, AIT 1, 645, Digital Indipetae Database, accessed November 8, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/1809. Transcribed by MB and EF.