Ravelli, Francesco (1794-1849), Rome, December 10, 1842

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~Provincia Romana - Roma, 10 decembre1842.

Padre Francesco Ravelli.~

Reverendissimo Padre Generale

Pax Christi

In questi Santissimi Esercizi mi si risvegliò l'antica vocazione di Missionario inter infideles. Vostra Paternità Reverendissima certamente mi metterà a ridire a questa mia proposizione: ebbene, rida pure, io intanto le metto sott'occhio le mie ragioni, in cuore i miei pensieri, nelle mani tutto me stesso, e decida.

Dissi antica vocazione: perché sin dalla mia tenera età di otto anni leggendo le vite de' Martiri del Padre Croiset, ardeva di desiderio di predicare la fede a' Barbari per ottenere una simile sorte. Di anni poi 12 in quel terno leggendo la vita Apostolica di San Francesco Saverio lo elessi a mio proteggitore, e mi spuntò la vocazione alla Compagniadi Gesù, la quale mi venne poi approvata dal di Lei antecessore Padre Luigi Fortis mio Confessore, e voleva questi seco condurmi a Roma, quand'Egli rientrò nella ristorata Compagnia. Il troppo amore a' miei Genitori, e più li miei parenti, furono i motivi che mi prolungarono fin ad ora la grazia dell'esecuzione.

La vocazione a Missionario inter infideles col crescere dell'età, e col moltiplicare i peccati mi andò sempre scemando, sino quasi ad estinguersi; quando mi si riaccese nell'anno 1835 allorchè trovandomi costì in privata udienza inanzi al Regnante Sommo Pontefice Gregorio XVI, avendogli io domandato la Sua Apostolica Benedizione alla mia Predicazione a frutto dell'anime, benignamente mel accordò, salutandomi per ben tre volte Missionario Apostolico. Lascio immaginare a Lei qual sentimento abbiano nel mio cuore prodotto tali parole, profferite da tali labbra; e poi arrivato a Verona mi pervenne il brevetto di Missionario Apostolico della Sacra Congregazione de Propaganda co' suoi annessi privilegi, senza ch'io l'avessi domandato; quantunque io pensi essere stata questa una premura d'un Gesuita mio Amico. Inoltre alla voce del Vicario di Gregorio X, si aggiunse anche quella di Vostra Patenrità Reverendissima, allorquando nell'accomiatarmi da Lei pel rimpatrio, mostrandomi il suo dispiacere, mi disse queste parole, ch'io rammentando quelle del SommoPonteficemi fecero restare come statua intagliata:,,Carissimo [Abb.] Ravelli, mi dispiace che non voglia essere de' Nostri; poichè la prima volta, che mi si presentò innanzi co' suoi compagni, fissai lo sguardo, ed il pensiero particolarmente sopra di lui per mandarlo in America, che quel suo color bruno rassomigliando a quello di que' Selvaggi, potrebbe agevolmente passare come un di loro, e farvi un qualche bene,,: - Dissi io allora tra me: nè anco se il Padre Generale fosse un Profeta! e non ne feci gran caso, risoluto di ritornare a Verona.

Rimpatriai: ebbi sempre il pensiero di rendermi, potendo, Gesuita; ma pel timore di non potere tenni sempre ad ognuno celato il mio desiderio; la vocazione poi della Missione mi svanì affatto, considerando l'età mia avanzata etc, etc. quando, per grazia specialissima del Signore, attenutami da Maria Santissima, che poi

nona personalmente ma a mano d'una sua Immagineb

mi trasse fuori di Patria, e mi fu compagna di viaggio per 40 miglia; e finalmente per somma degnazione di Vostra Paternità Reverendissima, ottenni di essere Novizio della Compagnia di Gesù.

In questi nove mesi di Noviziato il pensier dell'estere Missioni mi passava per la mente, ma sempre l'ho cacciato come importuna distrazione, e tentazione presontuosa inpianatami dallo Spirito cattivo. Entrai nel mese degli Esercizi; ed in tal solitudine sin dalla prima Settimana mi travagliava più che mai il pensiero dell'estera missione; io lo cacciava con giaculatorie, e coll'acqua Santa come tentazione, ma sempre con mio dispiacere ritornava. Finalmente per tranquillarmi, deliberai di metter la cosa in elezione, e lo eseguii secondo il metodo prescritto dal Nostro Santo Padre, ma ohimè! quando fui per conchiudere, non conchiusi niente, perchè mi trovai imbrogliato come un pulcino nella stoppia: voleva, non voleva, ragioni, pericoli, vantaggi, mi si affacciava d'ambe le parti; ricorrere per isviluppo al mio Padre Rettore, avea rossore di mettermi presso di Lui in ridicolo: finalmente conchiusi di rimettermi in tutto, e per tutto nella mani del Reverendissimo Padre Generale; e con ciò trovai un po' di riposo.

In mio cuore era fermo di non parlare, nè scrivere a Vostra Paternità Reverendissima per ora; ma aspettare opportunità, sperando che fuori ch'io fossi dagli Esercizi, mi passerebbe anche il pensiero importuno. Vuol altro? oggi giorno di riposo dalla 3a Settimana di Esercizi, sono costretto da interna violenza a prender la penna in mano, e scriverle. In fine della lettera penso tra me che possa essere mai questa fuga di scrivere al PadreGenerale; e subito mi si affaccia al pensiero essere oggi l'ottava di San Francesco Saverio mio Potettore, ed anche la Solennità della Traslazione della Santa Casa di Loreto, dove io passando per venire in Noviziato ho lasciato un tenue attestato della mia devozione da tenersi in perpetuo sopra il suo Altare. Sia questo un semplice caso, sia disposizione Divina, lo lascio giudicare a Lei come Maestro di Spirito.

Frattanto eccomi a piedi di Vostra Paternità Reverendissima non più Abb. ma Padre, non più Canonico ma Gesuita, non più Veronese ma Cosmopolita. A me sembra d'essermi posto in perfetta indifferenza. Ella faccia di me e delle cose mie ciò che le piace. La sua decisione sarà per me un oracolo della Divina volontà, alla quale protesto volere ora, e sempre perfettamente, ciecamente, e della buona voglia obbedire.

Le bacio con riverenza le Sacre Mani

Di Vostra Paternità Reverendissima Infimo fra' suoi Figli, Seniore fra' Novizi

Francesco Rovelli

Dal Noviziato di Sant'Andrea.

A dì. 10 dicembre 1842.

(a) non nell'interrigo

(b) ma a mano d'una sua Immagine nell'interrigo

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Noviziato __Romano 10 decembre1842 - Padre Rovelli // Espone la stria di sua vocazione alle Missioni // inter Infideles; e si offre alle disposizioni // di Sua Paternità Molto Reverenda// A Sua Paternità Reverendissima // Il PadreGiovanni Roothaan // Preposito Generale della Compagnia di Gesù// S.S.M.__

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“Ravelli, Francesco (1794-1849), Rome, December 10, 1842,” ARSI, AIT 1, 477, Digital Indipetae Database, accessed November 21, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/1777. Transcribed by ER and MR.