Vinzi, Alfonso Maria (1799-1869), Benevento, January 30, 1830
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Molto Reverendo in Cristo Padre
Pax Christi
Io debbo con questa lettera confessare una mia colpa antica, e ringrazio pure di gran cuore Iddio che mi abbia finalmente condotto a farlo. Son più anni, anzi a dir vero non men di otto, quanti ne ho di vita religiosa, in cui Iddio mi sta infondendo nel cuore il desiderio delle missioni straniere. Vergogna in parte, in parte timor d'illusione mi tennero dal manifestarmi come avrei dovuto: intanto sebbene in si lungo intervallo di tempo avessi sentito talora, giusta pena di mia pigrizia, mancarmi in cuore cotal desiderio, non mi è mai morto internamente, né mai la coscienza ha cessato di rimordermi di una omissione, che intendo bene quanto sia stata colpevole: ora però non posso più ripugnare a suoi stimoli. Le nuove venuteci qui in Benevento, dove fui quest'anno destinato dal Reverendo Padre Provinciale, di soggetti che si cercano a missioni straniere mi han dato sì forti assalti al cuore, che io superando ogni ostacolo m'inducessi a pregar Vostra Paternità di condescendere ad una dimanda, che sebben tardi mi fa in qualche modo riparare alla ingratitudine, con che risposi finora a Dio che degnò di comunicarmi questo desiderio.
Io già sento di non aver le qualità richieste a tal ministero: poco sapere, nessuna cognizione di lingue straniere, poca virtù, ciò che più mi colma di confusione: ma dico ingenuamente, che tal pensiero non mi disanima niente, conoscendo l'usato stile di Dio nello scegliere strumenti inabilia a fini di sua gloria. Egli che adoperò dodici pescatori alla conversione di un mondo, e venne continuando sempre poco dissimiglianti prodigi di sua onnipotenza non potrà supplire alla mia debolezza in ciò che manca al fine di mia vocazione?
Quanto poi a fatiche, a stenti, a persecuzioni, e se così piacesse a Dio anche ad una morte la più violenta possibile ad incontrarsi non me ne parli Vostra Paternità che già omnia praecepi, atque animo mecum ante peregi.__dico che son disposto a tutto e senza molto diffondermi in infuocate espressioni di zelo, spero che Vostra Paternità più che dalle parole possa conoscerlo, se Iddio mi assiste da' fatti.
Io non voglio allungarmi per non crear noja a Vostra Paternità occupata in tanti affari: spero per altro che queste poche linee basteranno perché Vostra Paternità conoscendo le disposizioni di animo, in cui mi trovo si determini a segnarmi una grazia, che io genuflesso, imaginando di trovarmi a suoi piedi, imploro col più vivo del cuore.
Bacio rispettosamente la mano a Vostra Paternità e la prego di benedirmi.
di Vostra Paternità Molto Reverenda
Indegnissimo Servo e figlio in Cristo
Alfonso Maria Vinzi della
Compagnia di Gesù.
Benevento li 30 del 1830
(a) inabili nell'interrigo
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Benevento 30. Gennaio del 1830. // Padre Alfonso Maria Vinzi