Gianolio, Luigi Maria (1791-1869), Novara, January 6, 1830
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Molto Reverendo Padre Nostro
Pax Christi
È già da qualche tempo, che mi sento inspirato di scrivere alla Paternità Vostra Molto Reverenda, ma prima di farlo ho voluto raccomandarmi ben di cuore al Signore per non isbagliare. Oggi giorno dell'Epifania del Signore, dopo di aver fatto il triduo di ritiro Spirituale, e dopo che questa [Reverenda Comunità] ha rinnovato i santi voti, me ne sono sentito un nuovo impulso, e però mi sono determinato di scrivere, temendo altrimenti di resistere alla Divina grazia. L'occasione che m'induce a ciò fare si è l'aver inteso, che Vostra Paternità si è degnata d'invitare i suoi sudditi, che si sentissero inclinati per le Missioni Estere a manifestare la loro vocazione per essere provata. Io, che, se non avessi ottenuto la grazia di essere ammesso nella Compagnia, avrei cercato di entrare nella Propaganda per tale oggetto, e che poi essendo nel Noviziato presentai due memoriali, e ne scrissi di nuovo da Orvieto al Molto Reverendo Padre Fortis, allora Vicario Generale, e che ebbi poi avviso nel 1853 dal Reverendo Padre Pavani, che era stato destinato dal medesimo Padre Fortis per le Missioni estere, ma che quest'affare si era poi arenato, rinnovo la mia domanda alla Paternità Vostra Molto Reverenda, e Le offro ma mia persona, affinchè qualora Le piaccia di servirsene ovunque per le Missioni estere, ne disponga pure come un corpo morto, o bastone da vecchio. Le dico candidamente che ne sento gran desiderio, e che in quest'affare ho una gran confidenza in Dio di far anche cose grandi qualor sia necessario per la maggior sua gloria, quantunque sua sprovvisto d'ogni virtù e d'ogni scienza.
Vostra Paternità sarà bene informata, che io fin dal Secolo, e dopo ancora nella Compagnia sono sempre stato avvezzo ad una vita attiva ed occupatissima. Ora mi trovo in questo Collegio con poca occupazione, e questa stessa contraria a quell'attività usata finora. Sono Ministro dei Nostri in numero pochi, a quali bada il Padre Rettore, e Confessore della Scolaresca, la quale va per la maggior parte a confessarsi dai Padri Poczobut e Suryn, onde pare che anche per questa parte potrei più facilmente essere destinato alle Missioni estere, come un ministro di molta attività ed occupazione senza però fare alcun vuoto notabile a questo Collegio.
Ora, che ho esposto alla Vostra Paternità Molto Reverenda la mia inclinazione con tutta la semplicità e la schiettezza, e che ho eseguito quanto mi sentiva inspirato di fare dopo di essermi ben raccomandato a Dio di cuore, mi abbandono affatto nelle braccia della Divina Provvidenza, ed aspetto dalla Paternità Vostra con grande umiltà e rassegnazione qualunque determinazione Ella si degnerà prendere sopra di me. Mi raccomando alla Vostra Paternità affinchè si compiacerà ottenermi da Dio un zelo ardentissimo della salute delle anime, e pregandola infine di accordarmi la facoltà di tenere l'orologio, che fin qui ho usato con licenza a cagion dell'impiego, passo con tutto il rispetto e con tutto la filial sommissione a protestarmi
Di Vostra Paternità Molto Reverenda
Indegnissimo ed Obbidientissimo Figlio in Cristo
Luigi Maria Gianolio Societatis Iesu
Novara 6 Del 1830.
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Novara 6. del 1830. // Padre Luigi Maria Gianolio // chiede le Missioni