Beltrami, Luigi, Piacenza, October 6, 1844

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[Provincia Romana - Piacenza, 6 Ottobre 1844.
Fratello Scolastico Luigi Beltrami.]

Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro.

Pax Christi

L’amore, la tenerezza, e la riverenza congiunta alla stima che nutro per la Paternità Vostra mi violentano a cogliere cosi bella occasione per esternarle in poche parole quell’affetto figliale, che partendo dal cuore tenero per Lei e sincero, quanto più grande glielo appaleso, tanto più mi confido le tornerà gradito. Già altra volta Le ho scritto; ma come [...] fu in tempo quando(a) trovavami l'animo sommerso in un mare di angoscie, alterato pel tumulto degli affetti, che il timore di un Sacrifizio troppo acerbo mi aveva sollevato nell’interno; e d’altronde perché tempo non forse in allora le sia stata consegnata mia Lettera, non sarei d’ogni parte consolato se ora che qualche tranquillità posso godere non Le scrivo d’altro stile, e con animo più riposato. Dico qualche tranquillità, perché non intendo una perfetta calma di Spirito scevra d’ogni angustia: questa non è ancora per me, cui vuole il Signore continuamente crocifisso e nell’anima, e nel corpo; bensì quella intendo solamente, che un figlio della Compagnia oppresso dalle afflizioni può assaporare nell’abbandono di tutto se nel suo Dio, e nella Santa rassegnazione. Adunque mio dolcissimo Padre lasciando da parte il manifestare ogni mia cosa, perché ciò benché a me consolazione, pure a Lei altro non sarebbe che disturbo, con tutta la confidenza figliale Le umilio ogni mio ossequio, e qual segno del caldo mio amore per Lei rispettosamente prostrato Le bacio in prima i piedi, e poi le mani. Mi duole nell’animo di non poterlo io fare di presenza; ma poiché non lo vuole il Signore, ne sono contento, e tanto resto soddisfatto, purché altri lo faccia per me. Forse meraviglierà la Paternità Vostra perché io sì schiettamente le parli, tuttoche non lo abbia mai non che udito, nemmen veduto. N’avrebbe ogni ragione. Ma che sarebbe se io Le confessassi con ingenuità, che siffattamente mi sta impressa nel cuore, che appena è mai ch’io mi ricordi di lei, che tutto non mi senta intenerire e commuovere? Già che in parte non ne abbia motivo fortissimo, nessuno per certo me’l vorrà contendere. È in primo luogo mio Padre, un Padre in cui solo tutte debbo mirare congiunte le viscere della buona Madre la Compagnia; un Padre il cui amore ho pur troppo provato, gli effetti della cui provvidenza e cura amorosa ho più che altri sperimentato, un Padre in fine a cui somme ho le obbligazioni, e che tutta si merita la mia riconoscenza. Ben ho io piuttosto da vergognarmi e piangere, che in tanti anni di Religione non habbia saputo ancora [riuscire] figliuolo di Lei meno indegno, e così ricambiare i meriti suoi con non defraudarle nelle sue Speranze. Ah mio dolcissimo Padre! moltissimi sono gli ostacoli che per mia negligenza vi frappongo; pur non ostante siccome ogni mia fiducia sta riposta in Dio, ne voglio sperare assai. Sono privo delle forze dello Spirito, non meno di quelle del corpo; ma nell’Orazione, si, voglio trovare ciò che all’uno è necessario, e nell’altro, ove sia in piacere a Dio, desidero ottenere. Anzi per questo stesso mi faccio cuore a dare un passo innanzi, e dopo d’averle appalesato il mio affetto, richiederla delle sue Sante preghiere. Deh! perché non potrà la Paternità Vostra a’ piedi della nostra Mamma dolcissima perorare per me? perché non interporsi presso il Santo Padre Nostro? Come non otterrà Lei tenerissima quel’è de’ sacratissimi Cuori, se entrerà in essi con affetto di Padre a supplicare per un figlio suo che pur ne ha tanto bisogno? Sono quivi i Sacri depositi, i miei Santi fratelli Luigi e Stanislao, i cari oggetti de’ miei più puri amori; ah se a questi Si volgerà, rimarrà forse deluso? Io non Le dico cosa vorrei; solo domandi loro tutto che la Paternità Vostra desidera in un figliuolo suo e della Compagnia. Che se alcuna cosa debbo particolarmente nominare, altro non chiedo che amore con patimenti, fortezza, e santa rassegnazione. Questo domandi per me, ma lo domandi proprio di cuore, e come Lei lo sa fare. Oh quanta cara cosa sarà questa per me!

Vorrei qui terminare, ma la confidenza grande che ho mi spinge sul finire a palesarle un mio desiderio, e supplicarla insieme di un grandissimo favore. Io bramerei (come vedrà ricordato in una delle qui entro incluse, quali converebbe e' leggesse, perché non le ho ancora mostrate al mio Padre Rettore) un Crocifisso assai devoto, simile a certo cui vidi ai vari Padri e so esser di quelli che ora [...] nel Noviziato. Da molto tempo lo desidero, e potrei anche dire che da molto tempo ne sono quasi senza. L’ho raccomandato istantemente al carissimo Fratello Finotti, perché proprio mi preme assai, essendo quell’oggetto che mi ridesta consolazione al cuore, cui non mi diparto dal […] nè giorno nè notte, isfogando con esso i miei più caldi affetti, e facendomelo compagno come delle mie gioie, così eziandio di tutte le mie angustie. Sono sicuro che il buon Fratello da parte sua mi soddisferà pienamente. Or se il medesimo Crocifisso io lo potessi avere come cosa che proprio parte dalle mani di Vostra Paternità oh il caro pegno, il dono prezioso che allora sarebbe! Mio dolcissimo Padre, il Fratello Finotti glielo presenterà infallibilmente. Lo riceva, la Paternità Vostra, e lo carichi di tutte le benedizioni che può. Io lo avrò qual tesoretto, cui sempre terrommi innanzi agli occhi, viva memoria di Lei e delle obbligazioni che ho colla mia cara Madre la Compagnia.

Chiudo questa mia, prima col ricordarle sommessamente (un adempimento del mio voto) il desiderio sempre avuto che ho per le Missioni; e poi dimandandole perdono della troppa semplicità e confidenza tenuta nel trattare con Lei. Ma, dolcissimo Padre, ingenuamente le confesso, che non posso altrimenti, dove non voglia procedere con violenza. Certo trattare sostenuto, certi titoli gravi, mi fanno un poco paura, e per me non istanno bene, perché mi levano quella tanto in noi desiderata schiettezza. Ond’è che io co’ miei Superiori, sieno quanto si voglia maggiori, non sono capace di usare altrimenti, che con quella candidezza, amore, e confidenza colla quale suole un figliolino trattare colla sua tenera madre.

Facendole umilissima riverenza ed implorando la sua Santa benedizione, rispettosamente le bacio ambe le mani e sono

Di Vostra Paternità Molto Reverenda indegnissimo ma affizionatissimo figlio in Cristo

Luigi Beltrami della Compagnia di Gesù

Piacenza 6 Ottobre 1844

(a) quando nell'interrigo

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Piacenza 6 ottobre 1844 ---- Fratello Beltrami coadiutore // 1. Scrive ora con qualche tranquillità, benché non // ancora scevro d’ogni angustia di spirito. // 2. Suoi sentimenti figliali verso Sua Paternità. // 3. Fiducia in Dio per le forze dello spirito e del corpo. // Chiede amor con patimenti, fortezza e rassegnazione. // 4. Desidera un Crocifisso di qua’ del Noviziato // 5. Ricorda il suo Voto per le Missioni.
Al Molto Reverendo Padre Nostro Preposito Generale // Il Padre Giovanni Roothaan della Compagnia di Gesù // Roma.

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“Beltrami, Luigi, Piacenza, October 6, 1844,” ARSI, AIT 1, 611, Digital Indipetae Database, accessed November 21, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/1010. Transcribed by MR.