Cabrini, Fabio (1820-1852), Piacenza, September 8, 1844
Sender
Year
Month
Day
From (City)
From (Institution)
To
Recipient
Anterior Desire
Destination(s)
Models/Saints/Missionaries
Left for mission lands
Language of the Letter
Links
Notes
Archive
Folder
Number
Transcription
Molto Reverendo Padre
Sebbene io punto non dubito che la Paternità Vostra non sia informata dell’affare per cui ora le debbo scrivere; poiché il Padre Giuseppe Ferrari sino dal 1841 gliene deve aver scritto da Verona, nientedimeno ho stimato mio dovere lo scriverle io stesso e pienamente informarla di quanto pare Iddio da me richiedere, seguendo anche così il consiglio del mio Padre Rettore che a ciò fare mi portò. Sappia dunque, Molto Reverendo Padre, come non pure dacché sono nella Compagnia ma sin da quando ero nel secolo e nell’età di undici o dodici anni avea in cuore forte un desiderio di tutto impiegarmi e consecrarmi alla salute delle anime segnatamente nelle Missioni straniere. Questo desiderio in me si destò singolarmente nel leggere che allora facevan le istorie della Compagnia; e questo desiderio pur fu anche che mi mosse ad entrar nella Compagnia perché vidi che in essa avrei potuto più di leggieri mandarlo ad esecuzione. Nella Compagnia poi quanto in me viemaggiormente si accendesse lo può facilmente immaginare la Paternità Vostra. Ne parlai frequantemente col Padre Maestro de’ Novizi, poi col Padre Ferrari, e finalmente con quel dolcissimo padre dell’anima mia il Padre Odescalchi; i quali tutti concordemente me l’approvarono e mi animarono a star saldo e costante in esso, e a trattarne di continuo con Signore, e poi anche col comun Padre della Compagnia. Appena compito il Noviziato il Padre Ferrari allora Rettore di quella casa mi permise di obbligarmi a Dio con voto di ricercarne la grazia ogni anno, per un certo numero di anni, al Superior della Casa o Collegio in cui mi fossi trovato. Il Padre Viscardini oltre all’animarmi mi diede sempre buone speranze; e quella sant’anima particolarmente del Padre Odescalchi di cui ebbi la bella sorte d’esser figliuolo spirituale, me ne parlava tutto da se frequentemente; celebrava spesso il divin Sacrifizio per me, per ottenermi dal Signore e della Madonna Santissima la grazia delle Missioni. E non di rado sì nelle private conferenze sì nelle confessioni mi diceva: aver egli gran fiducia che sarei io riuscito certamente missionario; che avrei faticato per le anime anche per lui, dacché, come diceva, entrato egli già vecchio nella Compagnia non poteva fare ciò che avrebbe pur voluto; che sperava sarei io riuscito l’apostolo della Madonna ecc. ecc. I guai detti sebbene non si abbiano ad avere in gran conto, pure attesa la gran prudenza e santità di chi gli proferiva meritano certamente qualche riflessione. Mosso io dunque dalla forza e costanza de’ miei desideri, i quali si fecer e si van facendo sempre più vivi, porgo alla Paternità Vostra umilmente la supplica di voler quando, come e dove crederà nel Signore, destinarmi e spedirmi a qualche laboriosa Missione nelle parti estere.
Quanto a requisiti necessari per sì gran’affare, io mi confido nel Signore ed in Maria Santissima che se mi vorranno far grazia sì grande mi daranno tutto il necessario per essa. la mia salute corporale, egli è vero, è piuttosto scaduta; ora però mi vaso rimettendo. L’anno scorso per le mie indisposizioni non ho potuto attendere alla Filosofia e Matematica, occupandomi in quella vece nello studio ameno delle belle lettere; il presente, ci ho potuto attendere sufficientemente. Ora resta che per amore de’ Cuori Santissimo di Gesù e Maria, e per quel zelo della salute del mondo intero ch’arde in cuore alla Paternità Vostra la preghi e scongiuri a volermi consolare e concedere questa grazia; sempre però pienamente in tutto e per tutto abbandonato e rassegnato alle mani e disposizioni della Paternità Vostra.
Padre Molto Reverendo accolga quest’umile supplice che prostrato in ispirito a’ suoi piedi umilmente le porgo, mentre il mio caro Padre Odescalchi prostrato in Cielo a’ pie’ del divin trono la sta porgendo per me all’Altissimo.
Ho gran fiducia che il Signore mi voglia adoperare in qualche cosa, posto, che Infirma mundi eligit Deus ut confundat fortia.
E baciandole la mano, pregandola nello stesso tempo della sua Paterna benedizione sono
Della Paternità Vostra Molto Reverenda
Infimo in Cristo Servo e figlio indegnissimo
Fabio Cabrini della Compagnia di Gesù
Piacenza 8 Settembre 1844