Steccanella, Valentino Maria (1819-1897), Piacenza, September 5, 1844
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Molto Reverendo in Cristo Padre
Pax Christi
Venendosene costà il nostro Reverendo Padre rettore non potei lasciare di consegnargli una mia brevissima da recare a Vostra Paternità. L’affare che io voglio in essa trattare Le è già noto fin da due anni addietro, non essendo altro che una umile domanda dell’estere missioni.Egli è vero che nel chiedere tal grazia arrossisco veggendomi povero d’ogni bene realmente; ma e per questo dovrò, disperando di ottenerla, lasciare di domandarla? Non sarà mai finattantoché sentirò venirmi confortando l’Apostolo dicendo che Iddio elegge i più disadatti stromenti per operar grandi cose; e perciò io dico fra me, se io non sarò una spada tagliante, o un fulmine ruinoso in man di Dio per quello che spetta a me, che monta? Sarò una mascella d’asino, ogni cosa in sua mano vale a grandissimi effetti, e così egli avrassi tutta la gloria, ed io rimarrommi nella mia confusione. Oltre poi questo pensiero ve n’ha un altro che mi conforta a fare simile dimanda, ed è, che, prescindendo anche da tal voto, mi pare d’esser tenuto in qualche modo a farla, perché Iddio servissi de’ desiderj delle missioni estere per istaccarmi da mondo fin da giovanetto, e volgermi tutto alla Compagnia, tenendomi saldo co’ medesimi all’amor di lei per ben sei anni quanti ne corsero dal primo venirmi tal vocazione fino al metterla in effetto, compiuto il ginnasio. Sicché a me pare propriamente che Iddio mi voglia per questa parte. Io però, come dissi nell’altre mie, il tutto rimetto ne’ miei Superiori; né sarà mai, col divino ajuto, che io abbia a rimanere scontento, se non avessi ad ottenere il compimento di siffatti miei desiderj e pensieri, sapendo bene che ogni cosa viene diretta dalla sua soavissima provvidenza a maggior nostro bene; solo dorommi che ciò per avventura non avvenga a cagione de’ miei peccati, e poca corrispondenza agli impulsi della divina grazia a formarmi quale dovrei essere, ove mi s’imponesse un tanto peso.
Io qui credo ben fatto di non trattenere Vostra Paternità coll’esporle i miei desiderj, perché non sarebbe altro che un ridire le cose dette nell’altre mie, e perciò ho fine baciandole umilmente la mano, e pregandola di una sua larga benedizione sono
L’infimo fra suoi figli in Cristo
Valentino Maria Steccanella Scolastico S.J.
Dalla villa di Corneliano 5 settembre 1844