Pozzo, Angelo Maria (1801-1850), Ferrara, December 11, 1843
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Molto Reverendo in Cristo Padre
Pax Christi
L’ultima volta, che io mi presentai a ricevere la benedizione de Vostra Paternità rammentandole, secondo il mio solito, il mio antico, vero, e costante desiderio delle sante Missioni, anzi il mio Voto delle Indie fatto nel Santo giorno di Pentecoste del 1821 con approvazione del Padre Rettore, e con qualche indizio, che tale fosse il volere di Dio, le domandai, se dover più instare per tranquillità della mia coscienza. Vostra Paternità si degnò rispondermi, che intanto faticassi quanto poteva, come se fossi in quelle remote Missioni, e m’accordò che una volta all’anno le potessi rinnovar l’istanza. Quindi io ho procurato colla grazia di Dio di non mai ricusare qualunque fatica, o disagio mi si presentasse, anzi mi sono tenuto onorato con ogni mio merito dalla buona Madre la Compagnia quando s’è degnata gittare gli occhi sopra di me per impormi qualche opera a pro delle anime; né perciò mi reputo d’aver fatto cosa alcuna, massime a confronto degli infiniti debiti, che ho da ogni parte col mio Signor Gesù Cristo, e colla Compagnia. E se non ho osato ripeterle l’istanza in iscritto per non moltiplicare a Vostra Paternità la fatica già troppo grave di leggere tante lettere, principalmente per questo mio bruttissimo carattere, non ho però mai lasciato di farlo a voce quando mi si presentava opportuna occasione, come anche l’anno passato per mezzo del Padre Arrigoni. Quest’anno non mi si presenta altra occasione, né così stava in piena pace la mia coscienza: però intendo tranquillarla con questa. Non aggiungo ragioni, o motivi: mi basta sapere, che Vostra Paternità intenda, e sia persuasa della mia costanza de’ miei buoni desiderj, e nel mio Voto, sicuro, che Vostra Paternità farà quello che giudicherà meglio in Domino, a maggior gloria di Dio.
Le ho anche significato il desiderio, che, se non mi riputava degno di quelle più pericolose Missioni, almeno mi destinasse a scorrere le montagne d’Italia forse di poco inferiori a quelle di Lalovesco. Ahi quanti almeno semibarbari si trovano anche viaggiando, che o non vedono mai faccia di sacerdote, o meglio sarebbe che nol vedessero! Intanto regna e cresce l’ignoranza, e il vizio a danno delle povere anime!
Ma un altro motivo mi spinge a scriverle, e l’avrei fatto prima, se non fossi stato trattenuto da altre premurose computazioni. Mi ha detto il Padre Rettore avergli Vostra Paternità scritto, che mi avvisasse di dispormi al Quaresimale per quando che sia. Ottimamente: eccomi pronto anche in quest’anno, se così piace a Vostra Paternità, massime se mi mandasse in qualche luogo, dove potessi quasi cangiare il Quaresimale in una specie di Missione. Del resto le prediche sono pronte, e quali siano ne può giudicare Vostra Paternità che ha avuto campo di ascoltarne alcune in quel poco più di tre mesi, ne’ quali supplii costì per l’Annuale; non le potrei però promettere di recitarle tutte ad literam, che è stata sempre una delle difficoltà, che ho affaciate qualora mi si è parlato di Quaresimale. Altro è che, a dirla schietta, mi paiono ora i Quaresimali tempo perso, e fatica sprecata. Altro è, che d’ordinario in tempo di Quaresima io non meno perisca, e più frutto faccio più Quaresimali dando continue mute d’Esercizi. È vero, che qui già si sono dati con savia disposizione i Santissimi Esercizj agli Scolari, ai Signori, e nell’ottava di Natale si danno agli […], epperò in Quaresima saremo liberi dagli Esercizj di chiesa nostra, ma non mancheranno altre mute, dove occuparmi col divino ajuto fruttuosamente.
Le ho voluto così accennare la mia prontezza, e le mie difficoltà; perché dopo che ho stabilito, per divina grazia, di mai nulla cercare, e nulla aiutare, ma esposte le mie difficoltà, offerirmi pronto a tutto, vivo assai tranquillo, e provo sensibilmente l’ajuto speciale di Dio in tutte le cose comandatemi, e vado ammirando, che i miracoli della ubbidienza succedono anche tutto dì. Faccia però di me ciò che giudica l’obbedienza.
La prego a perdonare la libertà che mi sono preso di parlare con tutta semplicità e schiettezza. Colgo quest’occasione per augurarle proprio di cuore felicissime le prossime Feste Natalizie abbondanti d’ogni grazia per Vostra Paternità. Gradisca la mia buona volontà, mentre io raccomandandomi a Santissimi Sacrifizi le bacio con filiale affetto la mano, la supplico di sua paterna benedizione, e con tutto il rispetto mi protesto
di Vostra Paternità Molto Reverenda
Infimo in Cristo Servo e Figlio Angelo Maria Pozzo S.J.
Ferrara 11 Ottobre 1843