Guagliata, Giuseppe Ignazio, Palermo, September 19, 1839
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Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro
Pax Christi
Quanta consolazione arrecata mi abbia l’avvertimento che Vostra Paternità si degnò darmi ne’ primi del maggio passato per mezzo di questo mio reverendo padre Provinciale, io nol saprei agevolmente esprimere; poiché chiarissimo conobbi che mi tiene presente alle disposizioni che Vostra Paternità prenderà circa le estere Missioni, alle quali io da gran tempo ardentemente aspiro, e mi sto preparando, quanto per me si può, con l’acquisto delle necessarie virtù, massime dell’annegazione di tutto me stesso, al che Vostra Paternità principalmente mi esortò, e il padre Riccadonna con la sua lettera, che si lesse in refettorio nel luglio scorso, vieppiù m’infiammò, mostrandone il vero bisogno per quei che alle dette Missioni vogliano dedicarsi.
Io ho differito già quattro mesi lo scrivere per la quinta volta a Vostra Paternità; perché ne fui impedito dalle molte faccende di esami ed altre funzioni scolastiche: ma sopratutto perché aspettava la opportuna occasione di presentarle al tempo stesso col più verace affetto di riconoscenza i dovuti ringraziamenti per la grazia singolarissima concedutami della sacra ordinazione, di cui mi son sempre creduto indegnissimo, e che perciò ascrivo a somma carità de’ miei superiori.
Se non che mi pare egli convenientissimo che io ne sia grato al beneficientissimo Iddio, il quale ammettendomi tra i suoi ministri, pare che voglia consolarmi con farmi avvicinare al termine de’ miei desiderî; onde mi ha accresciuta oltremodo quella cocentissima brama, che pria ingerita mi avea di tutto impiegarmi a pro delle anime compre dal preziosissimo sangue di Gesù Cristo, e prive intanto di chi loro lo applichi a salvezza eterna. Felice e mille volte avventurato il Maestro Vecchi, cui toccò in sorte seguir le orme gloriose degli operai evangelici, ed essere, tuttochè non sacerdote, destinato al gran ministero della conversio=
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ne delle anime o del coltivamento di quei cattolici che in mezzo agli scismatici od idolatri si vivono! Oh me beato, se mi fosse alla perfine conceduto insegnare la dottrina cristiana a quei fanciullini d’infedeli, e battezzatili metterli in anticipato possesso di quella gloria, a cui furono anch’essi creati! Io sono già al quarto anno di teologia: mi trovo sacerdote: sto ad ogni momento aspettando un cenno di Vostra Paternità, che mi spedisca a lavorare nella vigna del Signore, oimè! in molte parti assai inculta: ogni stante mi sembra un secolo, e sarei per fin tentato di rinunziare a quest’ultimo anno di teologia per essere più pronto, se non me lo avesse dissuaso il mio padre spirituale padre Taparelli sul motivo che a quel ministero delle missioni estere si ricerca una più che mezzana scienza teologica. Dunque aspetterò in pace questi altri pochi mesi, e non cesserò frattanto di aiutare quei prossimi che qui ho meco, frequentando più spesso che prima le carceri, gli spedali, i quartieri.
Ma deh! molto Reverendo mio Padre, sia questo per me il noviziato di quella Missione, a cui incessantissimamente sospiro! E lo sarà per fermo quante voltea il benignissimo Signore, la Vergine Santissima, il nostro santo Patriarca e san Francesco Saverio lo metteranno in cuore a Vostra Paternità, che sola fra gli uomini potrà rendermi pago dopo molte lagrime ed iterate preghiere.
Perdonerà certamente Vostra Paternità la mia importunità, mentre altro non so scrivere, nè altre ragioni arrecare. Ma che ragioni, se tutto deve dipendere dal divino volere manifestato per mezzo de’ miei superiori? E questo io esploro nella orazione, nella Messa, nelle private mie divozioni: nè altro pare che sia il volere di Dio, se non quello di spendere gli anni miei, il mio sangue, la vita stessa a vantaggio
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spirituale ed eterno de’ miei prossimi infedeli, barbari, idolatri: imperciocchè se tal non fosse, a quest’ora dopo tante giuste dilazioni o raffreddato sarebbesi il mio desiderio, o Iddio avrebbe permesso che Vostra Paternità mi désse una perentoria ripulsa. Ma non faccia il Cielo che ciò mai avvenga; imperò io con più istanza seguirò a mandar voli all’Altissimo per intercessione di Maria Santissima e dell’Apostolo delle Indie mio speciale avvocato, ed a picchiare alla porta de’ miei superiori, pregandoli incessantemente ad esaudirmi; con che umilmente mi dichiaro
Di Vostra Paternità
Il Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro
Il Padre Giovanni Roothaan Preposito
Generale della Compagnia di Gesù
Roma
Infimo tra i Figli in Gesù Cristo
Giuseppe Ignazio Guagliata
Palermo li 19. settembre 1839.
(a) volte nell’interrigo
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Palermo 13 settembre 1839.---- Padre Guagliatta // petit missiones.
Al Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro // Il Padre Giovanni Roothaan Preposi//to Generale della Compagnia di Gesù // Roma