Vinzi, Alfonso Maria (1799-1869), Naples, August 12, 1832

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12

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93

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Pax Christi

Molto Reverendo Padre in Cristo

Piace a’ padri ricevere da figliuoli lontani qualche attestato di stima misto di affetto. Questo io ho lungamente desiderato di offerirle con qualche mia letetra: che così solo il poteva; e certo di non poco rossore […] il volto il pensiero, che mi fossi tenuto dal farlo quasi per un intiero anno: per varie circostanze, come accade, suffucarono in me il buon desiderio, e la cosa restò in desiderio. Or la dipartenza del Padre Lischoschi per coteste parti mi ha fatto vincere ogni difficultà, e conforto a pagare un debito, che già da gran tempo avrei dovuto.

Le protesto dunque principalmente la mia più viva gratitudine per tanto che mi ha fatto, e per quel che desiderato di farmi. Serberò sempre, o Padre, nella più onorata parte della memoria le accoglienze da lei ricevute nella mia breve dimora costà: ricorderò sempre la degnazione avuta disustituirmi in suo luogo per i noti processi di Taranto: l’invito fattomi per la terza probazione, secondo che le ne pregai a voce; e se non che i bisogni di questa nascente provincia ne impedirono per ora la esecuzione; avrebbemi tale invito procacciato il doppio piacere e di presentarmi di nuovo a piedi di Vostra Paternità, e di fornirmi alcun poco di Spirito, di che ho tanto bisogno. Le sarà poi noto il presente mio stato: fo scuola, quella stessa che ho già fatta molti anni, e benché sia disposto a farla per ubbidienza di molti ancora appresso; pur non è che l’animo non mi porti altrove. E dove? Già in tre altre mie lettere glie l’ho significato e glie lo espressi eziandio a voce alle missioni, o Padre; dove mi pare di sentirmi chiamato; e dove se, per benignità di Vostra Paternità io giungessi, giungerei al colmo di que’ desideri, da quali, vivendo nel secolo, ebbi la prima spinta al presente stato di vita; nel rimanente offerirmi e desiderare è il tutto e so solo che posso. Quando sarà che mi consoli un venga o vada di Vostra Paternità?

Allo esercizio della predicazione, tornato da Benevento dove spiegava in quella catedrale le scritture, ho dato un addio; né ora, occupato nella scuola, potrei ripigliarlo. Questo pensiero vorebbe darmi talora molestia, ma io non gli do ascolto, e quando è […] guadagnarmi io ripeto la palinodia del servo inutile.

Vorrei darle qualche notizia delle cose nostre di qui, ma temo di crearle qualche noja. Certo, o Padre, miserie non ne mancano, le quali in gran parte sono cagionate dal desiderio di buoni Superiori immediati. Uscimmo nel prossimo passato mese dal governo del Padre Sordi, del quale mi basterà dire, che si ringraziò comunemente Iddio, che uscisse e si aggiunser voti, che non tornasse, ma ora siamo capitati in migliori mani. Il Padre Ringelsthein opera alla tedesca, però le sue violenti maniere fanno desiderare la soavità religiosa. Il Padre Rettore per voler contentar tutti contenta nessuno: per verità è notata in lui un incostanza tale, che nello istesso giorno, anzi nel divario di poche ore il suo si diventa no, e viceversa; ne’ mai si ha da lui risoluzione, di cui non temasi tra poco la contraria. Il trattamento benchè sia alquanto migliorato pure è ancora troppo scarso per la gioventù, che ne mormora; e il cattivo apparecchio de’ cibi cresce spesso materia di mormorazioni. Il servizio di case non è quel dovrebbe essere, e tal difetto nasce dal ristretto numero de’ fratelli coadjutori. Per le cose di fuori, i nostri ministeri non sono in molto credito. Le scuole inferiori sono tre, quanti sino alla rettorica: le superiori languiscono. Il convitto fiorisce, e comunemente se ne parla bene. Ho voluto scriverle queste cose, parendomi d’incontrare nel suo genio; perche mi renda ricorda che l’anno scorso m’invito a darle un dettaglio e ben minuto delle cose nostre.

Chiudo la lettera per non darle ulterior fastidio: ma non posso innanzi non raccomandarmi di nuovo per lo intento della grazia già dimandata, a cui sebbene i passati e presenti miei demeriti chiudano ogni adito, non per questo io ne dispererò l’effetto. Una linea sola di Vostra Paternità o quanto mi consolerebbe, e mi ardisco di esporgliene il desiderio.

Mi prosto a piedi di Vostra Paternità e baciandole con riverente affetto la mano, le chieggo la paterna benedizione

Di Vostra Paternità Molto Reverenda

Infimo in Cristo suddito

Alfonso Maria Vinzi Societatis Iesu

Napoli 8 Dicembre 1832

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Al Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro // Il Padre Giovanni Roothann Preposito Generale // della Compagnia di Gesù // Roma

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“Vinzi, Alfonso Maria (1799-1869), Naples, August 12, 1832,” ARSI, AIT 1, 93, Digital Indipetae Database, accessed November 21, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/2693. Transcribed by MR.