Turner, Guglielmo (1807-1852), Palermo, February 20, 1834

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Molto Reverendo in Cristo Padre nostro

Pax Christi

L’avermi il Signor nostro Gesù Cristo chiamato in una maniera singolare alla sua Compagnia, quando meno io vi pensava, e quando per la mia pessima vita meno il meritava, da una parte mi dà argomento, che Egli vuol servirsi di me, benchè miserabile, a qualche fine di sua maggior gloria, e dall’altra mi mette nell’obbligo di consecrarmi tutto senza riserba alla sua Santissima Volontà, perchè si degni di adempire in me a qualunque mio costo i suoi Santissimi disegni nell’avermi eletto a sì alta Vocazione. io non so quali sieno questi disegni, se di servirlo negli ordinarj ministeri in queste nostre parti, ovvero di cooperarmi in più ardui ministeri all’avanzamento della sua Gloria in lontani paesi.

Qualunque essi sieno, io desidero che in me si adempiano, poichè nel solo adempimento del fine per cui Dio mi ha eletto posso ritrovare e la mia santificazione sulla terra, e la gloria dh’io spero nel Cielo. E a che mi gioverebbe essere nella Compagniam anzi essere nel mondo, se non arrivassi a conseguire quel fine, che la Sua Divina Maestà ha avuto nel collocarmi in esso? Son pronto adunque, o Padre mio, a portarmi dovunque Dio mi chiami per mezzo de’ miei Superiori: non mi sento più inclinato nè a luogo, nè a ministero veruno: io mi metto nelle Sue mani come nelle mani di Dio, strumento, in vero, inutile, anzi da se più proprio a nuocere, che a giovare, ma che nelle mani di un Dio così buono e potente può servire a gran cose. La natura, è vero, si spaventa all’idea di naufragi, persecuzioni, fame, freddo, ed altri pericoli, ma mi anima ciò, che Vostra Paternità ci ha suggerito nella sua lettera; che l’opera è tutta di Dio e non nostra, che a chi di Lui si fida non mancheranno le forze necessarie. Altronde poi, se Dio mi chiama a servirlo in mezzo a questi pericoli, non è egli certo, che starò più sicuro in mezzo ad essi, che nella quiete della mia cella, dove per soverchio, e colpevol timore mi volessi rimanere contro la Sua Volontà? Mi destini dunque Vostra Paternità dove vuole, avendo solo riguardo al maggior servizio di Dio: io non ho veramente virtù alcuna per li grandi Ministeri delle Straniere Missioni, e le stesse facoltà naturali e di corpo e di anima non sono abbastanza forti a questa impresa. Iddio può supplire a tutto, ed io non ho riposta che in lui solo la mia confidenza. Felice, se queste stesse mie scarse forze potessi tutte sacrificarle in servizio di quel Signore, che ad onta di tanti miei demeriti si è degnato chiamarmi in questo Paradiso in terra, in questo luogo di Santità, nella Compagnia di Gesù, nella quale mi protesto di voler vivire, e morire.

La prego di avermi presente ne’ Suoi Santissimi Sacrifizi, ed Orazioni, e baciandole col più profondo rispetto le mani passo a soscrivermi

Della Paternità Vostra molto Reverenda

Indegnissimo servo e Figlio in Gesù Cristo

Guglielmo Turner

Palermo li 20. Febraro 1834

Al molto Reverendo in Cristo Padre nostro // Padre Giovanni Roothaan Preposito Generale // della Compagnia di Gesù // Roma

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Citation

“Turner, Guglielmo (1807-1852), Palermo, February 20, 1834,” ARSI, AIT 1, 148, Digital Indipetae Database, accessed September 19, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/2517. Transcribed by MR.