Vallarelli, Francesco Paolo, Rome, October 30, 1840
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Pax Christi
Molto Reverendo Padre in Cristo
Altre volte ed anche in iscritto ho esposto a Vostra Paternità il desiderio che Iddio nostro Signore mi dava delle missioni straniere; ma come il sentiva così l’esposi indifferente per qualunque terra: ora poi mi muovono a chiedere quella del Giappone le seguenti ragioni. 1. Perchè nella mattina del sesto giorno di questi ultimi Esercizii, senza che andassi particolarmente a ciò preparato, meditando mi sentii fortemente inclinato a quella missione; e benchè sentissi insieme compassione per le anime e per gl’infedeli in generale, pure più vivamente mi commoveano gli abbandonati Giapponesi. Seguitando a pregare con questo sentimento godeva nella stessa meditazione molta calma e consolazione di spirito, mentre nel dì precedente era stato internamente travagliato fino a non potere meditando quasi trovar quiete col pensiero. 2. Considerava essere quasi certamente riserbati a’ primi, che vi anderanno, grandi patimenti con la speranza di dare il sangue per chi il volle dare per noi; e questo più mi moveva all’amor di nostro Signore, che mi pareva volesse con quel sentimento dispormi a tanta grazia. 3. Mi stimola il sangue di tanti Nostri sparso su quelle terre, ed ho fiducia che otterrei da essi maggiori grazie ed ajuti faticando per que’ popoli. 4. Sebbene pensassi di aspettare il termine degli studii, pure mi pareva non potere ciò fare senza disgusto di Dio Signore nostro, che allora mi suggeriva proporre a Vostra Paternità alcun Collegio là più vicino per esempio in Calicut, ove terminare gli studii interi o compendiati secondo le circostanze, ed apprendere nello stesso tempo la lingua e costumi di quella nazione. Altre circostanze concorsero a farmi più persuaso che tali sentimenti fossero da Dio, come, per dirne alcuni, il ricordarmi con piacere essere quel dì la vigilia de’ Santi Apostoli Simone e Giuda Taddeo toccatimi a protettori del mese; farsi anche in quel dì memoria del Padre de Couros morto di puri stenti dopo 43 anni indefessamente impiegati a bene de’ Giapponesi; ricorrermi spesso alla mente i Santi Martiri Giapponesi, San Francesco Saverio e l’impegno che questo Santo ebbe per quella nazione, onde mi sentiva più confortato ed animato a pregare Sua Divina Maestà, ed esporre alla Paternità Vostra sì il mio desiderio che il modo già detto, potendo essere opportuno anche ad altri studenti; ed ho fiducia nella Bontà e Providenza di Dio che abbia a destinare quanto prima un altro Padre Azevedo a salute di quelle anime. In contrario ho solamente questa ragione: dovermi vergognare io inettissimo uomo, e miserabile peccatore di anche pensarvi; quella, essere forte di altre anime a Dio più care: a ciò confortato dalla grazia risposi col cuore: vivit Deus, qui potens est de lapidibus istis suscitare filios Abrahae: cominciamo fin da ora con preghiere e con opere, che il Signore se vorrà perficiet opur misericordiae suae. La stessa viltà mia mi consigliava a non venire da Vostra Paternità; ma oltrechè era intimamente persuaso che non l’avrei fatto senza disgusto di Sua Divina Maestà, me lo impose ancora chi in luogo suo mi governa. Seguiterò ad offerire qualche penitenza e preghiere a Gesù ed alla sua benedetta Madre ut mittant quos missuri sunt, e quantunque con molto desiderio pure con indifferenza aspetto conoscere la volontà del Signore. Mi raccomando alle sue orazioni e santi sacrifici, e spero essere sempre
Di Vostra Paternità
Indegnissimo Servo in Cristo
Francesco Paolo Vallarelli
Roma 30 ottobre 1840.
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Roma 30 ottobre 1840. – fratello Vallarelli // Petit missiones Iaponiae
Al Molto Reverendo Padre Nostro in Cristo // Padre Giovanni Roothaan Preposito Generale // della Compagnia di Gesù