Palomba, Davide (1814-1885), Benevento, December 12, 1837

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Pax Christi

Molto Reverendo in Cristo Padre Generale

È già qualche anno, da che di conserto col Padre Paradisi Girolamo scrissi a Vostra Paternità chiedendole umilmente la troppo invidiabil sorte di essere assortito alla Missione Cinese. Il lungo silenzio pertanto da allora fin quì per me tenuto, non lo ascriva la Paternità Vostra a volubilità, o a non curanza: lo ascriva piuttosto al conoscer, che io faceva l’età mia ancor fresca, e molto più alla confidenza posta nel Padre Provinciale Ferrari, nelle cui mani tutto me, e le cose mie, come a buon figliuolo si conviene, pensai di collocare: e ciò allora specialmente, quando la Paternità Vostra si mosse a spedire quella sua circolare sul proposito delle Missioni. Ed abbenchè su tale proposito abbia io per questi giorni medesimi scritto al Padre Provinciale De Cesare; pure correndo quì voce, che il Padre Paradisi Girolamo già mio compagno nelle brame, e nelle dimande sia presso a conseguirne il compimento, non posso tenermi dal non rinnovare le mie istanze presso la Paternità Vostra. Deh!, Padre, per quel zelo, di che Ella arde di veder tutto il mondo convertito a Dio, per quell’amore, con che Ella tutte stringesi al cuore quelle povere genti, per quel diletto discepolo, di che Ella porta il nome, e sì bene imita i fatti, conceda a me la grazia, che le dimando, e non permetta, che sopra di me meschino si abbia a verificare quell’unus assumetur, et alter relinquetur tanto terribile; ma siccome si è ricordato del Padre Paradisi Girolamo, rammentisi altresì del Fratello Davidde Palomba; e come a quello, così a questo conceda la sorte della tanto sospirata Missione. Vero, è, che io stesso mi arrossisco nel mettermi al paragone di un tanto Padre; mentre so, e debbo confessare, che quanto le virtù di lui, tanto i difetti miei son palesi a tutti, e che invece di domandare un privilegio tanto singolare, dovrei chiedere col pietoso agricoltore del Vangelo, che non sia ancora svelto del buon terreno della Compagnia, e qual ramo inetto dato ad ardere nel fuoco del secolo. Ma si ricordi la Paternità Vostra che anche i più tardi al corso, ed i più pigri al lavoro non’ so quali forze novelle acquistano, quando venga loro proposto qualche singolar premio a conseguire. E così io mi confido nel Santo Apostolo Tommaso, nella cui vigilia io le scrivo, che ove la Paternità Vostra mi consoli, se non altro, con qualche fondata speranza, sarò io per correre più speditamente, o certo non sì lentamente nel cammino della virtù; e come cosa tutta della Cina avere il cuore più distaccato da ogni cosa, che sa di mondo. Iddio Padrone della sua vigna, e provvido governatore di tutte le sue creature muova il cuore della Paternità Vostra e la mente la illumini a disporre di me, quello che sarà per tornare a maggior gloria di Lui, come io istantemente nol priego. Intanto Ella non si dimentichi ne’ suoi Santissimi Sacrifici del miserabilissimo fratello Palomba, mentre con profondo rispetto le bacio la mano

Della Paternità Vostra

Indegnissimo figliuolo, e Servo

Davide Palomba della Compagnia di Gesù

Benevento 20. Dicembre 1837.

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Benevento 20 Decembre 1837.---- fratello Palomba // petit missiones.

Al Molto Reverendo in Cristo Padre // Il Padre Giovanni Roothaan Preposito Generale // della Compagnia di Gesù in // Roma

raccomandata // al Signor Luigi Sirani

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Citation

“Palomba, Davide (1814-1885), Benevento, December 12, 1837,” ARSI, AIT 1, 210, Digital Indipetae Database, accessed September 19, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/2253. Transcribed by GM_cr and EF.