Assalini, Giuseppe (1806-1871), 1836
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~Provincia Romana – 1836.
Padre Giuseppe Assalini~
Molto Reverendo Padre
Avendo inteso il bisogno in cui si trovano di Operaj le Missioni d’America, mi parve questa opportuna occasione di aprire a Vostra Paternità i ferventi desiderj che mi dà il Signore di occupare il resto della miserabile mia vita in così santo ministero.
Questi desiderj ch’io sento non sono già cosa nuova, bensì antica di molti anni; cioè fin dal momento, che fu circa dieci anni fa, in cui il Signore si degnò concedermi l’inestimabile dono della Vocazione alla Compagnia. Che la più forte spinta ch’io n’ebbi, e a cui mi pareva non potere resistere (come ho notato anche nel Foglio d’Informazione) mi venne appunto da ciò, che in questa Religione più che in qualunque altro Instituto avrei potuto impiegare la mia vita in così santo esercizio, e se il Signore avesse voluto farmi degno di tanto, spenderò anche tutto il mio sangue fino all’ultima goccia, come aveano fatto tanti de’ Nostri; le cui vite leggeva nel Padre Patrignani non senza grande mia commozion d’animo e lagrime, e invidia della lor sorte.
Ora questi desiderj che mi duravano sempre finchè speranza mi rimaneva di aperirmisi la porta alla Compagnia, si raccesero molto più dopo che ottenni il sospirato ingresso; e già fin dai primi giorni, di consenso del Padre Rettore [Maurizi] mi obbligai con voto speciale di dedicarmi a quest’opera, come Vostra Paternità potrà vedere dalla carta qui annessa.
So bene però quali doti richiegga una si ardua impresa, e specialmente quali sode e maschie virtù, di cui io confesso esserne assai scarso, se non affatto digiuno; tuttavia Iddio benedetto non lascia di darmi un continuo ed ardente desiderio della mia perfezione: ed è in Lui solo in cui mi appoggio, confidando, che se da Lui mi viene il velle mi abbia a venire anche il perficere.
Quanto poi all’abilità negli studj, parmi il Signore me n’abbia dato sufficiente, come potrà vedere
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da un attestato che mi trovo avere alle mani, e che quì unisco: circa la memoria per apprender le lingue non mi pare sia difficile; la salute poi del corpo è buona, e tale che nelle fatiche migliora; e già erano da circa cinque anni al secolo, che lasciando in gran parte il dolce ozio delle lettere a cui inclinava naturalmente, mi sono dato giorno e notte ai ministerj in servigio delle anime
Rimane adesso che io preghi quel Padre delle misericordie, che non ostante i moltissimi miei peccati si compiacque donarmi questo desiderio, voglia muovere il cuore di Vostra Paternità a fecondarlo. Del resto, contento di aver fatto quello che stava in mia mano, cioè di esporne umilmente la cosa, si assicuri Vostra Paternità della mia pienissima indifferenza a qualunque luogo ed offizio, prontissimo, ove l’Ubbidienza mi […] tenere anche in vita a Sant’Eusebio, di obbligarmici di più con voto; e sempre adorerò i divini giudizj, e quella destra sovrana, che mi volesse giustamente castigare, privandomi d’una tal grazia. Baciando umilmente la mano a Vostra Paternità, sono
L’ultimo de’ suoi figli indegnissimo
Padre Giuseppe Assalini.
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Decembre 183[6] Padre Assalini
Al Molto Reverendo Padre Generale della Com//pagnia di Gesù
Petizione del Padre Giuseppe Assalini, per le Missioni.