Metz, Johannes, Rome, August 15, 1835
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~Provincia Romana. – Roma, 15 Agosto 1835.
Fratello Scolastico Giovanni Metz.~
Molto Reverendo Padre!
Secondo il richiestomi da Vostra Paternità al 5to di Luglio passato, quando rapresentai il mio desiderio delle Missioni fra popoli infedeli, di consegnarLe in poche righe ciò che dissi allora di viva voce, espongo brevemente:
1° Che quantunque abbia io in me sentite – specialmente prima di entrar in Religione, ma ancor dopo – tutte quelle non rette motioni alle Missioni enumerate da Vostra Paternità pagina 13 della Sua Lettera, non di meno credo sinceramente non esser stato da quelle spinto ad offrirmi ad Esse, ma principalmente finchè fosse conosciuto dagli uomini il lor Redentore, e loro somministrato i mezzi di venir uniti con Esso Lui per maggior Gloria Sua e ben loro; poi per operar così più facilmente la mia propria perfezione, che mi pare dovere dependere da molte occasioni d’esercitar l’annegazione di me medesimo, in quanto questo me medesimo è l’uomo vecchio, et quidem da occasioni tali in cui vengo sforzato di far dalla necessità virtù; e finalmente perchè, quantunque io di certo non sapeva se questi desideri delle Missioni venissero da Dio, temeva non di meno di non conformarmi alle dispositioni della Sua Divina Providenza, se nonostante i tante volte ripetuti stimoli io questi non manifestassi, giachè habbiamo da manifestar il nostro interno, e addesso l’offrirsi per le missioni suol esser condizione per esser sctelto ad esse.
2° Ho bensì proposto l’India Orientale di preferenza ad altre parti, e per esser le anime ivi in sì gran numero, e per aver io grand’idea del loro Spirito religioso e rigoroso da esser capace di gran cose, che quantunque aberrato mostrava la sua forza naturale nelle immense fatiche consecrate a’ loro templi, nelle inaudite spontanee penitenze de’ Brachmani, nell’abbracciarsi vive le moglie dopo la morte de’ mariti, nelle loro Scritture Sacre venute a nostra notizia in questi ultimi tempi, e per parermi non poter in altre Missioni estere meglio servirmi quel poco d’esercizio in materie metafisiche ch’ho acquistato che fra loro che tanto pajono inclinati alla Speculazione, e finalmente ancora per parermi volere il Signore di nuovo aprir l’Oriente, cascando non solo il baluardo Turchesco, ma anzi incomminciando a accomodarsi a foggia Europea – non dico ancor percio Cristiana - , ciò che ancor più pare verificarsi in Persia principalmente dopo la guerra mi credeva essersi il Signore voluto servire di queste arme quantunque eretiche e scismatiche per non altro fine che per aggevolir la Strada ai Missionari veri e per aggregar di nuovo alla Sua Chiesa queste per tanti secoli più cospicue parti del mondo; per tutto questo adunque andò in me congiunto al desiderio delle Missioni il sfogarlo in quelle regioni Asiatiche e, come dissi, principalmente nell’India. Ma chechesiasi di queste imaginazioni, non meno mi offro per l’Arabia, Syria, Chaldea, Persia, Giappone (se mai…) ed ancor per la Cina non ostante ad essa mi senta meno inclinato, e del pari all’America e l’Africa, senza altra preferenza nella scelta che per quelle parti dove fosse – a parità d’altre circostanze – da menar la vita più povera e scordata da tutti.
3° Osservo che nel aver io adesso e non più tardo esposto mio desiderio, non ho supposto aver già adesso la provvisione di virtù solide a tal opera richieste, ma di andarmi, fidato interamente del Signore,
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valorosamente disponendo all’acquisto delle medesime, e di venire da’ Superiori ajutato con molti esercizi a ciò conducenti. Nientedimeno se l’Ubbidienza mi volesse mandare subito, fidandomi interamente di Quello che mentrea così fa conoscere il Suo volere insieme si fa mallevadore del necessario ajuto, partirei senza indugio allegramente.
Di Vostra Paternità
Ubbidiente figlio e Servo in Christo
Fratello Ioannes Metz Societatis Iesu
Roma alla festa della gloriosa Assuntà della Santissima Regina del Cielo 1835.