Adelasio, Giuseppe Maria (1818-1902), Verona, June 1843
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~Provincia Romana - Verona, giugno 1843.
Fratello Scolastico Giuseppe Adelasio.~
Molto Reverendo Padre Nostro in Cristo.
Verona dal Collegio di San Sebastiano li Giugno 1843.
Non senza grande vergogna e difficoltà io mi pongo, Molto Reverendo Padre Nostro, a scrivere queste due righe, mostrando il mio desiderio d'essere inviato alle estere missioni. E chi sono io mi va dicendo il cuore, che il Signore m'abbia a far degno di tanta grazia a preferenza di tanti altri, che per lo stesso fine vanno moltiplicando i voti, lagrime e preghiere? Se non che io sento tosto soffocarmisi in petto ogni rimostranza e timore di mia indegnità al riflettere che i giudizi di Dio sono un abisso profondo imperscrutabile, onde avea al presente non rade volte scieglie i Daviddi imbelli di in mezzo a tutti i forti d'Israele, per dare la morte col colpo vile d'un sasso agli inferociti e baldanzosi Golia; o i Pietri ingrati e spergiuri per fondare appunto sua Chiesa su questa pietra quanto più debole e malferma, tanto più atta a mostrare i tesori di sue misericordie. Il perché non sembri strano a Vostra Paternità Molto Reverenda se io di scarso ingegno, di nessuna prudenza, di picciolissimo cuore, senza spirito di mortificazione, ma solo amante di comodi e di vanità, orgoglioso e superbo ed entrato, con ha ancora tre anni, a questo santo Instituto offersi a Dio già da alquanti mesi la mia vita per questo arduo ministero dopo lunghe e più ferventi orazione e dopo il consiglio, e direi quasi, eccitamento de' miei Reverendi Superiori; ed ora umilmente dimando quanto è da me il compimento del sacrifizio. Poiché, a dir vero, questo parea si daresse ad un continuo movimento, con cui Iddio fino dal suolo parea mi eccitasse a questo arduo ministero; con cui mi stimola pur di presente, essendo almeno il principale e quasi unico mio desiderio di dilatare la gloria di Dio nella salute delle anime. Or questa gloria, pare a me, potrei dilatare in que' paesi abbandonati e deserti assai più che in questi; dove per la scarsità de' miei talenti e di tutte le qualità miei riuscirei poco men che inutile. Oltreché se è giusto, che chi più ha peccato, più abbia a faticare e patire per Dio, a me, si a me, più che a qualunque altro della Compagnia si devono queste missioni, che non per umiltà, come il Nostro Santo Padre Ignazio, ma per pura verità sono costretto a riconoscere in me due grandi eccessi, di misericordia quanto a Dio, di mostruosa ingratitudine quanto a me. Però io lascio a Vostra Paternità Molto Reverenda il considerare qual sia la forza di queste ragioni; qual sia la divina volontà. Io non prego, perché non sia affidato questo ministero, non supplico; ma solo, qual povero cieco, ricorro al mio [Anania], onde vedere che mi sia uopo di fare; avvegnaché, quanto mi sarebbe cara questa bramata licenza, laddove fossi sicuro, che viene dalla pura volontà di Dio espressa in quella de' miei Superiori; oltretutto mi spiacerebbe se potessi avere il menomo dubbio, che le ferventi miei suppliche più che il divin beneplacito avesser dato compimento al mio desiderio.si bene, io le dico, che il mio desiderio è grande, grandissimo; che già mi spremette non una sola volta lagrime dagli occhi; e che già mi protestai ai piè del Crocifisso, che quando i miei peccati mi rendano indegno di essere elettoa grande stromento di sua gloria, almeno in qual che siasi ministero, le mie lagrime formeranno l'unica mia eredità e consolazione in tanto dolore. A lui pertanto io rinnoverò le mie suppliche; e quando egli che tiene in mano i cuori non meno de' Superiori che de' re movesse Vostra Paternità Molto Reverendaa riguardar me ultimo fra tanti, che allo stesso fine le tendono supplichevoli le braccia, mi troverà, io spero, nel divino ajuto sempre pronto ad andare in nome di Dio a qualunque siasi parte del mondo, solo, senza guida, a piedi, col solo viatico dell'infinita providenza di Dio, per impiegare le mie fatiche dove più siasi da patire a meno da raccogliere; sia pure nel fare come di presente, un'infima scuola di Grammatica, quando a lei ne paia alla maggior gloria di Dio per tutti i giorni della mia vita. Ai Suoi Santissimi Sacrifici ed orazioni molto mi raccomando. Di Vostra Paternità Molto Reverenda infimo in Cristo servo e figliuolo
Fratello Giuseppe Maria Adelasio
Socitatis Iesu
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Giugno 1843. Verona - Maria Adelasio scolstico // Supplica istantemente per ottener le Missioni estere a cui sia dal secolo ha sempre sentito gran desiderio // Al Molto Reverendo Padre in Cristo // Padre Giovanni Roothaan della Compagnia Gesù // Generale della medesima Compagnia // Roma